Il Giro dell’Horror #2: Sette note in meno. Il secondo episodio della folle docu-serie
Due anni fa vi parlavamo del primo episodio della docu-serie Il giro dell’horror, un pilot divertentissimo che ci aveva conquistato grazie a un’atmosfera folle, divertente e divertita. Da allora abbiamo periodicamente ricevuto aggiornamenti dagli amici di IngenereCinema.com sui progressi che la serie stava facendo. Ma ci si è messa di mezzo una pandemia che, come tutti sappiamo, non è stata una buona alleata dei filmakers e il percorso produttivo de Il giro dell’horror è stato ovviamente rallentato. Ma il team composto da Luca Ruocco (autore/attore), Paolo Gaudio (regista/voice-over) e Francesco Abonante (produttore esecutivo) non si è tirato indietro neanche di fronte a un’apocalisse sanitaria e il secondo episodio de Il giro dell’horror è stato presentato all’ultima edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival.
Avevamo lasciato lo strampalato gruppo di “cacciatori di horror” ad accogliere la sfida lanciata dal regista Domiziano Cristopharo, protagonista del primo episodio, ovvero scovare e intervistare il secondo protagonista, Fabio Frizzi, musicista di fama mondiale che ha legato indelebilmente il suo nome alle colonne sonore dei capolavori di Lucio Fulci. Dunque, dal cinema si passa alla musica (per il cinema).
Un bellissimo prologo introduttivo che ci mostra un Luca bambino (Leonardo Rossi) alle prese con la “famiglia tradizionale” composta da papà Dylan Dog e mamma Groucho, le sue aspirazioni future e i cartoon dei Ghostbusters alla tv da il “la” per la forsennata ricerca di questo episodio a cui si unisce – in sostituzione a Francesco Abbonante, risucchiato da un portale multidimensionale lovecraftiano – la maschera della commedia dell’arte Pantalone… in persona! Ma come procurarsi un appuntamento con Fabio Frizzi? Semplice, basta chiedere all’esperto del deep web Giacomo – che ha il volto dell’attore e musicista Ivan Talarico – vero segugio informatico che, in men che non si dica, riesce a rintracciare Frizzi e prendere con lui un appuntamento grazie all’invio su messanger di una formalissima lettera che richiama l’esilarante sketch di Totò e Pepino De Filippo in Totò, Peppino e la malafemmina.
Da questo momento si snoda la travagliata intervista di Luca e Pantalone (dietro la maschera c’è Federico Moschetti) a Fabio Frizzi, che accoglie i due nel suo studio credendo che vogliano fare un provino. Un’intervista intervallata addirittura da un goffo rapimento di cui il musicista è vittima e che porterà a un incredibile colpo di scena che si ricollega direttamente al primo episodio, fornendo a Il giro dell’horror quel fondamentale sviluppo narrativo orizzontale.
Grazie a Il giro dell’horror #2 – Sette note in meno (questo è il titolo dell’episodio che cita uno dei film musicati da Frizzi) scopriamo interessanti aneddoti della vita dell’intervistato che racconta i suoi esordi nel mondo della musica, da sempre strettamente legata al cinema grazie al padre produttore, e i primi lavori con le colonne sonore fino all’affermazione al fianco di Lucio Fulci per i film più amati della sua carriera horror, da Sette note in nero a Manhattan Baby, passando per il trittico imprescindibile Zombi 2, L’aldilà e Paura nella città dei morti viventi. Non mancano testimonianze esterne di Antonella Fulci, figlia del regista, di Luigi Cozzi, regista e amico di Frizzi, e del chitarrista Riccardo Rocchi.
Poi a “disturbare” simpaticamente l’episodio ci sono le icone del nostro amato genere horror: Carrie White, interpretata da Irene Scialanca, e Jason Voorhees (Fabio Bertozzi) con avvenente aspirante vittima al seguito (Nesty_SG).
L’irresistibile circo portato in scena dal team di IngenereCinema.com, che non si fa mancare marionette, inserti in stop motion e una bellissima grafica a cartoni animati, conferma la bontà di un format che funziona benissimo e sa intrattenere con intelligenza e ironia per quasi un’ora ricca di aneddoti che faranno la felicità di ogni vero fan del cinema horror.
L’episodio 3 è già in lavorazione e il testimone dell’ospite torna nelle mani di un esponente della settima arte, stavolta un vero veterano dell’orrore italiano in celluloide!
Roberto Giacomelli
Lascia un commento