I 5 migliori film del 2015 secondo DarksideCinema.it
All’alba del nuovo anno, che ci auguriamo possa offrici chicche cinematografiche uniche, vi proponiamo la nostra classifica sull’annata appena conclusa. Una manciata di titoli, cinque per l’esattezza, che possa offrire il nostro punto di vista sul meglio passato nei cinema italiani durante il 2015. Per offrirvi una panoramica quanto più completa possibile, il meglio del 2015 ha diversi punti di vista, che corrispondono alle diverse firme di DarksideCinema.it.
Naturalmente, nessuna delle nostre classifiche ha la pretesa di essere completa ed esaustiva, poiché fa riferimento solo ai titoli che ognuno di noi è riuscito a vedere quest’anno. Come noterete, i nostri giudizi sono, in molti casi, nettamente contraddittori, mostrando così la grande varietà di gusti che risiede dietro le firme di DarksideCinema.it.
E voi, in quale Top 5 vi riconoscete maggiormente? Fatecelo sapere commentando questo articolo oppure sulle nostre pagine social Facebook e Twitter.
Per scoprire quali sono, invece, secondo noi i peggiori film del 2015 potete cliccare qui.
Ci auguriamo un nuovo anno ricco di grandi film e auguriamo a voi un 2016 da veri darksiders!
Roberto Giacomelli
- KINGSMAN – SECRET SERVICE
L’accoppiata Matthew Vaughn e Mark Millar fa un altro centro dopo Kick-Ass! Ancora una graphic novel di Millar portata sullo schermo dall’ottimo regista di X-Men: L’inizio per una sfrenata parodia dello spy-movie. Scene d’azione incredibili, violenza a go-go, bei dialoghi e tante trovate geniali. Perfino Colin Firth fa la sua porca figura in un ruolo a lui poco consono. Insomma, imperdibile!
- SUBURRA
Alla sua seconda opera cinematografica dopo A.C.A.B. e con una gavetta nelle più belle serie televisive italiane di sempre (Romanzo Criminale e Gomorra), Stefano Sollima firma uno dei film italiani più appassionanti e potenti almeno degli ultimi 20 anni. Un noir attuale, viscerale, diretto, fotografato e interpretato benissimo. È questo il cinema italiano che vogliamo!
- BIRDMAN o (l’imprevedibile virtù dell’ignoranza)
Con un 2015 all’insegna di due film Marvel molto belli (Avengers: Age of Ultron, Ant-Man) salutiamo come miglior super-eroe dell’anno il più atipico del lotto: l’uomo-pennuto creato da Iñárritu e interpretato da Michael Keaton. Trionfatore agli Oscar, Birdman è una gigantesca metafora sul mondo dello spettacolo e su come la finzione possa fagocitare la realtà. Ricco di intuizione registiche, con una sceneggiatura gigantesca e interpretazioni da applauso. Il meglio del cinema “serio” americano del 2015 sta qui.
- STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA
Probabilmente era il film più atteso del 2015… ma forse dal 2014. Le aspettative altissime però sono state premiate e l’Episodio VII, che porta la firma di J.J. Abrams, è quello che tutti i veri fan di Guerre Stellari avrebbero voluto. Abrams è andato sul sicuro e ha fatto centro: tutto il meglio della trilogia classica è compreso in Il Risveglio della Forza con quel sense of wonder che forse mancava alla trilogia prequel. Il risultato è un’avventura avvincente dove il vecchio e il nuovo si uniscono con l’intento di catturare più generazioni: un’operazione studiata a tavolino ma realizzata davvero bene.
- MAD MAX: FURY ROAD
L’ironia è che in un panorama come quello del cinema americano odierno dove l’azione assume connotati quasi “pornografici”, la miglior prova action è stata data da un settantenne che viene del cinema anarchico degli anni 80, George Miller. Il reboot di Mad Max, lungamente annunciato e poi rinviato, è un’opera potentissima, un film d’autore quasi sperimentale in cui Miller riesce a superarsi e realizza il Mad Max migliore della saga. Una corsa lunga due ore dove il nuovo Max ha il volto (giusto) di Tom Hardy, ma a conquistare tutti è la figura punk dell’Imperatrice Furiosa, che ha il viso sofferto di Charlize Theron, qui davvero da Oscar.
