Frozen – Il Regno di Ghiaccio, la recensione

Ad aggiungere all’atmosfera natalizia un pizzico d’incanto e magia, arriva nelle sale Frozen – Il Regno di Ghiaccio, l’ultima fatica dei Walt Disney Animation Studios, ispirato dalla fiaba di Hans Christian Andersen La Regina delle Nevi, pubblicata nel 1845.

Le piccole Elsa e Anna, principesse di Arendelle, sono due sorelline inseparabili. Tuttavia, quando i poteri magici della prima, che è in grado di trasformare in ghiaccio qualsiasi cosa tocchi, mettono in pericolo la vita della seconda, Elsa decide di rinchiudersi nella propria stanza e vivere isolata dal resto del mondo.
Anna, nel corso degli anni, sente terribilmente la mancanza della sorella maggiore e non si spiega il perché del suo allontanamento poiché, grazie all’incantesimo dei troll della foresta, che le salvò la vita, non ricorda nulla dell’incidente del quale fu vittima.

Compiuti diciotto anni, per Elsa giunge il momento di essere incoronata regina di Arendelle ma non ha ancora imparato a tenere sotto controllo il suo dono. Durante la festa in suo onore, infatti, la situazione le sfugge completamente di mano e, suo malgrado, intrappola il regno intero sotto il giogo di una tempesta di ghiaccio, dopodiché fugge via mortificata. Anna decide subito di partire alla ricerca dell’amata sorella per riportarla a casa e far sì che ponga fine alla tempesta. Suo compagno di viaggio, non proprio entusiasta, sarà il montanaro Kristoff con la sua renna Sven

Anna, Kristoff e un incredulo Sven incontrano Olaf

Anna, Kristoff e un incredulo Sven incontrano Olaf

Frozen, da non perdere, è un appassionante e suggestivo viaggio attraverso sconfinati paesaggi mozzafiato, meravigliosi palazzi (di ghiaccio e non) e affascinanti esplosioni di fiocchi di neve. L’ambientazione, che s’ispira a quella norvegese, è infatti uno dei principali punti di forza del film d’animazione, riuscendo con successo a coinvolgere il pubblico nelle avventurose esplorazioni di Anna e Kristoff, complici gli impeccabili e meticolosi effetti speciali.
Dal punto di vista drammaturgico, siamo di fronte al più classico dei prodotti disneyani, con principesse, canzoni e buffi personaggi di contorno. Questa, tuttavia, non vuole affatto essere una critica. Anzi, dopo il deludente Planes, è una vera gioia per gli occhi e per il cuore respirare la sana atmosfera di un’autentica fiaba Disney. Il film d’animazione ha, inoltre, il pregio di distinguersi per una decisa impronta di novità e originalità nell’impostazione – e, sotto qualche aspetto, anche nei contenuti – pur rielaborando spunti da capolavori del passato o più recenti.
Se, da una parte, sarà difficile durante la visione non individuare affinità con, ad esempio, alcune dinamiche di Rapunzel (la principessa rinchiusa, i duetti Anna-Kristoff), di The Brave (la tematica familiare, la foresta che nasconde segreti magici) o, per fare un passo indietro, di La Bella e la Bestia (la problematica dell’incomunicabilità e dell’accettazione del diverso, ma non solo), dall’altra, rappresenta una godibile innovazione il fatto che la vicenda ruoti attorno non ad una, ma a ben due principesse e che l’oggetto principale della ricerca non sia l’amore romantico, bensì quello tra sorelle. Elsa e Anna rientrano a pieno nella schiera delle principesse ‘toste’ inaugurata da Cenerentola e conclusa, finora, con Merida; le principesse di Arendelle non devono, però, fare i conti con matrigne insensibili o malvagie streghe, bensì con la propria identità e con un tortuoso percorso di maturazione. Dovranno imparare ad accettarsi e ad avere il coraggio di essere se stesse per poi poter finalmente amare ciò che sono e chi hanno accanto. È interessante, pertanto, la proposta di tematiche importanti e vicine a un pubblico sia di grandi che di piccini pur su uno sfondo fiabesco e surreale.

Sven, la renna di Kristoff, ha qualche problema col ghiaccio.

Sven, la renna di Kristoff, ha qualche problema col ghiaccio.

I personaggi sono ben caratterizzati e accattivanti: tanto le bambine che le più grandi riconosceranno molto di sé in Anna: genuina, ottimista e pasticciona. L’ambiguità di Elsa, generata dalla confusione e dal tormento interiore, fa della bionda principessa un personaggio misterioso e intenso. Il venditore di ghiaccio Kristoff e la sua renna Sven sono un duo atipico e imprevedibile, tutto da scoprire. Irresistibile, infine, il pupazzo di neve parlante Olaf (doppiato da Enrico Brignano), saggio, burlone e che sogna di crogiolarsi al sole estivo (ignorando che ciò gli sarebbe fatale). L’umorismo, nella vicenda, è ben dosato, frizzante – raramente troppo infantile – e in perfetto equilibrio con i momenti toccanti e sentimentali, immancabili ma mai di troppo. Più che buona, da questo punto di vista, la sceneggiatura di Jennifer Lee (Ralph Spaccatutto), che è anche co-regista, assieme a Chris Buck (Tarzan), aggiudicandosi il primato di prima donna alla regia di un lungometraggio animato Disney.

Incantevole la colonna sonora di Christophe Beck (Paperman, il corto vincitore del Premio Oscar), che da vita a un percorso musicale solido e coerente, in grado tanto di sostenere e completare il racconto che di creare piacevoli pause narrative, ora divertenti e dinamiche ora commoventi ed emozionanti. Nella versione italiana, offrono formidabili performance canore Serena Autieri (Elsa) e Serena Rossi (Anna).

Olaf, irresistibile pupazzo di neve parlante, scopre le meraviglie della natura.

Olaf, irresistibile pupazzo di neve parlante, scopre le meraviglie della natura.

A proposito dello sfruttamento della terza dimensione, esso si rivela esilarante e a tratti geniale nel corto che precede Frozen, con un Topolino ‘d’annata’ che si ritrova, per difendere Minnie dalle grinfie del perfido Pietro Gambadilegno, in bilico tra animazione digitale a colori e caro vecchio mondo bicolore. Per quanto riguarda, invece, il lungometraggio, il 3D sicuramente contribuisce alla resa strabiliante delle meraviglie – ora sublimi, ora pericolose – che Elsa genera con decisi gesti delle mani (memorabile la sequenza in cui la principessa edifica per sé un castello di ghiaccio nel mezzo della foresta); gli occhialini risultano però praticamente superflui per la maggior parte della proiezione.
Frozen – il Regno di Ghiaccio sarà nelle nostre sale a partire dal 19 dicembre, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Riporta in auge la classica magia della Disney.
  • Umorismo apprezzabile da grandi e piccini.
  • Personaggi convincenti e originali.
  • Impianto visivo suggestivo e affascinante.

 

  • La terza dimensione, non indispensabile.

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