I 5 peggiori film del 2015 secondo DarksideCinema.it
Se in questo precedente articolo vi abbiamo parlato dei migliori film del 2015 secondo la redazione di DarksideCinema.it, non potevamo esimerci dall’ingrato (ma divertentissimo!) compito di stilare anche la classifica dei peggiori film visti nei cinema italiani durante lo scorso anno. Si tratta sempre di una cinquina di titoli, una Flop 5 che possa offrire un nostro punto di vista sul peggio cinematografico del 2015.
Naturalmente, nessuna delle nostre classifiche ha la pretesa di essere completa ed esaustiva, poiché fa riferimento solo ai titoli che ognuno di noi è riuscito a vedere quest’anno. Come noterete, i nostri giudizi sono, in molti casi, nettamente contraddittori, mostrando così la grande varietà di gusti che risiede dietro le firme di DarksideCinema.it.
E voi, in quale Flop 5 vi riconoscete maggiormente? Fatecelo sapere commentando questo articolo oppure sulle nostre pagine social Facebook e Twitter.
Ci auguriamo un nuovo anno ricco di grandi film e auguriamo a voi un 2016 da veri darksiders!
Roberto Giacomelli
- CENERENTOLA
La Disney ha appena cominciato e già la sta facendo ampiamente fuori dal vasetto! Il successo del già brutto Alice in Wonderland (di cui è pronto il sequel) ha dato il via a tutta una serie di rifacimenti live action di fiabe portate al successo da iconici film d’animazione. Ma finchè si tenta la carta della rielaborazione personale, come è accaduto con Maleficent, passi pure, con Cenerentola non c’è altro che la mera riproposizione, passo passo, del cartoon, senza tralasciare perfino le molte stucchevolezze. E in cabina di regia c’è un Kenneth Branagh prono a 90° e praticamente irriconoscibile.
- CINQUNATA SFUMATURE DI GRIGIO
Sarà banale mettere questo brutto film di cui tutti hanno parlato (per lo più male) e che ha incassato tanti soldi tra i peggiori dell’anno, ma tant’è. Alla base c’è un pessimo romanzo per casalinghe, l’autrice aveva fin troppa voce in capitolo nella trasposizione, dunque farne un buon film era cosa ardua …e così è venuto fuori quello che ci si aspettava: una robetta pubblicizzata come trasgressiva ma che non farebbe arrossire neanche un’educanda del convento delle Orsoline. Piattissimo, di conseguenza noioso, con bruttissimi personaggi e con frequenti scivoloni nel ridicolo involontario. È già pronta la parodia.
- LA VITA OSCENA
Tra questo orrido film di Renato De Maria e il pasticcio di Giuseppe Gaudino che risponde al titolo Per amor vostro, era arduo scegliere il peggior titolo italiano dell’anno. Alla fine questa “cosa” con Isabella Ferrari l’ha spuntata. Tratto da un romanzo di Aldo Nove, che ha anche scritto la sceneggiatura, La vita oscena è un film antipatico, presuntuoso e realizzato veramente male. Non si salva nulla: dalla voce over irritantissima e invadente alla storia sconclusionata a cui è impossibile appassionarsi, fino alle interpretazioni ridicole, a cominciare dall’estrema cagneria del protagonista. Un esempio su come NON realizzare un film.
- IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO
Avete presente quei tv movie che tra la fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio andavano spesso in onda il sabato sera su Rai 2 oppure d’estate su Canale 5? Il ragazzo della porta accanto, di un ormai bollitissimo Rob Cohen, è una versione sciatta di quei già sciatti film. Tutto ruota attorno a Jennifer Lopez che si fa il ragazzetto vicino di casa e poi scopre che è uno psicopatico che comincia a ricattarla. Un thiller così già visto, insulso, puerile e anche squalliduccio nella messa in scena da far quasi tenerezza. Sorprende che sia uscito al cinema. Oggigiorno escono direct-to-video film di gran lunga superiori!