Susanna Norbiato
- Kingsman – Secret Service
Per tutti gli insofferenti di James Bond e Jason Bourne, per coloro che “i veri gentleman sono solo inglesi e portano il completo”, ma soprattutto per i fan dei carlini… QUESTO è il film che stavamo aspettando! Matthew Vaughn torna a farci divertire con un’opera che per molti aspetti ricorda Kick Ass ma che a tratti dimostra una maturità diversa. Kingsman è esagerato, rumoroso, violento (di una violenza prettamente fumettistica) ma comunque più inquadrato rispetto al suo predecessore, più consapevole della sua natura. Complice sicuramente anche il cast che tra i principali interpreti vede Colin Firth, Mark Strong e un eccezionale Samuel L. Jackson.
- Wolf Creek 2
Un geniale tributo al cinema horror e di suspance, scritto e diretto dal regista australiano Greg McLean. Infarcito di citazioni per cultori e non, Wolf Creek 2 è un film dinamico e di grande intrattenimento, che dosa con abilità orrore e commedia, rendendosi fruibile da un pubblico più vasto rispetto al primo capitolo. Mick Taylor torna ad uccidere e il consiglio per tutti è: studiate bene la storia dell’Australia, non sapete mai quando e come potrebbe tornarvi utile!
- Mad Max – Fury Road
L’avrei messo in cima al podio se non fosse che gli altri due posti erano inamovibili. Solo a scriverne il titolo l’animo ruggisce! E c’è gente a cui non è piaciuto. Mah.
Mad Max è un orgasmo visivo, una red bull iniettata direttamente in vena. Un film immersivo che dal divano ti catapulta in mezzo al deserto in fuga a bordo della blindocisterna di Furiosa in un turbinio di sabbia e sangue. Charlize Theron divora la scena interpretando uno dei personaggi femminili più affascinanti che il cinema ci abbia regalato negli ultimi anni. Per me, imperdibile.
- Inside Out
Probabilmente il miglior film della Pixar insieme a Wall-E e alla trilogia di Toy Story, Inside Out non è tanto un cartone per bambini, quanto un modo per ricordare agli adulti com’era essere bambini. Ingegnosità e cura maniacale per ogni dettaglio, fanno sì che la Pixar si riconfermi ancora una volta la punta di diamante dall’animazione contemporanea, in grado di dare volto (letteralmente) alle nostre emozioni. Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto sono esseri viventi con una personalità tutta loro che rispecchia la loro più intima natura. Come per gli esseri umani, il segreto del successo è la cooperazione.
- Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza)
Vincitore dell’Oscar (meritatissimo) come Miglior Film, l’opera di Iñárritu compie un’interessante riflessione sulla situazione dell’industria cinematografica contemporanea e in particolare sul complicato rapporto con i grandi franchaise dedicati ai supereroi. Il protagonista Micheal Keaton offre quella che probabilmente sarà l’interpretazione della vita, raccontando la carriera di un attore brillante in un mondo ingrato e strutturato di luoghi comuni.
Sempre in bilico tra verosimile e surreale, il film è sperimentale tanto nei contenuti quanto nella forma, interamente girato in piani sequenza collegati tra loro con abili escamotage per rendere la visione fluida e continuativa.
Giuliano Giacomelli
- IL RACCONTO DEI RACCONTI
Principesse, streghe, draghi e orchi malvagi. Non è il nuovo film di Peter Jackson ma l’ultimo film di Matteo Garrone che – in via del tutto eccezionale – porta sul grande schermo un fantasy nudo e crudo ispirato alle celebri fiabe di Giambattista Basile. Atmosfere inquietanti, effetti speciali di qualità, location naturali suggestive. Un’operazione importante che serviva al nostro cinema.
- BABADOOK
Jennifer Kent è riuscita a fare quello che quasi nessuno è riuscito a fare al cinema: rendere l’uomo nero realmente spaventoso. E c’è riuscita perché il suo film è scritto e realizzato con intelligenza, lontano dalle solite dinamiche del cinema horror ma più in sintonia alla grammatica del dramma psicologico dal sapore freudiano. La morbosità e la maniacalità con i quali la Kent porta avanti il racconto si traduce in un horror realmente angosciante e disturbante. Un’opera complessa e ben strutturata capace davvero di lasciare una malsana sensazione di disagio nello spettatore.
- SUBURRA
Non poteva che spettare a Stefano Sollima l’arduo compito di riportare alta la tradizione del genere in Italia e così, dopo i grandi successi televisivi di Romanzo Criminale e Gomorra, Sollima porta in sala la sua opera seconda facendo un centro clamoroso. Un noir metropolitano sporco, umido e cattivo pronto a ricordarci che anche in Italia possono essere realizzati film commerciali di qualità straordinaria. Regia attenta, attori perfettamente in parte, sceneggiatura d’acciaio. Il miracolo italiano si chiama “Suburra”.
