Hercules – La leggenda ha inizio, la recensione

Portare Ercole al cinema è un po’ come preparare una pizza, c’è sempre il rischio di deludere qualcuno. Se ha i bordi troppo alti, il patito della pizza alla romana potrebbe non gradire, se è sottile e quasi senza “crosta”, il fan della pizza alla napoletana potrebbe mettere le mani avanti, e così via. Poi arrivano gli americani e preparano quelle pizze spesse, dall’impasto calzato, condite con tutto e di più. Con Hercules – La leggenda ha inizio succede un po’ la stessa cosa, perché il personaggio mitologico messo nelle mani della Millennium Film – che nel recente passato ha prodotto i film delle serie action I Mercenari – diventa uno zibaldone senza nessuna personalità, finendo irrimediabilmente per essere altro in confronto al personaggio che avrebbe dovuto essere.

Ercole è stato al centro di una marea di film durante gli anni ’60, prevalentemente di nazionalità italiana, quando gli davano corpo icone del calibro di Steve Reeves e Gordon Scott per dar vita a fantasiosi peplum in cui si scontravano senza alcuna logica Ercole con Sansone, Maciste e Ursus, venivano tirati in ballo i vampiri e il nostro eroe finiva ad Atlantide o al centro della Terra. Poi è venuto il simpatico cartoon della Disney a rimettere un po’ d’ordine, mentre sugli schermi televisivi scorrevano le avventure di quell’Hercules interpretato da Kevin Sorbo e prodotto da Sam Raimi che ha svezzato alla mitologia greca con una certa efficacia molti ragazzini. Oggi che il genere peplum sembra essere tornato di gran moda dopo il successo dei due film su Perseo (Scontro tra Titani e La furia dei Titani), Hercules torna, come prevedibile, al centro dell’attenzione degli studios e ben due sono le pellicole previste nel 2014 con il figlio di Zeus protagonista: Hercules – La leggenda ha inizio e Hercules: The Thracian Wars.

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Per dare vita a Hercules – La leggenda ha inizio viene coinvolto Renny Harlin, regista finlandese bravissimo con i film d’azione e padre di alcuni imperdibili film a cavallo tra anni ’80 e ’90 (Nightmare 4 – Il non risveglio, Cliffhanger, Die Hard – 58 minuti per morire, Blu Profondo) ma che non azzecca più nulla da almeno quindici anni. Non fa eccezione questa sua versione giovanile di Hercules che usufruisce di una sceneggiatura – scritta insieme a Daniel Giat e Sean Hood – particolarmente approssimativa che va a stravolgere il mito di fondo per trasformarlo in altro.

È chiarissimo che l’intenzione della produzione era di cavalcare il successo della serie tv della Starz Spartacus e questo viene palesato in più occasioni, dall’ingaggio dello Spartacus televisivo Liam McIntyre nel ruolo di Sotero, spalla di Hercules, alla libertà creativa di inserire Ercole in un contesto gladiatorio, fino alla coreografia dei combattimenti condita di frequentissimi ralenty, proprio come la suddetta serie tv e l’utilizzo massiccio del greenscreen per i paesaggi. Ma Hercules va ad eliminare proprio quelli che erano i tratti peculiari di Spartacus, ovvero la violenza splatter e le scene di sesso ai limiti dell’hard. Che rimane? Un peplum poverello sia sotto il punto di vista narrativo che visivo, con un cast poco interessante capeggiato da un monoespessivo Kellan Lutz (il vampiro nerboruto della famiglia Cullen in Twilight) e dei dialoghi a volte ridicoli a causa della pomposità che stride con il contesto.

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Non ci si annoia mai, per carità, e le molte scene d’azione sono condotte ovviamente molto bene (la mano di Harlin a tratti si sente), a cominciare proprio dai momenti nell’arena dei gladiatori e nella spettacolare scena dei blocchi di pietra. Però la mancanza di violenza visiva, l’approssimazione generale e le libertà creative che portano Hercules a non essere Hercules fanno di questo film un passo falso.

La trama? La regina Alcmena (Roxanne McKee) chiede agli dei la libertà del suo popolo dalla tirannia del malvagio marito Anfitrione (Scott Adkins). Le sue richieste vengono accolte e Zeus la mette incinta di Hercules, un bambino dall’immensa forza che avrebbe decretato la fine del regno di Anfitrione. Con la crescita, Hercules (Kellan Lutz) viene sempre messo da parte da suo padre, che gli preferisce il primogenito Ificle (Liam Garrigan) a cui viene promessa in sposa Ebe (Gaia Weiss), la donna amata da Hercules. Ma il semidio trama vendetta e neanche la sua cattura in guerra e la vendita come schiavo lo fermano.

Speriamo vada meglio con Hercules: The Thracian Wars, diretto da Brett Ratner e interpretato da Dwayne Johnson.

Hercules – La leggenda ha inizio è nelle sale italiane dal 30 gennaio distribuito da M2 Pictures.

Roberto Giacomelli

 

PRO CONTRO
  • Scene d’azione ben girate.
  • Poca attinenza con il mito di Ercole.
  • Sceneggiatura poco curata.
  • Discutibili scelte di casting.
  • Effetti visivi non sempre di prima qualità
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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