Interruption, la recensione

Opera prima già avvistata a Venezia, Interruption, che era il più bel film della sezione Orizzonti, è ricomparso al Torino Film Festival nella sezione TorinoFilmLab. Porta la firma del greco Yorgos Zois, precedentemente autore del corto Casus Belli, e noi sappiamo quanto il cinema greco contemporaneo rappresenti il panorama più interessante al momento.

Girato tutto interamente all’interno di un teatro di Atene, dove un giovane regista dal volto inquietante quanto quello di Sacha Pitoëff sceglie un gruppo di attori occasionali tra il pubblico presente in sala. Gli attori divertiti e entusiasti, accettano di farsi coinvolgere da un esperimento teatrale ideato dallo stesso regista e metteranno in scena un’improvvisata rappresentazione dell’Oreste. Sarà il destino a scegliere i ruoli per loro. Pur inesperti, si affidano alla voce del regista che guida ogni singolo movimento. Ma, poco a poco, la tensione inizia a salire e gli attori si ritroveranno intrappolati in una rappresentazione che sembra non finire mai, che nasconde in realtà un sadico gioco al massacro. Nessuno può più lasciare il Teatro senza subirne le conseguenze e la tragedia sembra incombere sulla scena.

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La finzione si costruisce in scena, sulla scena stessa. Così, dal nulla. Ma la finzione scenica è un gioco pericoloso su cui si finisce per perdere il controllo. Questo è il nervo scoperto da Interruption.

Bellissimo esempio di meta-teatro, ispirato alle idee di Jerzy Grotowski e del Living Theatre. Dopo Cesare deve morire dei fratelli Taviani, ancora un altro film che mette sullo schermo una sperimentazione teatrale. Film come questi non se ne facevano più da tempo. Sembrava finito il tempo delle sperimentazioni teatrali, ma adesso stanno tornando.

interruption 2

Ci sono film che o si amano o si odiano, dicono. Interruption è piuttosto un film che si ama e si odia insieme. Un film che è una tortura psicologica e fisica anche per lo stesso spettatore, che finisce per immedesimarsi negli attori del film, per trovarsi spiazzato dal sadismo del regista e dalla lucida follia della finzione scenica. Una sensazione analoga da quella provocata dal Dogville di Lars von Trier, con cui il film ha molti punti comuni.

Interruption arriva nei cinema italiani dal 24 aprile 2018 distribuito da Tycoon Distribution.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Opera geniale, di grande messa in scena.
  • È bello osservare come questi attori presi dalla platea si lascino gradualmente coinvolgere dalla finzione scenica.
  • Film che riapre il dibattito sulle avanguardie teatrali.
  • Ripetitività di azione.
  • Durata scenica estenuante: sembra non avere mai fine.

 

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: -1 (da 1 voto)
Interruption, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

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