- INSIDE OUT
La Pixar Animation Studios è riuscita a superarsi e Inside Out è, probabilmente, il film più completo e maturo che abbia mai realizzato. Una storia originale, realizzata con intelligenza e sentimento, che ci dimostra una volta per tutte che il film d’animazione può essere uno spettacolo perfetto non solo per i bambini ma anche per i grandi. Visivamente incantevole, Inside Out riesce a divertire e commuovere attraverso soluzioni degne del miglior cinema. Una sceneggiatura di ferro, personaggi magnificamente delineati e tanta voglia di farci riflettere su ciò che accade nella nostra testa man mano che diventiamo grandi. Sorprendente!
- MAD MAX: FURY ROAD
Trent’anni dopo Mad Max – Oltre la sfera del tuono, George Miller dona nuova linfa a quell’immaginario distopico post apocalittico da lui creato nel 1979. Attraverso un film che non è un remake, non è un sequel e non è un reboot, Miller riscrive le regole del cinema d’azione attraverso un film senza precedenti nello stile e nella struttura. 120 minuti di azione no-stop, una corsa automobilistica lunga un film. Tom Hardy e Charlize Theron più vivi che mai. Un’opera immensa che riporta in auge e definisce il filone post-apocalittico. Un film assolutamente perfetto!
Claudio Rugiero
- SECOND CHANCE
Film danese della regista Susanne Bier. Un film importante e profondo, che solleva interrogativi forti, di grande impatto morale. Vanta un cast eccellente e una narrazione che tiene gli occhi incollati sullo schermo, e per certi versi simile a quella de Il capitale umano. Il miglior film della Bier.
- WHIPLASH
Damien Chazelle usa un plot già visto, seppur arricchito con momenti forti, per portare avanti un discorso sul ritmo sonoro. È un film incandescente, che tiene gli occhi (e le orecchie) incollati grazie a un ritmo che va sempre più in crescendo fino all’esplosione nel climax finale. Una perfetta sincronia ritmico-visiva mai vista prima.
- NON ESSERE CATTIVO
Opera postuma del regista Claudio Caligari. È un film che ha una storia produttiva piuttosto travagliata, ma che valeva la pena di vedere in sala. Come Garrone, anche Caligari cerca di alimentare un territorio narrativo per nulla esplorato nel nostro paese. Lo si può considerare di una narrativa in bilico tra il wild e il pulp, che sembra evocare Easy Rider e Cuore selvaggio.
- BIRDMAN
Iñárritu firma il suo “8 ½” attraverso la storia di un attore fallito. Una narrazione anarchica, lontana dalle regole tradizionali, che ci porta dentro un mondo di piccoli uomini dall’ego gigante, tutti concentrati sulle proprie debolezze. Un film metaforico che mescola Carver, Fellini e Lynch.
- IL RACCONTO DEI RACCONTI
Matteo Garrone realizza il film più interessante e incisivo dell’anno, compiendo un excursus nel territorio del fantasy, genere completamente assente dalla nostra filmografia, realizzando un film più sofisticato che diviene piuttosto una riflessione sulle radici e il senso di questo stesso genere. Un film evocativo in cui il fantasy si impregna di sofferenza. Bellissimi movimenti di macchina.
Rita Guitto
- Italiano medio
Forse è strano trovarselo in una top 5 dei film migliori del 2015, ma chi scrive lo ha preso sul serio e reputa Italiano Medio un film intelligente che rispecchia parecchio la nostra società. Il debutto cinematografico di Marcello Macchia, aka Maccio Capatonda, non ha deluso i suoi fan che temevano una mancata coerenza con lo stile del personaggio. Grandi risate, situazioni impossibili, colte citazioni e una critica sociale svolta con semplicità. Un film acuto per persone acute.
- Wolf Creek 2.
Divertente, violento, ben girato e ricco di momenti memorabili. Wolf Creek 2 è un film che entusiasma in ogni sua scena, soprattutto se si parla di canguri. Capolavoro!
- Kingsman – Secret Service
Un Colin Firth come non lo avevamo mai visto, protagonista di una delle scene di combattimento più belle degli ultimi anni e che ha costretto, per questa ragione, chi scrive ad inserire con fermezza questo film tra i migliori del 2015. Tanto sangue, tanta ironia e, per bilanciare, tanto aplomb inglese. Un misto di situazioni che fa di Kingsman uno spy-movie innovativo che però non si scoraggia nel citare apertamente i grandi classici del genere.