- JUPITER – IL DESTINO DELL’UNIVERSO
Cari Andy e Larry…pardon…Lana Wachowski, è inutile che spendete tutti questi milioni di dollari, ormai s’è capito che con Matrix nel 1998 c’avete avuto solo un gran culo! Da allora non ne hanno azzeccata più una, anzi spesso cadono così in basso da far dubitare sulle loro reali capacità. Jupiter è un frullatone ultra-kitsch del peggio cinema fantasy anni ’80, visivamente poco accattivante, con personaggi poco interessanti interpretati da attori incapaci (Channing Tatum è un ibrido uomo-cane… AHAH, almeno l’ironia, dai) in cui perfino il premio Oscar Eddie Redmayne fa schifetto. Doveva essere l’inizio di una saga, ma il pubblico ha disertato le sale (giustamente), i produttori sono andati in rosso e per fortuna la cosa finisce qui.
Susanna Norbiato
- Big Eyes
Non è il peggior film dell’anno. È lento, noioso, se non c’era stavamo bene uguale, ma c’è Waltz e sono bravi e si può anche tener botta. Ho voluto inserirlo tra i film peggiori principalmente come sprona a Tim Burton per uscire da questa spirale di autocommiserazione. Perchè davvero Tim, non se ne può più. Dai che hai fatto Mars Attack, lascia perdere i bambini spiritati e vedi di rientrare in carreggiata.
- Cenerentola
La Disney sembra avere un problema con i live action tratti dai suoi classici più famosi. L’anno scorso con Maleficet, ispirato a La Bella Addormentata e complessivamente deludente, quest’anno con Cenerentola. Ma se nel caso di Maleficent era da ammirare almeno la volontà di proporre una rilettura della storia originale, in questo caso non solo la fiaba ci viene riproposta grossomodo pari pari al Classico animato, ma anzi, viene depurata da alcuni degli elementi che rendevano il film del 1950 più leggero e divertente. I poveri topolini, allora protagonisti quasi quanto Cenerentola, qui sono poco più che comprimari e i pochi hint interessanti sul passato della matrigna non bastano a risollevare lo spirito. E poi, lasciatemelo dire, basta con questa mania delle principesse hipster vegane!
- Jupiter – Il destino dell’universo
Grande Giove! L’unico pregio di questo film è il tentativo (Wachowsckis style) di creare una storia inedita, un franchaise che non sia la parte tre, sette, ventordici di qualcos’altro, ma una cosa nuova. Poi però basta. Jupiter è talmente confusionario, pacchiano, con un cast piazzato lì a caso (Eddy Redmayne la notte ancora si sveglia con gli incubi e inizia a dondolare) che l’unica mia speranza è che sia la volta buona che la smettano di provarci, ecco. Accontentatevi di Matrix, che anche di quello ne bastava uno.
- Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza
Vincitore del Leone d’Oro alla 71esima Mostra dell’arte cinematografica di Venezia, il film di Roy Andresson è ciò contro cui tutti gli amanti della settima arte dovrebbero lottare aspramente. Aldilà del suo valore intrinseco, la cosa su cui questo piccione dovrebbe riflettere più di ogni altra è la differenza tra un film e un’opera di videoarte. Perché se vederlo come installazione a loop in occasione della Biennale d’Arte mi avrebbe trovato favorevole, alle nove di mattina in sala dopo qualche scenetta trovare sollievo dall’eczema sembrava impossibile.
- Into the Woods
“Agonyyyyy!”
Mamma mia, mamma mia. Cosa si può dire di fronte ad una tale sfacciataggine? Nessuno e ripeto, nessuno aveva voglia di farla questa cosa. Rob Marshall (che ultimamente fa più danni di Uwe Boll) penso abbia pagato lui per dirigerla, Maryl Streep l’hanno ipnotizzata, Johnny Depp… eh. Coleen Atwood è l’unica a cadere sempre in piedi perché anche se non ha voglia basta prendere gli scarabocchi che fa sul giornale mentre sta al telefono e sono capolavori. Oltre al fatto che è il primo caso storico di musical in cui le canzoni nemmeno ci provano per sbaglio ad integrarsi bene nella trama, a confronto dei dialoghi le battute dei cuccioloni sembrano aforismi di Umberto Eco. No davvero non fatelo mai più, anzi se potete distruggete ogni singola copia esistente. Facciamo un falò per l’anno nuovo e non pensiamoci più.
Giuliano Giacomelli
- THE MARTIAN – SOPRAVVISSUTO
Ridley Scott chiama Matt Damon ad interpretare un astronauta accidentalmente dimenticato sul pianeta Marte. Dato per spacciato e con riserve di ossigeno e alimentari limitatissime, lui non si perde d’animo nemmeno per un istante. Tutt’altro. Scherza, coltiva patate con la sua merda e si “gode” la solitudine. C’è bisogno di andare avanti?
