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Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti, la recensione del remake
“Perché ci avete fatto questo?”, chiedeva il remissivo Bjørn nel terrificante e annichilente finale di Speak No Evil. “Perché ce l’avete permesso”, rispondeva un glaciale e spietato Patrick, andando a riassumere con un semplice scambio di battute la filosofia del male che stava alla base dello shockante film di Christian Tafdrup del 2022. Ora, a distanza di soli due anni dal cult di nazionalità danese, arriva un remake a stelle e strisce prodotto da Blumhouse e diretto dall’inglese James Watkins, già autore dell’ottimo Eden Lake e del meno esaltante The Woman in Black.
E quel male, così puro, perfino banale nella sua lineare semplicità, che muoveva le azioni della coppia olandese inibendo in maniera quasi innaturale la coppia danese, trova nel remake di Watkins una riformulazione basilare che porta il film ad assumere un senso profondamente differente in confronto al capostipite, tramutandosi in un do ut des tanto crudo e repellente quando svuotato di qualsiasi significato filosofico o psicoanalitico.
Charlize Theron e la sua fenomenale Atomica Bionda in Steelbook combo 4K UHD + Blu-ray!
Niente giri di parole fini a sé stessi. La realtà è una sola: Atomica Bionda, diretto da David Leitch ed interpretato dalla bravissima e bellissima Charlize Theron, è uno degli action migliori degli ultimi anni! Bisogna riconoscere che in tempi recenti il cinema action (soprattutto americano) sta andando incontro ad una nuova età dell’oro, grazie ad una generazione di giovani registi che sta rifondando il cinema d’azione cominciando proprio dalla base: la gestione dell’azione. David Leitch, ex stuntman e co-regista di John Wick nonché firma di Deadpool 2, Bullet Train e The Fall Guy, è uno dei più quotati action-director dell’attuale panorama cinematografico e un film come Atomica Bionda né dimostra rapidamente il perché. Ad ormai sette anni dall’uscita in sala, ora il film con Charlize Theron torna in home video in una bella edizione Steelbook che comprende il disco 4K Ultra HD e il Blu-ray disc, messa sul mercato dalla sinergia distributiva di Universal Pictures e Plaion Pictures Italia.
Il thriller-shock danese Speak No Evil ha avuto un remake americano Blumhouse: ecco il trailer e quando esce
Qualche mese fa abbiamo appreso che Blumhouse era a lavoro sul remake a stelle e strisce di uno dei film più discussi e spaventosi degli ultimi anni, il thriller danese Speak No Evil, diretto nel 2022 da Christian Tafdrup. Ieri, durante il panel Universal Pictures al CinemaCon di Las Vegas, non solo abbiamo saputo che il film uscirà al cinema il 13 settembre di quest’anno, ma è stato anche mostrato il primo trailer, che vi proponiamo nella sua versione internazionale qui sotto.
His Dark Materials – Queste Oscure Materie: una serie tra steampunk e metafisica
Nel 1995 uscì in Inghilterra il primo volume di una serie per ragazzi rivoluzionaria, quasi pioneristica, il cui spessore letterario, decantato dalla critica di tutto il mondo, è al giorno d’oggi ancora un miraggio per pochi autori del genere young adult. Stiamo ovviamente parlando della saga intitolata Queste Oscure Materie del genio di Philip Pullman il cui primo romanzo La Bussola d’Oro è stato vittima di un orripilante adattamento cinematografico del 2007 che non è riuscito a valorizzarne appieno le complessità tematiche.
IT – Capitolo Due, la recensione
In coda al romanzo di Stephen King IT possiamo leggere una dedica che l’autore fa ai suoi tre figli: “il romanzesco è la verità dentro la bugia, e la verità di questo romanzo è semplice: la magia esiste”.
La magia esiste. Una frase semplice, musicale, perfetta come tagline di un film fantasy per ragazzi prodotto negli anni ’80. Il leitmotiv di un romanzo epocale, di una storia di formazione che ha segnato un’intera generazione, il sublime di un’opera che non risparmia crudeltà, orrore, angoscia. È quel fine liberatorio che permette ai bambini di crescere ma rimanere comunque Peter Pan, quella bugia che nasconde una verità universale.
