Legami di sangue: le 10 famiglie più terrificanti del cinema horror

In occasione dell’uscita del film La casa delle bambole – Ghostland, il nuovo brutale horror di Pascal Laugier, nei cinema italiani dal 6 dicembre distribuito da Midnight Factory (etichetta di proprietà di Koch Media), vi proponiamo un breve (ma intenso) excursus attraverso le famiglie disfunzionali del cinema di paura.

La casa delle bambole – Ghostland, infatti, ci trasporta in un incubo allucinante in cui si muovono due grotteschi psicopatici che la stampa ha soprannominato “killer delle famiglie”, dal momento che sequestrano intere famigliole per poi torturarne e ucciderne i membri. Gli stessi killer sono – a modo loro – un piccolo nucleo famigliare, di quelli che il cinema horror ci ha raccontato negli anni, descrivendo l’istituzione famigliare come uno dei più fiorenti ricettacoli dell’orrore sociale. Proprio per questo motivo, in attesa di poter vedere in azione i “Killer delle famiglie”, vi proponiamo una nostra personale Top 10 delle più spaventose “famiglie disfunzionali” del cinema del terrore, dalla decima alla prima posizione.

HEREDITARY – LE RADICI DEL MALE (2018)

Quando l’anziana Ellen muore, i suoi familiari cominciano lentamente a scoprire una serie di segreti oscuri e terrificanti sulla loro famiglia che li obbligherà ad affrontare il tragico destino che sembrano aver ereditato. Il film d’esordio di Ari Aster non solo è l’horror rivelazione del 2018, ma ci fornisce un’immagine della famiglia ben poco rassicurante. Segreti, presenze spettrali, sacrifici umani e terrificanti rituali ruotano attorno alla famiglia Graham e mettono in serio pericolo la sanità mentale della protagonista interpretata da Toni Collette.

BASKET CASE (1982)

Duane non si separa mai dal suo cesto di vimini, dove è custodito Belial, suo mostruoso fratello gemello dalle sembianze di un minuto torso con braccia. Duane e Belial erano, infatti, fratelli siamesi, separati con un intervento chirurgico poco ortodosso in seguito al quale Belial – creduto morto – è stato letteralmente gettato nella spazzatura dal padre. Ora i due girovagano per i quartieri di New York e Duane cerca vittime per nutrire il feroce e cannibale fratellino. Piccolo cult del cinema horror indipendente americano, Basket Case fu un inaspettato successo di pubblico che diede modo al regista Frank Henenlotter di realizzare due sequel. Nel film troviamo un ristretto nucleo famigliare formato da due fratelli, inizialmente molto affiatati e poi spinti alla competizione da una serie di gelosie che interessano soprattutto Belial e la sua impossibilità di essere normale.

IL TUNNEL DELL’ORRORE (1981)

Quattro amici decidono di passare una serata in un parco di divertimenti. Dopo aver girovagato tra i vari stand vengono attirati dal tunnel dell’orrore dove, incautamente, decidono di passare la notte. Divengono così testimoni involontari di un omicidio. Per i ragazzi comincia una notte da incubo nel luna park. Grande classico dell’horror anni ’80, Il tunnel dell’orrore porta la firma di un maestro del genere, Tobe Hooper, qui per la prima volta alle prese con una ricca produzione hollywoodiana. Indimenticabile il mostruoso killer deforme creato dal mago degli effetti speciali Rick Baker e assolutamente da manuale il legame tra i villains del film, parenti e intenti a coprirsi le spalle a vicenda per salvaguardare il loro nucleo.

IL FIGLIO DI CHUCKY (2004)

Chucky, la celebre bambola assassina, nel quarto capitolo della saga chiede la mano alla bambola vivente (e altrettanto psicopatica) Tiffany e la mette incinta. Il film si chiudeva, infatti, con il parto di Tiffany e in questo quinto capitolo veniamo a conoscenza della sua prole: Glen! Ma Glen è confuso, molto confuso, non solo perché non accetta i dettami omicidi dei suoi genitori, ma anche perché si sente donna! Il folle quinto film dedicato al bambolotto killer Chucky è un meraviglioso pamphlet sulle difficoltà di vivere e convivere in famiglia. Don Mancini, creatore della saga e qui per la prima volta in cabina di regia, utilizza il linguaggio della commedia grottesca – già sdoganato nel precedente La sposa di Chucky – per mettere in scena battibecchi famigliari e originali omicidi splatter. La saga proseguirà con altri due film, ma la dimensione strettamente famigliare (e con essa Glen/Glenda) non verrà ripresa.

LA CASA DEI 1000 CORPI (2003)

In una delle zone più sperdute del Texas vivono i Firefly, una famiglia di squilibrati dediti al cannibalismo, alla necrofilia, alla negromanzia e al satanismo. A far la loro conoscenza è un gruppo di incauti giovanotti in viaggio per visitare i posti più bizzarri e i luoghi delle leggende metropolitane, utili a un libro che stanno scrivendo. La casa dei 1000 corpi è il lungometraggio d’esordio del celebre rocker Rob Zombie, che rende omaggio a quell’immaginario macabro e ultra-pop che ha sempre contraddistinto la sua figura; inoltre La casa dei 1000 corpi è un affettuoso omaggio anche al capolavoro di Tobe Hopper Non aprite quella porta, da cui mutua diverse soluzioni narrative e anche uno sperimentalismo cinematografico che sarà poi tratto distintivo di Rob Zombie. La famiglia Firefly tornerà nel sequel La casa del Diavolo (2005) e presto nel terzo capitolo 3 From Hell (2019).