- MERAVIGLIOSO BOCCACCIO
Per la serie: largo ai giovani! I fratelli Taviani, che avranno conosciuto personalmente Boccaccio ai tempi del liceo, rievocano il “Decameron” in un film che urla finzione e ricostruzione scenica in ogni inquadratura. Un cast composto da tutti i vip più vip del momento per dare vita alle novelle più fiacche e meno interessanti del Decamerone. C’era più bontà ed attendibilità letteraria nei sottovalutati decamerotici italiani.
- THE REACH – CACCIA ALL’UOMO
All’uscita in sala, il film è passato piuttosto inosservato. Per fortuna. Un film pensato male, scritto male e realizzato anche peggio. Un thrilleruccio sbiadito e senza fantasia con Michael Douglas nei panni di un improbabile cattivo mammoletta. Il doppio finale, con colpo di scena, è assolutamente imbarazzante.
- AVENGERS: AGE OF ULTRON
Basta con questi film a marchio Marvel l’uno fotocopia dell’altro. Capitan America, Iron-Man, Thor e Hulk…ma anche Scarlett Johansson e quell’altro con l’arco…non sono più credibili come supereroi. Più che altro sembrano quello che sono: divi bellocci e palestrati desiderosi di ostentare la loro figosità in ogni inquadratura. Tanta noia e le poche scene d’azione sono tutte uguali.
- SOLDATO SEMPLICE
Un po’ dispiace ad eleggere a peggior film del 2015 questa piccola commedia scritta, prodotta, diretta e interpretata dal cabarettista “patacca” Paolo Cevoli. Ma devo essere coerente con me stesso e riconoscere che non mi era mai capitato prima di interrompere la visione di un film dopo 40 minuti per l’esagerata bruttezza del tutto. Non diverte, non emoziona, non fa riflettere. Irrita e basta. Il primo conflitto mondiale raccontato attraverso una sterile e rumorosa farsa che alterna situazioni da “Natale in casa Cupiello” a momenti insopportabili dettati dalla fastidiosa interpretazione sopra le righe del pessimo Luca Lionello.
Claudio Rugiero
- THE WALK
Un incrocio tra Vita di Pi e Hugo Cabret, ma non agli stessi livelli. Un film che fa il calco al “già fatto” solo per andare a colpo sicuro quanto ad incassi al botteghino. Noiosissima la voce fuori campo. E stavolta non c’entrano niente i doppiatori: l’ho visto in lingua originale ed è Joseph Gordon-Levitt che c’ha proprio la voce soporifera. I primi 20 minuti erano bellissimi, peccato. Alla fine è il solito film americano alla “Mio Dio, ce l’hai fatta!”
- AMERICAN SNIPER
Un war-movie di una staticità sconvolgente. Dall’inizio alla fine, tutto quello che si vede sono le telefonate tra l’eroe e la moglie. Dialoghi debolissimi e montaggio ripetitivo fino allo sfinimento. Non convince nemmeno l’eroismo o la morale patriottica che appaiono talmente sottintesi da risultare impercettibili.
- INSIDE OUT
Faccio la voce fuori dal coro, ma è un film irritante e con una sceneggiatura pure troppo elementare. E non lo giustifica il fatto che sia rivolto anche ad un pubblico infantile, visto che si prefigge scopi più alti. Di buono ha solo l’intuizione di partenza, ma poi si perde in una narrazione prevedibile e in una morale troppo semplicista.
- PER AMOR VOSTRO
Confuso, scoordinato e senza capo né coda. Non c’è una storia, c’è solo un personaggio con le sue giornate che si vanta di avere un passato che, però, non si capisce di preciso quale sia. Sembra più una scusa per giustificare l’incompiutezza del film, visto che è un tema che si dice centrale, ma che non viene minimamente approfondito.
- UNBROKEN
Film banalotto e mal diretto. Poteva essere una buona rivisitazione di Momenti di gloria, ma non riesce ad andare oltre una bella fotografia e dei bei costumi. Non c’è un personaggio, una regia o una storia in grado di colpire in maniera efficace e si finisce per guardarlo molto distrattamente.
