Archivio tag: festival di venezia 2015
Interruption, la recensione
Opera prima già avvistata a Venezia, Interruption, che era il più bel film della sezione Orizzonti, è ricomparso al Torino Film Festival nella sezione TorinoFilmLab. Porta la firma del greco Yorgos Zois, precedentemente autore del corto Casus Belli, e noi sappiamo quanto il cinema greco contemporaneo rappresenti il panorama più interessante al momento.
Girato tutto interamente all’interno di un teatro di Atene, dove un giovane regista dal volto inquietante quanto quello di Sacha Pitoëff sceglie un gruppo di attori occasionali tra il pubblico presente in sala. Gli attori divertiti e entusiasti, accettano di farsi coinvolgere da un esperimento teatrale ideato dallo stesso regista e metteranno in scena un’improvvisata rappresentazione dell’Oreste. Sarà il destino a scegliere i ruoli per loro.
Un mostro dalle mille teste, la recensione
Grande ritorno in laguna per l’ispano-americano Rodrigo Plá, dopo il Premio Opera Prima vinto con La zona nel 2007. Accolto da buoni applausi al termine della proiezione, Un mostro dalle mille teste, però, non convince. Il tema trattato è quello della crisi economica e delle sue conseguenze sulla vita della gente comune. Malato di cancro e in via di peggioramento, un uomo ha bisogno di cure costosissime. La moglie, disperata e pressata da una compagnia di assicurazioni, finirà per compiere un gesto estremo.
Go with me, la recensione
Presentato fuori concorso alla 72esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Go with me del regista Daniel Alfredson è un thriller, senza (quasi) infamia e senza (decisamente) lode.
Ambientato in un non meglio precisato paesino nel nord ovest degli USA, per dichiarazione dello stesso Alfredson, è una sorta di “omaggio” al western, che vede protagonista una scalcinata gang composta da Lilian (Julia Stiles) da poco tornata alla città natale in seguito alla morte della madre, Lester (Anthony Hopkins) ex taglialegna e il giovane Nate (Alexander Ludwig). I tre improvvisati giustizieri si dovranno scontrare con il supercattivo di turno, lo psicopatico Blackway (Ray Liotta).
Heart of a Dog, la recensione
Laurie Anderson, moglie di Lou Reed, è una grandissima artista dai molteplici volti, che vanno dalla musica alla visual art, e Heart of a Dog, in concorso alla 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, rappresenta il risultato della sua straordinaria attività poliedrica. Non è alla sua opera prima (ha già alle spalle una buona esperienza nel cinema sperimentale), ma è forse al suo lavoro più importante.
Il Clan, la recensione
Argentina, primi anni ’80. Il Paese è in gran subbuglio per la caduta della dittatura in seguito alla Guerra Civile della Falkland e, deposto il governo militare, il popolo è disorientato. Ma l’arte di arrangiarsi vige in ogni dove e l’Argentina, memore della vicenda dei desaparecidos, sembra particolarmente ancorata al business dei sequestri. È di questo che si occupa Arquimedes e la sua famiglia: sequestri impeccabili, con regole ferree e riuscita praticamente assicurata. Ed è di questo che parla Il Clan, fenomenale lungometraggio di Pablo Trapero in concorso alla 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Equals, la recensione
Presentato in concorso alla 72esima edizione della Mostra dell’arte cinematografica di Venezia, Equals di Drake Doremus é una storia straziante tanto per chi la vive, quanto per chi la guarda.
Nel futuro distopico gestito dal Collettivo, gli esseri umani vengono privati delle emozioni e resi alla stregua di automi allo scopo di garantire la sopravvivenza della società e di prevenire la SOS (Switched-On-Syndrom). I protagonisti, Nia e Silas, sono tuttavia incapaci di arginare la passione che finisce per divorarli.
La Corte, la recensione
Secondo film francese in concorso alla 72^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, L’hermine, che in Italia arriva con il titolo La Corte, piace al pubblico del Festival ed è una commedia piccola ma apprezzabile.
Xavier Racine è il Presidente di una Corte d’assise in toga di ermellino (l’hermine significa appunto “l’ermellino”). E’ un uomo insofferente, spesso di cattivo umore, piuttosto odiato in tribunale. Un giorno, si ritrova a dover giudicare le sorti di un uomo accusato dell’omicidio della sua bambina, che ha prima confessato e poi ritrattato. Il caso non è semplice, anche perché l’imputato si rifiuta di rispondere alle domande. Tra i giurati, c’è anche Birgit Lorensen-Coteret, un’affascinante e matura anestetista di origini danesi, che Xavier conobbe anni prima e amò praticamente in segreto. Non l’ha mai dimenticata e, quando se la ritrova di fronte, riprende un corteggiamento maldestro ma agguerrito.
Anomalisa, la recensione
L’animazione in stop-motion approda al lido con Anomalisa, pellicola scritta e diretta dal geniale Charlie Kaufman e presentata in concorso alla kermesse veneziana. Sceneggiatore eclettico e fuori dagli schemi, Kaufman dirige con Duke Johnson una delicata poesia che ha la levità di un sogno ma la concretezza della quotidianità e della confusione esistenziale. Tratto da una piéce di Kaufman messa in scena a Los Angeles e finanziato grazie allo strepitoso successo del crowdfounding, il film racconta meno di ventiquattr’ore della vita di Michael Stone (che ha la voce di David Thewlis), eminente teorico del customer service afflitto da una profonda e disperata solitudine interiore.
The Danish Girl, la recensione
The Danish Girl, adattamento per il grande schermo del romanzo La danese di David Ebershoff, è lo struggente biopic diretto da Tom Hooper (Premio Oscar per Il Discorso del Re) e presentato in concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Protagonista della vicenda, il paesaggista danese Einar Wegener: primo uomo della storia ad essersi sottoposto all’intervento chirurgico per il cambio di sesso.
Il caso Spotlight, la recensione
Boston, 2002 – La sezione Spotlight del Boston Globe porta alla luce uno dei maggiori scandali coinvolgenti la Chiesa Cattolica, colpevole di aver coperto negli anni ben 87 casi di pedofilia ad opera di sacerdoti.
Presentato fuori concorso alla 72esima edizione della Mostra dell’arte cinematografica di Venezia, Il caso Spotlight di Tom McCarthy, è stato al centro di molte discussioni per la tematica delicata e controversa che affronta. Il film tuttavia si rivela essere non solo l’occasione per rimarcare il terribile crimine di cui si è macchiata la Chiesa, seguendo passo passo le indagini che hanno portato alla sua scoperta, ma un’opportunità per riflettere sul ruolo ricoperto in questa circostanza dall’intera comunità.