The Danish Girl, la recensione

The Danish Girl, adattamento per il grande schermo del romanzo La danese di David Ebershoff, è lo struggente biopic diretto da Tom Hooper (Premio Oscar per Il Discorso del Re) e presentato in concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Protagonista della vicenda, il paesaggista danese Einar Wegener: primo uomo della storia ad essersi sottoposto all’intervento chirurgico per il cambio di sesso. È il 1904 e il giovane Einar, magistralmente interpretato dal Premio Oscar Eddie Redmayne, è felicemente sposato con Gerda (Alicia Vikander), donna brillante e ritrattista talentuosa conosciuta alla scuola d’arte di Copenaghen. Il solido affiatamento tra i due è tuttavia destinato ad andare incontro a impervi scogli e avversità quando un gioco innocente lascia emergere una parte di Einar troppo a lungo repressa…

La figura della fragile e leziosa Lili, questo il nome dell’alter ego femminile del giovane, acquisisce progressivamente concretezza, a discapito dell’identità maschile di Wegener. L’ispirazione artistica di Gerda trae enorme beneficio dalla trasformazione del marito ma, per contro, i punti di riferimento della donna inevitabilmente vacillano e si sgretolano giorno dopo giorno. Ella è infatti profondamente combattuta tra l’incapacità di rassegnarsi alla perdita dell’uomo che ama e l’accettazione della sconvolgente realtà in nome della felicità dello stesso. Hooper riesce a raccontare turbamenti, dubbi e sconforti che affliggono i due protagonisti in modo efficace e travolgente, conferendo a entrambi giusto spazio nell’economia del racconto e notevole spessore psicologico.

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The Danish Girl colpisce, oltre che per gli straordinari ritratti umani e il profondo valore storico dell’argomento trattato, anche per l’eleganza pittorica dell’inquadratura, la squisita attenzione al dettaglio, la meticolosa delicatezza nel raccontare labilissime sfumature. Si tratta di un biopic assolutamente canonico e lineare, eppure in grado di lasciare il segno. Il merito va ai due eccezionali protagonisti, perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Un androgino Redmayne dipinge con autentica intensità il complesso percorso introspettivo e fisico di Einer/Lili verso la consapevolezza e il coraggio di affermare se stesso, malgrado l’ostilità di un’Europa che percepisce ostinatamente la diversità come una minaccia.

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L’accurata scrittura dei personaggi non glissa su limiti ed errori degli stessi, guadagnando in onestà e favorendo l’empatia da parte dello spettatore. La bella Vikander è, come si accennava, una Gerda dalle molteplici sfaccettature: tenace e innamorata eppure, al tempo stesso, disperata e confusa. Eloquente, a tal proposito, l’ambigua dinamica che s’instaura tra lei e il personaggio portato in scena da Matthias Schoenarts.
La pellicola, tuttavia, pur avendo il pregio di narrare con commossa forza espressiva l’estenuante lotta per l’identità, manca troppo spesso di ritmo, specialmente nella seconda parte. La prolissità che caratterizza più di una sequenza appesantisce l’insieme e ne intacca la scorrevolezza.

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The Danish Girl, profondo e imperfetto come la natura umana, convince quasi del tutto e accompagna fuori dalla sala scossi da una sensazione di dolcissima inquietudine. Le tematiche mai così attuali e la precisione con cui le due facce di un ingente dramma esistenziale vengono trasposte in immagini offrono moltissimi spunti su cui riflettere. Non si può che accogliere quello strano magone alla bocca dello stomaco, con il disarmante sorriso di Lili ancora davanti agli occhi.
Il film di Hooper è sui nostri schermi dal 18 febbraio grazie a Universal Pictures.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Formidabili interpretazioni dei protagonisti Redmayne e Vikander.
  • Vicenda emozionante e di profondo valore storico.
  • Il gusto per l’inquadratura, curata meticolosamente in ogni dettaglio .
  • E’ un biopic canonico, senza guizzi degni di nota.
  • Nella seconda parte, la tendenza alla prolissità ne intacca il ritmo.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Danish Girl, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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