Rita Guitto
- Reversal – La fuga è solo l’inizio
Messa in scena e montaggio molto interessanti accompagnati, però, da una sceneggiatura inconsistente, deludente e soprattutto banale. Un revenge-movie che promette ma non mantiene. Lo spettatore non riesce a immedesimarsi con la protagonista a causa dell’incoerenza e la poca verosimiglianza delle sue azioni e a causa di una mancata chiarezza di ciò che le è successo. Sicuramente abbiamo visto di peggio, ciò non toglie che un film così lascia frustrato lo spettatore e fa venir voglia di torturare in prima persona la protagonista, così giusto per sfogarsi.
- Hybris
Un debuttante e promettente regista giovanissimo accompagnato da un’altrettanta giovane troupe è riuscito a produrre un film horror così stantio che si stenta a credere provenga da una mente al di sotto dei 30 anni. Troppe parole, poca azione e assolutamente nessuna innovazione per una sceneggiatura già vista migliaia di volte e, per di più, confusa, fatta di drammi esistenziali e personaggi stereotipati e fintamente introspettivi. Un gran peccato poiché il film vanta una regia, una fotografia e una recitazione abbastanza interessanti.
- Into the Woods
In pratica l’autosabotaggio della Disney. Into the woods è un musical che non è piaciuto nemmeno agli amanti del genere né agli inossidabili fan della Disney. Troppo lungo, troppo noioso, a quindici minuti dall’inizio ci si chiede già quando finirà questa tortura. Ma Into the woods è soprattutto incoerente con se stesso e con quello che la Disney ci ha fatto conoscere fino ad ora con i suoi classici. Quello che più sorprende, infatti, è il messaggio assolutamente contrario alla morale disneyana del “vissero tutti felici e contenti”. I personaggi, poi, sono inconsistenti e spesso insopportabilmente antipatici e la mancanza di ritmo degli eventi, estremamente dilungati nella durata, sono la goccia che fa traboccare il vaso.
- Per amor vostro
Visto al Festival di Venezia, dove Valeria Golino si è pure aggiudicata la Coppa Volpi per la sua interpretazione. Un film pacchiano ed estremamente esagerato, un misto tra tragedia greca e sceneggiata napoletana accompagnato da un sottofondo musicale alla lunga stancante. Situazioni oniriche non necessarie come se piovesse e grande confusione. In conclusione, un film che su carta promette molto più di quanto offre e che sfinisce lo spettatore.
- La vita oscena
Anche questo visto al Festival del Cinema di Venezia (ma del 2014, anche se nelle sale italiane è arrivato nel 2015). Era IN CONCORSO nella sezione Orizzonti. Da non crederci. Il film più brutto e sconclusionato mai visto, peggio di una puntata dei Teletubbies e sicuramente più irritante. Nulla può essere salvato a partire dalla sceneggiatura (quale?), per arrivare agli attori inespressivi e poco convinti e convincenti. Degno di entrare nella classifica dei film più brutti di sempre e non solo tra quelli del 2015.
Samuele Petrangeli
- Forza Maggiore
Ennesimo film dove si punta all’arrogante idea che per fare un buon lungometraggio basti filmare tutto con inquadrature immobili e simil-surreali. Il tutto per affrontare temi che già al tempo di Ferreri apparivano superati: la fine del maschio.
- Wolfpack
Un gruppo di ragazzi sono stati cresciuti in un appartamento, potendo uscire una volta all’anno (quando andava bene), prima guardando centinaia di film, poi rimettendoli in scena loro. Un documentario sorprendente, se solo fosse stato girato da qualcuno in grado di farlo. E Crystal Moselle non lo è. Fra scelte facilone e totale mancanza di un approfondimento psicologico o umano, il più grosso rimpianto è che la loro storia non sia stata scoperta da qualcuno in grado di girare un documentario.
3. The Green Inferno
Quando Eli Roth gira un cannibal movie (nel 2015) nessuno si aspetta un capolavoro, ovvio. Ma almeno un cannibal movie. The Green Inferno non è nemmeno quello. Delle tre-quattro regole base del vecchio genere italiano (violenza, sesso e altra violenza) ci sta appena l’odore. È un po’ la versione mainstream di Cannibal Holocaust. In pratica, la sua versione brutta… e inutile.
