Frammenti dal passato – Reminescence, la recensione

La famiglia Nolan quando si occupa di produzione o produzione esecutiva preferisce la fantascienza! Christopher Nolan era l’uomo dietro Transcendence, esordio alla regia del direttore della fotografia Wally Pfister che poi si rivelò un flop commerciale, mentre il fratellino Jonathan Nolan è il produttore di Frammenti dal passato – Reminescence che segna invece l’esordio alla regia di un lungometraggio di Lisa Joy, che insieme a lui ha creato l’affascinate serie HBO Westworld.

C’erano tutti ma proprio tutti i presupposti per tirare fuori dal cilindro un instant-cult, a cominciare dal cast che piazza Hugh Jackman e Rebecca Ferguson nei ruoli principali e Thandiwe Newton come co-protagonista, un soggetto accattivante, un contesto ricco d’atmosfera e quella voglia di mescolare la fantascienza con il linguaggio del noir che ha fatto il successo di Blade Runner. Eppure Frammenti dal passato – Reminescence si inceppa subito e seppur non mostrandosi quel disastro che oltreoceano qualcuno ha descritto, non riesce a convincere fino in fondo.

In un futuro non troppo lontano, il riscaldamento globale e le guerre hanno creato un ambiente ostile per l’uomo facendo alzare il livello dell’acqua, che ha completamente inondato le città costiere, e reso invivibile le troppo calde ore diurne. Nei bassifondi di Miami agiscono Nick Bannister ed Emily Watts, entrambi con un passato nell’esercito e oggi proprietari di un centro che permette ai clienti di rivivere i propri ricordi. Tutto merito di una tecnologia, progettata e inizialmente utilizzata dalla CIA per risolvere casi di terrorismo internazionale, che collega il soggetto attraverso un casco al proprio passato permettendogli di rivivere letteralmente delle specifiche porzioni della sua vita. Quando alla porta di Nick ed Emily bussa Mae, per l’uomo è un vero colpo di fulmine. Nick e Mae iniziano una focosa relazione, finché un giorno la donna scompare nel nulla senza lasciare traccia. Per Nick sarà una vera ossessione e comincerà a setacciare ogni suo ricordo con lei per scoprire un dettaglio che possa permettergli di scoprire cosa sia accaduto a Mae.

Una voce fuori campo materializza i pensieri di Nick Bannister e il suo girovagare ossessivo per le strade inondate di Miami (e nei suoi ricordi) per risolvere un misterioso caso che lo ha coinvolto personalmente lo rendono il perfetto detective alla Humphrey Bogart. C’è perfino una donna fascinosa e potenzialmente pericolosa, una femme fatale, e il coinvolgimento di criminalità organizzata, poliziotti corrotti e facoltosi signorotti della Miami-bene; tutti indizi che abbiamo a che fare con un noir, di quelli classici che hanno contribuito a fare grande Hollywood negli anni ’40. Ma Frammenti dal passato – Reminescence è, di base, un film di fantascienza con un contesto alla Waterworld (meno estremo) e una tecnologia che per il protagonista diventa una vera e propria droga. E la mente, oltre a Blade Runner per la contaminazione tra i due generi, va subito a Strange Days facendo sì che l’opera prima di Lisa Joy risulti un ambizioso pot-pourri a cavallo tra alcuni dei più grandi cult del cinema.

frammenti dal passato

La storia attorno a cui Reminescence ruota, però, davvero non riesce a catturare l’attenzione e l’interesse. L’ossessione d’amore che coinvolge a distanza di anni Nick Bannister appare molto pretestuosa o forse è lo stesso Hugh Jackman che non riesce a trasmettere reale coinvolgimento emotivo, così come il “caso” criminoso che consente al plot di avere una svolta appare ancora più pretestuoso e ancorato alla tradizione del noir a tal punto da sapere pericolosamente di déjà-vu, colpi di scena compresi.

Il ritmo altalenante ha dei picchi in sporadiche scene d’azione molto ben dirette e visivamente affascinanti, come accade nella furiosa sparatoria alla maniera di Hong Kong e l’inseguimento tra i palazzi che ha il suo climax in un teatro sommerso. A questo punto, vista la riuscita dei momenti più concitati, ci viene il dubbio che a Reminescence avrebbe giovato una maggiore dose di adrenalina, magari sacrificando il risaputo e pedissequo impianto noir.

Come si diceva, Jackman appare un po’ spaesato come se non riuscisse ad esprimere al meglio l’ossessione del suo personaggio, ne esce molto meglio Rebecca Ferguson nel ruolo di Mae, affascinante, sfuggente e misteriosa. Thandiwe Newton, invece, che arriva dalla serie di Lisa Joy e Jonathan Nolan Westworld insieme ad Angela Sarafyan (che ha un piccolo ma incisivo ruolo), è una spalla decisamente sottoutilizzata, protagonista di una grande sequenza action ma assente dalla scena per una metà abbondante di film.

Se Lisa Joy, anche sceneggiatrice, mostra di aver avuto un soggetto dal gran potenziale tra le mani e di essersela cavata più che bene alla regia, non è altrettanto riuscita la scrittura e l’esecuzione, molto, troppo ancorate a cose di un certo peso già viste oltre che indecise sul tono generale da seguire: romance, fantascienza, azione o noir? Diciamo che cavalcando le medesime suggestioni e con un’eredità esplicitamente più scomoda, a Denis Villeneuve Blade Runner 2049 era riuscito infinitamente meglio.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il contesto fantascientifico.
  • Le (poche) scene d’azione.
  • Le insistite componenti noir sono banalmente risapute.
  • Il ritmo cala e poi risale in maniera poco ponderata.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Frammenti dal passato - Reminescence, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.