- Mad Max – Fury Road
Semplicemente un film che ci attacca alla poltrona per tutta la sua durata e che non ci lascia nemmeno un attimo di tregua. Un susseguirsi irrefrenabile di situazioni con un ritmo rabbioso. Esteticamente perfetto, una goduria per gli occhi di chi guarda. Tom Hardy e Charlize Theron ci regalano un’interpretazione molto intensa.
- Birdman (o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza)
Il regista messicano Iñárritu ci regala una critica spietata al mondo dello spettacolo raccontato tramite meravigliosi virtuosismi registici che lasciano tutti a bocca aperta; piani sequenza lunghissimi e perfetti, inquadrature innovative, montaggio strepitoso anche se “invisibile”, sceneggiatura impeccabile e attori sublimi. Un capolavoro meta-cinematografico che ha fatto sciogliere gli spettatori sulla poltrona. Una buona lezione di cinema per tutta Hollywood e dintorni.
Samuele Petrangeli
- Sicario
Film imperfetto, dalla sceneggiatura forse troppo classica (anche se il gioco fra classicismo e ribaltamento è uno dei punti centrali), ma Villeneuve sa girare le scene thriller come pochi altri. Ogni sequenza d’azione vale, e supera, ogni possibile falla di sceneggiatura. Di una bellezza estetica disarmante, tra l’altro.
- 45 anni
Andrew Leigh si riconferma dopo Week End un grande regista di piccoli film. Questa volta è al centro della pellicola la storia di una coppia di coniugi che si trovano a riflettere sull’amore e sul tempo alla soglia dei 45 anni di matrimonio. Devastante e straziante, eppure al contempo dolce e pieno d’amore, quello vero.
- Mad Max: Fury Road
Circola in rete che l’idea iniziale di Miller fosse quella di girare il quarto capitolo di Mad Max totalmente privo di dialoghi. Poi, probabilmente è stato costretto a cambiare idea, e ha aggiunto qualche grugnito per Tom Hardy. Il resto è cinema puro. Probabilmente, diverrà il paragone sgradito di tutti i prossimi film action del decennio.
- Mia Madre
Se Mad Max era cinema di pure immagini, nel film di Moretti al centro sono le parole. Quelle non dette e quelle che non verranno più dette dalla madre morente. Un film al contempo autobiografico, intimo e malinconico, ma comunque mettendo sempre al centro l’analisi di Moretti sul cinema e su come esso possa raccontare la morte.
- Vizio di forma
Il grande merito del film di Anderson non sta tanto nell’essere riuscito a trasporre gli eventi del libro di Pynchon, quanto a rendere l’atmosfera che si respira nei suoi romanzi. Molti lo hanno paragonato a Il grande Lebowski. Vero. Perché, in fondo, Vizio di Forma e il Drugo affondano entrambi le proprie radici nel grande calderone post-moderno, di cui il film di Anderson è summa e conclusione.
Matteo Illiano
- Ex-machina
Il claustrofobico sci-fi di Alex Garland hai i suoi punti deboli ma è in questa Top 5 per la forza travolgente dei suoi buoni momenti narrativi ricchi di domande difficili a cui non è così semplice dare una risposta certa. Si ripropone un tema ormai usurato come quello dell’intelligenza artificiale ed il suo rapporto con l’uomo (vedi lo splendido Her) ma è reso completamente unico grazie ad un singolo ambiente, personaggi originali ed irregolari ed un’ottima sceneggiatura.
- The Tribe
Un film minuscolo e rivoluzionario, uno dei più innovativi dell’anno per quanto riguarda le tecniche narrative. Non avrà lasciato una traccia nei botteghini ma ha lasciato un segno indelebile in tutti coloro che l’hanno visto. Il linguaggio dei segni, senza nessun sottotitolo, fa vivere al pubblico un’esperienza inedita e straniante. In maniera quasi grezza, fotografa la crudeltà umana in tutta la sua essenzialità.
- La teoria del tutto
Nell’era della mania dei biopic questo film ha consacrato definitivamente Eddie Redmayne come attore dell’anno (Oscar come migliore attore protagonista). La storia di Stephen Hawking è narrativamente lineare ma estremamente emozionante grazie a due grandi interpreti (lode al merito anche alla bravissima Felicity Jones) e a dei dialoghi ben scritti e bilanciati che non si lasciano incastrare nelle banalità del genere cinematografico. Drammaticamente riuscito in tutto le sue parti.