- Spectre
Guardando la prima meravigliosa scena in un vertiginoso piano-sequenza si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un altro grande film di Bond girato da Sam Mendes, dopo l’ottimo Skyfall. E invece… Probabilmente Mendes ha scoperto solo dopo averla girata che gli restavano ancora 140 minuti di film da completare. E da lì il disastro e la noia.
- Youth – La giovinezza
Avete presente tutte le critiche rivolte a La grande bellezza? Borioso, estetizzato, vuoto? Ecco, Sorrentino ha deciso di porre fine a queste critiche girando Youth, con tutti questi difetti. Così da mettere d’accordo tutti. E per andare sul sicuro ha inserito una scena in cui le mucche muggiscono orchestrate.
Matteo Illiano
- Cinquanta sfumature di grigio
Il libro che ha fatto sognare le donne di mezzo mondo ed il film che ha fatto addormentare le stesse in sala. Non vogliamo banalmente criticare i dialoghi elementari e la recitazione da imbarazzo generale, ma la disfatta della pellicola è dovuta soprattutto da una scelta di marketing che ha portato il film ad essere più vuoto ed inutile di quanto si poteva immaginare. Pur di evitare la censura, la storia si è edulcorata e la camera non sapeva più chi o cosa riprendere. Tanta chiacchierata attesa per un film che non racconta nulla come dovrebbe.
- Fantastic 4
Qualcuno avrà lanciato qualche maledizione su questo sfortunato gruppo di supereroi che non riescono ad avere un adattamento cinematografico anche solamente guardabile. Non c’è mai fine al peggio, infatti, Josh Trank (tanto acclamato per Chronicle) è riuscito a confezionare un nuovo reboot dalla scarsa qualità generale in praticamente tutti i campi.
- L’A.S.S.O. nella manica
Essere un adolescente nell’era dei social network non è per niente semplice e perciò anche un teen movie dovrebbe essere fatto con molta cura. La storia di Bianca (Mae Whitman) ha delle buone potenzialità di partenza che però non vengono sfruttate in alcun modo: i personaggi non sono caratterizzati a sufficienza e questo comporta un’irrealtà dei rapporti che vengono a svilupparsi. Zero immedesimazione da parte dello spettatore e battute che non fanno neanche sorridere.
- PAN-Viaggio sull’isola che non c’è
Grande flop al botteghino e flop anche a livello qualitativo. La Warner non impara dagli errori Disney e bissa il deludente Il grande e potente Oz: entrambi, nonostante un cast all-star, non sono riusciti a riscrivere le grandi storie del passato. La trasposizione di Joe Wright vuole raccontare le origini di Peter Pan ma non arriva a dare alla storia un senso o una morale di fondo. Pan rimane un prequel molto confusionario che ci fa solo venir voglia di rivedere l’Hook di Steven Spielberg.
- L’esigenza di unirmi ogni volta con te
Tutto quello che proprio non quadra in un dramma italiano in una sola pellicola. Sceneggiatura inesistente e dialoghi poverissimi rendono i personaggi in balia di tematiche di grande spessore gestite in maniera sgradevole e brutalmente superficiale. La scena della violenza domestica tocca il momento più basso della pellicola. Tutto da rivedere (titolo chilometrico compreso!).
Francesco Costantini
- SAMBA
Il duo Nakache – Toledano ci riprova a quattro anni di distanza dal colossale successo di Quasi Amici e manca clamorosamente il bersaglio. Una favoletta insipida sulle gioie e i dolori di un giovane migrante alle prese con la Francia di oggi. Zuccheroso e totalmente fasullo, si concede il lusso di sprecare contemporaneamente i talenti Omar Sy, Charlotte Gainsbourg e Tahar Rahim.
- OPERAZIONE U.N.C.L.E.
Sex appeal e glamour a profusione nel vano tentativo di nascondere un soggetto senza sostanza. Il film non è malaccio intendiamoci, piuttosto godibile e divertente a tratti, ma che occasione sprecata, Guy Ritchie.
- LIFE
Dal mio punto di vista, il film più frustrante dell’anno. Il povero Pattinson ce la mette tutta a dare anche un minimo di profondità al suo non particolarmente gradevole personaggio, al contrario DeHaan ci offre un’incarnazione davvero riuscita di James Dean, ma non basta. Life non funziona sul piano della sceneggiatura, troppo superficiale, ma soprattutto, e qui sta l’incredibile visto che stiamo parlando di un film diretto da Anton Corbijn, sul piano estetico. Mettete a confronto due minuti qualsiasi del film con il trailer, ripeto basta il trailer, di Carol. E poi rabbrividite.
