His Dark Materials – Queste Oscure Materie: una serie tra steampunk e metafisica
Nel 1995 uscì in Inghilterra il primo volume di una serie per ragazzi rivoluzionaria, quasi pioneristica, il cui spessore letterario, decantato dalla critica di tutto il mondo, è al giorno d’oggi ancora un miraggio per pochi autori del genere young adult. Stiamo ovviamente parlando della saga intitolata Queste Oscure Materie del genio di Philip Pullman il cui primo romanzo La Bussola d’Oro è stato vittima di un orripilante adattamento cinematografico del 2007 che non è riuscito a valorizzarne appieno le complessità tematiche.
Fortunatamente la HBO e la BBC hanno compreso che per dare corpo agli sconfinati universi creati da Pullman occorreva produrre una serie televisiva che in Italia è stata trasmessa su Sky Atlantic ed è disponibile on demand. Gli otto episodi da un’ora ciascuno ripercorrono gli eventi principali de La Bussola D’Oro e presentano delle anticipazioni da La Lama Sottile; la sceneggiatura curata da Jack Thorne (Skins, The Eddy, The Accident) è riuscita “ritagliare” una trama principalmente action, per un pubblico giovane, ma a tenere un impianto narrativo “metafisico”.
In un mondo steampunk dove zeppelin solcano i cieli e ciascun essere umano ha un daimon personale (una proiezione della propria anima in forma di animale) vive una monellaccia di dodici anni di nome Lyra Bellacqua (Dafne Keen), orfana di entrambi i genitori, che trascorre le sue giornate facendo scorribande tra i corridoi dell’università di Oxford col suo amico Roger. Lyra è stata affidata a suo zio Lord Asriel (James McAvoy), studioso di fama internazionale che viaggia per il mondo alla ricerca dell’origine della misteriosa Polvere, una specie di pulviscolo atmosferico che circonda ogni essere vivente. Di ritorno da uno dei suoi viaggi, Asriel convoca una riunione di accademici per mostrare al mondo le sue nuove scoperte; Lyra, bighellonando come suo solito col suo fedele daimon Pantalaimon, scopre che qualcuno avvelena il vino dello zio per metterlo a tacere e mette subito in guardia Asriel.
Lo scienziato riesce comunque a partecipare alla riunione e a fare vedere le fotografie di alcuni strani fenomeni connessi all’esistenza della Polvere che ha scoperto al Polo Nord; le sue ipotesi sconvolgono gli accademici che temono l’intervento del Magisterium, l’organo governativo che si occupa di mantenere l’ordine e “proteggere” gli uomini da qualsiasi cosa possa creare caos. Asriel riparte per portare a termine le sue ricerche e Lyra viene affidata all’affascinante signora Coulter (Ruth Wilson) per ricevere un’educazione “da signorina”; prima della sua partenza da Oxford Lyra riceve dal rettore un misterioso oggetto, l’Aletiometro, che serve a sapere la verità su qualsiasi cosa; la ragazza vorrebbe mostrarlo al suo amico Roger ma scopre che sparito nel nulla e che nessuno sa niente.
Mentre studia dalla signora Coulter scopre che molti bambini stanno sparendo nel nulla e frugando nello studio della sua ospite capisce che lei potrebbe essere coinvolta; scappata di casa si unisce a un popolo nomade che vive sull’acqua, i Gyziani, e col suo aletiometro li aiuta a cercare i loro figli scomparsi. Lyra e i suoi nuovi amici si dirigono verso le isole dei mari del nord e cercano nuovi alleati (streghe, areonauti, orsi corazzati) per salvare i bambini.
La trama non è che la punta dell’iceberg della poetica di Pullman, che la serie ha reso in maniera impeccabile; la narrazione ha una forte connotazione metaforica perché tratta dell’eterna “lotta” fra Scienza e Fede – nonostante un sacco di filosofi abbiano messo il punto sulla questione-, della relatività del Bene e dell’esistenza di infiniti universi.
Nel caso gli spettatori più giovani non riescano a notare i poco sottili riferimenti a questioni etiche, possono comunque compiacersi nella rappresentazione di personaggi straordinari: Lyra è probabilmente stata concepita come l’incarnazione di quello che gli antropologi chiamano “trickster”, ovvero una briccona racconta bugie che con la sua creatività riesce a infrangere le leggi del Vecchio Mondo e dare inizio a una nuova epoca, non per niente in seguito le viene attribuito il nome di Lyra Linguargentina. Prima del girl power e dello smantellamento dello strong female character, Pullman ci ha regalato una protagonista fuori dal comune, anticonformista e al tempo stesso umana, a cui Dafne Keen (Logan) dona un’espressività calzante. A brillare sono le ambigue interpretazioni di James McAvoy (Espiazione, X-Men – L’inizio, It – Capitolo due), un Prometeo moderno che non guarda in faccia nessuno, e Ruth Wilson (The Affair, Anna Karenina, Saving Mr. Banks) integerrima e diabolica sostenitrice della Fede.
La scenografia e gli esperti grafici sono riusciti a ricostruire un mondo in cui elementi fantascientifici si sposano col fantasy in una narrazione omogenea in cui possiamo vedere orsi guerrieri combattere assieme a streghe su scope volanti contro zeppelin armati, per non parlare della ricostruzione della “magia” che fa muovere l’aletiometro. La serie tv è riuscita a cogliere gli aspetti migliori di His Dark Materials e si spera che, se non è riuscita ad accattivarsi una buona fetta di giovane pubblico, possa almeno intrattenere i sempre più numerosi fans “maturi” che sono riusciti a carpire la ricchezza di quest’opera.
Ilaria Condemi de Felice
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