- Il racconto dei racconti
Uno dei migliori film italiani dell’anno e, senza alcun dubbio, il più coraggioso. Matteo Garrone si inoltra nell’universo fantasy, completamente sconosciuto al panorama cinematografico italiano, e lo fa con un occhio astuto che oscilla tra la magnifica tradizione made in Italy (riprendendo le affascinanti fiabe di Giambattista Basile), un cast internazionale e le nuove tecnologie accompagnate da molti esterni reali o ricostruiti alla vecchia maniera. Il risultato è una pellicola innovativa che ci fa comprendere che draghi, regine vendicative, costumi maestosi ed atmosfere da fiabe dark non sono priorità assoluta del cinema americano.
- Inside Out
La Pixar crea un piccolo/grande gioiello che farà la storia. E non stiamo parlando della storia dell’animazione, ma della storia del cinema. Dopo Wall-e, che aveva rivoluzionato il modo di raccontare, il regista Pete Docter ci fa immergere in uno degli antri più complessi dell’essere umano: la nostra mente. Si riescono a raccontare le nostre emozioni in maniera essenzialmente profonda; i grandi messaggi del film arrivano dritti al punto molto meglio di tante pellicole dai discorsi altisonanti e vuoti. Un racconto di formazione che coinvolgerà ognuno di noi e saprà toccare il cuore di ogni età come solo i più grandi film Pixar riescono a fare.
Francesco Costantini
- STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA
Ci sono riusciti. J.J. Abrams, Lawrence Kasdan, Daisy Ridley, Kathleen Kennedy, chi diavolo volete. Il punto è che ci sono riusciti. Le aspettative erano mostruose, e non sono state profanate. Episodio VII cancella il ricordo dei terribili prequel, riavvia il discorso chiuso con Il Ritorno dello Jedi, mixa il vecchio e il nuovo con maestria e intelligenza, accosta l’azione alla malinconia e la malinconia all’umorismo, emoziona e diverte. Niente orribili bestiacce gettate in pasto al pubblico per pure esigenze di merchandising, questa volta. Rian Johnson, adesso sono davvero affari tuoi.
- TIMBUKTU
Una precisazione. Il film è del 2014, presentato in concorso e premiato al Festival di Cannes in quell’anno, ma scelte della distribuzione italiana lo portano sui nostri schermi nel Febbraio del 2015. Che dire di Timbuktu? Tragico, ironico, potente, assurdo e commovente, il film di Sissako è un inno alla libertà, alla vita e alla dignità dell’uomo calpestata dal cappio soffocante, e al tempo stesso ridicolo, del fondamentalismo. Necessario e di strettissima attualità.
- MAD MAX: FURY ROAD
Visivamente, superbo. Un cast ad altissimi livelli, su cui spicca una sontuosa Charlize Theron, alla migliore prova della sua carriera. Tom Hardy regge alla grandissima il confronto con Mel Gibson. Femminista, senza dubbio, ricco di idee di regia e idee di sceneggiatura, implacabile e velocissimo in termini di azione, il film ha anche una sua profondità tematica. Riesce ad essere contemporaneamente il più bel blockbuster e uno dei più riusciti film d’autore dell’anno.
- 45 ANNI
Anatomia di un matrimonio. Un melò teso e vibrante come un thriller, un dramma potente e sottile. Merito della regia rigorosa di Andrew Haigh, e dell’alchimia fra i due straordinari protagonisti, Tom Courtenay e Charlotte Rampling. 45 Anni è cinema d’autore nel senso migliore del termine: intelligenza, sottigliezza, maturità, eleganza di messa in scena che non si traduce mai in vuota ridondanza stilistica. Per nulla arrogante, intrattiene senza mai mortificare l’intelligenza e il gusto artistico dello spettatore.
- INSIDE OUT
Il 95% delle volte tu dici, questo film è un capolavoro, e sai benissimo che la stai sparando grossa. La realtà, anche quella cinematografica, non risparmia le sue delusioni. Poi c’è quel rarissimo e preziosissimo 5% di possibilità che, una volta tanto, la dannata ruota giri per il dannato verso giusto. Quentin Tarantino sostiene che non dovremmo aspettarci niente di più di un solo grande film all’anno. Non sono d’accordo con lui, comunque si può dire che grazie a Inside Out la media per il 2015 è stata rispettata. Perché gente, questo film è un capolavoro. La fatica di crescere, mostrata scavando nell’interiorità di una bambina; le emozioni al lavoro, l’amico immaginario…La verità è che Inside Out è divertente, originale, poetico, commovente, accessibile a chiunque abbia un’anima. Chissà che non arrivino sorprese dall’Academy fra qualche settimana. Il film le meriterebbe.