- THE LOBSTER
Ero un po’ indeciso fra questo e Per Amor Vostro, poi ho deciso per The Lobster: l’idea è originale, la regia impeccabile ed elegantissima, ottimi davvero i protagonisti, Colin Farrel, Rachel Weisz, la cattivissima Lea Seydoux. Con ogni probabilità si tratta di un grande film, sicuramente sono io che non capisco niente e sbaglio a inserirlo in questa lista; la domanda però è una sola: perché tutto questo? Qual è il punto con The Lobster?
- HUMANDROID
Questo è davvero terribile. Un action, un film di fantascienza, una sorta di racconto di formazione, il tutto frullato in maniera confusionaria e totalmente insoddisfacente. Classico esempio di regista (Neil Blomkamp) incapace di sostenere il peso delle sue ambiziosissime mire artistiche.
Giulia Sinceri
- LE LEGGI DEL DESIDERIO
Questo film vede Muccino Jr. alle prese con una commedia incapace di suscitare il benché minimo singulto di interesse o di emozione: il primo piatto è un trionfo di prevedibilità e personaggi macchiettistici, a malapena bidimensionali, mentre il contorno è rappresentato dalla noia soporifera dovuta alla trama scipita e banale. Ritroviamo così il tipico protagonista maschile burbero e allergico alle relazioni, il quale però scoprirà le gioie dell’amore grazie ad una ragazza dolce ma un po’ imbranata (il classico brutto anatroccolo che alla fine del film diventa cigno); se almeno Muccino avesse condito questa storia trita e ritrita con un po’ di vivace originalità –non chiedevamo mica un capolavoro, orsù- forse si sarebbe potuto salvare in zona Cesarini. E invece si becca il quinto posto.
- 11 DONNE A PARIGI
Due ore di film per 11 storie al femminile: va da sé che parecchi episodi abbiano uno spazio ridottissimo, mentre altre storie ottengono maggior respiro all’interno della narrazione. Peccato che anche quest’ultime non siano particolarmente avvincenti né tanto meno originali: la regista Audrey Dana si serve di alcuni cliché riguardanti le donne, convinta di rielaborarli in maniera anticonformista, quando in realtà si tratta solo di stereotipi belli e buoni. Per di più sono accompagnati da un umorismo stantio e da gag avvilenti e infantili. Decisamente un grande no.
- ACCIDENTAL LOVE
Non stupisce che David O. Russell, acclamato regista di pellicole quali American Hustle e Il lato positivo, abbia disconosciuto Accidental Love, tanto da voler essere citato nei credits con lo pseudonimo di Stephen Greene. Aveva capito che il film in questione era andato in vacca, come si suol dire. E in effetti sarebbe stato più saggio abbandonare l’idea di portarlo in sala, nonostante i soldi e la fatica spesi nel progetto… di fatto la pellicola, che vorrebbe avere molto in comune con la screwball comedy degli anni ’40, risulta invece esasperata ed esasperante. Ogni tanto una bella commedia paradossale e sui generis ci sta, ma senza accentuarne forzatamente i toni e magari conseguendo comunque un’organicità di fondo. Povero O. Russell: in fin dei conti tutti commettiamo degli errori… ma certo non crediamo di mascherarli con un semplice pseudonimo, LO SAPPIAMO CHE IL FILM E’ TUO DAVID, ma ti vogliamo bene lo stesso e aspettiamo Joy con ansia.
- JUPITER – IL DESTINO DELL’UNIVERSO
Fratelli Wachowski, VI VOLETE RIPIGLIARE PER FAVORE? Intendo dire solo ciò su quest’orrido film.
Anzi, no, vorrei dire anche solo un’altra cosa: LE ORECCHIE DI CHANNING TATUM.
- CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO
Scelta banale, ma estremamente dovuta e sentita. Che altro dire su questo film che non sia stato già detto in tutte le salse? Beh, almeno sappiamo già da ora che i capitoli successivi, tratti dalla trilogia “letteraria” di E. L. James, avranno sempre un posto d’onore nella classifica dei peggiori film dell’anno. E in questo mondo di incertezze non è poco avere un tale faro nella notte.
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