PSYCHO (1960)

Psicopatico gestore di un motel si concia come la madre morta e fa fuori una cliente che lo “turba”, a cui seguono, come reazione a catena, altri delitti. Parliamo di uno dei massimi capolavori del cinema e del cinema thriller/horror nello specifico, nonché uno dei primi e più celebri esempi di devianza famigliare cinematografica. Il rapporto che intercorre tra Norman Bates e la sua defunta genitrice è morboso e radice della tara mentale che poi colpirà l’uomo, portandolo all’omicidio plurimo. Il film di Hitchcock, derivato da un romanzo di Robert Block, darà vita a tre sequel e ad una serie tv prequel, Bates Motel, che esplora proprio il rapporto quasi incestuoso tra madre e figlio.

LA CASA NERA (1991)

Un terzetto di topi d’appartamento si intrufola nella lussuosa villa di due signorotti del quartiere per far razzia, ma scoprono una casa degli orrori colma di ragazzi segregati e torturati, rapiti dalla coppia (che in realtà è una coppia di fratelli incestuosi!) alla ricerca del figlio perfetto. Uno dei film più belli, politici ma anche meno conosciuti del compianto Wes Craven, che per mettere alla berlina la middle-class arricchita americana e gli scontri nel ghetto costruisce una terrificante fiaba nera che ha al centro una famiglia da incubo.

SPIDER BABY (1967)

Virginia, Elizabeth e Ralph sono gli ultimi esponenti della nobile famiglia Merrye, sulla quale grava una maledizione genetica che ha preso il nome proprio di “Sindrome di Merrye”: i membri della famiglia, raggiunta l’adolescenza, cominciano a regredire, fisicamente e mentalmente. I tre ragazzi, sotto la tutela dell’autista di famiglia, scatenano la loro aggressività quando due lontani parenti arrivano alla villa per rivendicare la proprietà come legittimi eredi. Sul podio troviamo il film che può essere considerato il capostipite degli horror sulle famiglie disfunzionali, nel senso più letterale. All’epoca Spider Baby fu un flop, ma nel tempo il film di Jack Hill ha assunto lo status di cult, ricordato e citato ogni qual volta una famiglia di psicopatici fa capolino.

LE COLLINE HANNO GLI OCCHI (1977)

Una famiglia in vacanza nel deserto del Navada finisce con il camper in panne e si vede costretta a regredire allo stato animale per sopravvivere alla violenza attuata da un altro clan famigliare di cannibali mutanti che abita le colline di quella località. Classicone del cinema horror più brutale e seconda indimenticabile regia di Wes Craven. Colmo di sottotesti sociali e capace di far scuola, porta in scena l’imbarbarimento della società contemporanea mostrando la regressione di una famiglia della classe media americana. Ha dato origine a un sequel e a un remake, con relativo sequel. Imprescindibile.

NON APRITE QUELLA PORTA (1974)

Medaglia d’oro a uno dei più grandi capolavori del cinema horror mondiale, nonché uno dei film più imitati e, quindi, influenti del panorama postmoderno. La famiglia di cannibali al centro di Non aprite quella porta, esordio fulminante di Tobe Hooper, è entrata nell’immaginario collettivo, così come il suo membro più famoso, Leatherface, gigante dotato di motosega e grembiule da macellaio. La storia della famiglia Sawyer è stata sviscerata in ben cinque sequel/prequel e rielaborata nel remake del 2003 e relativo prequel. Saw is the family!

a cura di Roberto Giacomelli

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5 Responses to Legami di sangue: le 10 famiglie più terrificanti del cinema horror

  1. fabio ha detto:

    Ottimo special, grande Roberto!!!! Felicissimo che hai incluso anche la famigliola del mitico Chucky 😉

    PS Su Psycho quando dici che il primo ha dato vita a 3 sequel e al telefilm, il remake non l’hai citato volutamente o è stata una svista? In ogni caso hai fatto bene è talmente brutto che non merita menzione XDXD

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    • DarksideCinema ha detto:

      Innanzitutto grazie! 🙂
      Sul remake di Psycho, sarò sincero, è stata una svista nel senso che mentre scrivevo non ci stavo proprio pensando. Ma, col senno di poi, è una roba talmente inutile che boh, perchè parlarne? 😀

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      • Fabio ha detto:

        Ahahahah concordo al 100%

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  2. Elisaccia ha detto:

    Direi anche frontiers

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    • DarksideCinema ha detto:

      Era nella lista, non è entrato nei 10 solo perchè pagava un pegno troppo grande nei confronti di Non aprite quella porta. 🙂

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