Giulia Sinceri
- HUNGRY HEARTS
Il film di Saverio Costanzo è viscerale, come l’amore che Mina (interpretata da Alba Rohrwacher) prova per suo figlio. E’ rigoroso, serrato e claustrofobico, ma nonostante ciò non risulta mai analitico né tanto meno provoca un distacco nello spettatore: è un crescendo di intensità, che va da momenti di indimenticabile poesia (il primo incontro tra Jude e Mina; il loro matrimonio; la struggente chiusa finale) a scene quasi insostenibili, rese ancora più disturbanti dall’uso smodato del grandangolo. Un piccolo grande film, che si serve di un argomento attuale per descrivere una storia d’amore malata ma reale e impetuosa come la vita stessa.
- BIRDMAN o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza)
Una parabola caleidoscopica sul cinema e la vita, la demolizione dei codici registici attuali, il cinema come il teatro, la vita in presa diretta, l’importanza di scollarsi le etichette di dosso, i dialoghi tra i personaggi di Emma Stone e Edward Norton, Michael Keaton che passeggia stralunato, in mutande, in mezzo a una Times Square più stralunata di lui, Raymond Carver, ma soprattutto Birdman che ci insegna che si può, anzi si deve chiedere di più al cinema, non dev’essere facile la visione di un film, non ci deve essere già la pappa pronta lanciata in faccia allo spettatore, buoni e cattivi i buoni vincono, come nei film dei supereroi che Iñàrritu critica con graziosa ferocia, le visioni di Keaton nel film sono reali? Cos’è che desidera veramente? La scena finale cosa significa? Chissenefrega dico io, ognuno può ricavare la propria idea sul film dal film stesso, nel bene o nel male, ci sono tanti strumenti di lettura, anzi sono infiniti, l’importante è riflettere, andare oltre, e per questo mille volte grazie Birdman (sì questa recensione è un misero tentativo di tradurre il piano-sequenza cinematografico in scrittura).
- LATIN LOVER
Il delizioso film di Cristina Comencini è innanzitutto un bellissimo omaggio al cinema italiano e ai divi di un tempo ma anche un esempio che sì, c’è speranza! Un film corale e al femminile made in Italy non deve per forza scadere nei cliché! Evviva! Ci possono essere personaggi ben costruiti, diversi dal solito, persino molto divertenti! Si può realizzare una pellicola spiritosa e raffinata, che presenta sì dei caratteri nostrani, ma senza farne a tutti i costi il marchio di fabbrica del film o, peggio, scimmiottare le commedie d’oltreoceano! Dedicato a tutti coloro che “il cinema italiano è morto!”. Magari non è in ottima forma, ma lotta e vive insieme a noi, come i punti esclamativi in questa recensione.
2. RITORNO ALLA VITA
Wenders sperimenta di nuovo il 3D per uno di quei drammoni che piacciono a lui. Ma presto capiamo di essere di fronte a qualcosa di singolare ed infinitamente più introspettivo, rispetto ai suoi film passati, grazie alla manifesta mancanza di uno dei tratti più distintivi del regista: l’assenza della musica. Il protagonista James Franco sta ascoltando la radio sulla sua jeep, parte una canzone coinvolgente, quando accade qualcosa che gli cambierà la vita. E Wenders rispetta più che mai la disperazione totale che avvolge Franco; stavolta nessuna musica potrà accompagnare il viaggio del protagonista, tema tanto caro al regista tedesco. Sono questi dettagli che fanno la differenza, come la luce del mattino che illumina il volto di Franco nel finale del film: attenzione, non aspettatevi nessun fascio di luce dal significato religioso, è solo una lucina calda, sapete quella dell’alba che promette una giornata piena di sole? Ecco, così. E da questo piccolo, apparentemente insignificante particolare che capiamo che Franco se la caverà, che forse andrà tutto bene e ritornerà davvero alla vita. Senza aggiungere frasi melense e vuote. Qui sta tutta la grandezza di Wenders, la sua capacità di comunicare attraverso canali inusuali ma tanto più diretti.
- MAD MAX: FURY ROAD
Il cinema come intrattenimento allo stato puro. Capolavoro.
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