Non sono molti i romanzi, in epoca contemporanea, capaci di sedimentarsi nell’immaginario di una generazione così come lo ha fatto IT (almeno non i romanzi obiettivamente di qualità) e, forse anche grazie alla miniserie Tv del 1990 che fu tratta dal romanzo, il pagliaccio Pennywise e il Club dei Perdenti sono entrati di gran foga nel background culturale di chi è stato adolescente negli anni ’90. A rinnovare questa tradizione ci ha pensato il regista argentino Andrés Muschietti imbarcandosi nella pericolosissima avventura propostagli dalla Warner Bros, ovvero dirigere il primo adattamento cinematografico del romanzo-fiume di King che, saggiamente, viene diviso in due capitoli.
Submergence, la recensione
La storia dei due amanti separati dalle circostanze protagonisti di Submergence è un bel polpettone di dramma e speranza che abbraccia una moltitudine di generi (romantico? thriller di spionaggio?) e che affronta non poche tematiche (crisi geologica, scoperta delle oceaniche profondità, Jihad) ma che purtroppo fatica a trovare una sua reale identità.
Danielle (Alicia Vikander) è una bio-matematica e studia le profondità dell’oceano ancora inesplorate; in un idilliaco albergo in cui soggiorna, incontra James (James McAvoy), una spia scozzese. Nell’arco di qualche giorno e a seguito di una serie di scambi di battute discutibili, scocca la scintilla e tra un camminata in spiaggia e una partita a Shangai i due si innamorano profondamente soffrendo terribilmente al momento della separazione.
X-Men: Dark Phoenix, incontro con il cast
Poco prima dell’uscita di X-Men: Dark Phoenix, nei cinema dal 6 giugno con 20th Century Fox, abbiamo avuto modo di assistere alla conferenza stampa esclusiva per l’Italia per la promozione dell’ultimo film della saga dedicata ai mutanti della Marvel. Hanno preso parte alla conferenza, in diretta streaming da Londra, il regista e sceneggiatore Simon Kinberg e gli interpreti Michael Fassbender, James McAvoy, Jessica Chastain e Sophie Turner.
X-Men: Dark Phoenix, la recensione
Il dodicesimo film della saga Fox sugli X-Men si lascia guardare con un pizzico di nostalgia crepuscolare perché ha il sapore dell’addio forzato.
X-Men: Dark Phoenix è l’ultimo film della saga dei mutanti Marvel, l’ultimo letteralmente, almeno della gestione 20th Century Fox. Ma, allo stesso tempo, non è un film pronto a dar l’addio ai sui personaggi, non lo è come lo è stato, ad esempio, in maniera intelligente e struggente Logan per quanto riguarda il personaggio di Wolverine. Dark Phoenix, invece, nonostante una chiusura dalla saga a costruzione circolare, è palesemente incline a proseguire le storie dei suoi splendidi personaggi, ad aggiungere dettagli alla mitologia, a sviluppare e argomentare la sempre complessa e complicata convivenza tra umani e mutanti.
Glass, la recensione
Nel 2000 abbiamo fatto la conoscenza di due personaggi in qualche modo iconici: il “super-uomo” David Dunn e il “super-criminale” Elijah Price, noto come Uomo di vetro. Con i volti rispettivamente di Bruce Willis e Samuel L. Jackson, i due definivano inconsapevolmente le basi per quello che sarebbe stato il cinema dei super-eroi, che da X-Men di Bryan Singer e Spider-Man di Sam Raimi, fino all’affermazione con i Batman di Christopher Nolan e il Marvel Cinematic Universe iniziato con Iron Man nel 2008, sarebbe diventato uno dei generi di maggior successo del panorama cinematografico. David Dunn ed Elijah Price erano i protagonisti di Unbreakable – Il predestinato, secondo lungometraggio di “peso” firmato da M. Night Shyamalan dopo il successo internazionale di The Sixth Sense – Il sesto senso.
Atomica Bionda, la recensione
C’è una generazione di giovani registi che sta rifondando il cinema action cominciando dalle sue basi: la gestione dell’azione. Matthew Vaugh, Edgar Wright, Gareth Evans, Chad Staheski e David Leitch, solo per fare alcuni nomi, sono i nuovi Walter Hill e George Miller, cresciuti a pane e coreografie forsennate, capaci di infondere una particolare personalità a opere che, sulla carta, non avrebbero un appeal troppo forte proprio perché è l’azione a fare la differenza. Ed è grazie a questi “eroi” e a una serie di film dal grande impatto spettacolare prodotti in questi ultimissimi anni che possiamo tranquillamente affermare che il cinema action (soprattutto americano) sta incontrando una nuova età d’oro.