L’incontro con Harrison Ford, Mads Mikkelsen e Phoebe Waller-Bridge a Taormina per presentare Indiana Jones e il Quadrante del Destino
In occasione della 69ª edizione del Taormina Film Festival, Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen sono atterrati nell’amena cornice siciliana per presentare in anteprima italiana Indiana Jones e il Quadrante del Destino, che sarà proiettato al pubblico del Festival domani, 25 giugno. Oggi, però, i tre attori hanno incontrato la stampa per parlare dell’ultima avventura del più celebre archeologo del grande schermo.
Harrison Ford, come prima cosa durante la conferenza, ci ha tenuto a lodare il panorama siciliano, che ha fatto anche da sfondo ad alcune sequenze di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, girato in parte a Siracusa, affermando che la scelta di questa location ha sicuramente migliorato l’aspetto visivo del film. Poi l’interprete di Indiana Jones ha parlato soprattutto la scrittura del film: “Abbiamo avuto una bellissima sceneggiatura che sapeva approfondire tutti i personaggi – ha affermato Harrison Ford – e abbiamo lavorato molto bene con James Mangold, lui è stato sempre molto collaborativo, c’erano briefing continui mirati ad esprimere al meglio i rapporti tra i personaggi, che infatti sono sembrati a tutti noi estremamente chiari sia quando abbiamo letto lo script che quando abbiamo girato le scene. Devo dire che Indiana Jones e il Quadrante del Destino ha una sceneggiatura molto sofisticata e anche ambiziosa”.
Infatti, quest’ultimo film della saga sembra puntare molto sui rapporti che vengono a crearsi tra i personaggi, sull’emotività, allontanandosi dallo standard del film d’azione contemporaneo.
Indiana Jones è sempre stato un eroe d’azione, lo abbiamo visto fare cose incredibili negli anni ’80, ma in quest’ultima avventura traspaiono soprattutto le emozioni. È una conseguenza del fatto che è l’ultimo film della saga e presenta dei rapporti molto importanti. Si tratta di una trama molto bella ma anche complicata, perché si viene a creare un rapporto emotivo tra Indiana Jones ed Helena e non d’amore come è accaduto in passato; poi qui il rapporto è basato sul fatto che Helena è la sua figlioccia e Indiana deve trovare riscatto verso i suoi cari. Questo è l’elemento emotivo della storia, ma Indiana ora non è più quell’uomo atletico e attivo di una volta e che ritroviamo in una scena ambientata nel 1944. In quella scena mi rivedrete come ero 40 anni fa attraverso un processo tecnologico che ora non saprei neanche spiegarvi con esattezza, però posso dirvi che per quella sequenza hanno utilizzato le tante immagini che avevano alla Lucasfilm del mio repertorio e grazie all’intelligenza artificiale sono riusciti a renderle parte di quello che stavamo girando. Poi ci spostiamo nella parte della storia ambientata nel 1969 e Indiana Jones sta per andare in pensione, ha problemi famigliari e allora arriva il personaggio interpretato da Phoebe e inizia tutta un’altra storia.
Alla domanda se questa è davvero l’ultima volta che vedremo Indiana Jones in un film, Harrison Ford sorride con la sua inconfondibile espressione beffarda e afferma:
È l’ultima volta che vedremo Indiana Jones.
Sul concetto di eroe ed eroismo e sul fatto che Indiana Jones sia considerato un eroe del cinema, Ford puntualizza: “Io interpreto un archeologo non un eroe e non conosco un modo convincente per interpretare un eroe. Se un personaggio indossa un mantello e una tuta attillata allora può essere considerato un SUPER-eroe ma se parliamo di una persona comune, allora in quel caso può essere considerata un eroe se agisce in modo altruistico e queste sono cose che non si possono interpretare al cinema. Io volevo che il pubblico si rivedesse nel personaggio di Indiana Jones, che sentisse il suo trionfo sulle paure di sempre, questo ha sempre avuto a che fare con il personaggio e adesso, al tramonto della vita, si comporta in modo diverso, non più cinetico, non è eroico“.
Quella di Indiana Jones è una saga che va avanti da più di quarant’anni e ha fatto la storia del cinema. Qual è il segreto del suo successo?
Il segreto del successo di Indiana Jones è il divertimento, il senso dell’intrattenimento; si tratta di un film per famiglie, in cui c’è molta azione e un bel carico emotivo che si trasmette nella storia e nei rapporti umani. Noi raccontiamo storie e penso che le persone amino i nostri personaggi proprio grazie alle storie. Senza buone storie i personaggi non emergono, siamo nelle mani di geni cinematografici, di grandi sceneggiatori, James Mangold è un genio, ha creato una storia fantastica ed è stato un regista grandioso.
Phoebe Waller-Bridge, nota agli spettatori del serie tv per essere la protagonista della brillante Fleabag, interpreta Helena Shaw, una scavezzacollo impertinente e molto intelligente di cui Indiana Jones è nientemeno che il padrino! Durante la conferenza Phoebe ha avuto modo di parlare del suo personaggio e di quanto abbia contribuito a farlo suo.
Quanto c’è di me nel personaggio che interpreto? Bella domanda… mi piacerebbe essere come Helena, ma il bello di essere attori è che questo lavoro ci porta in altre direzioni in confronto a noi. Helena è coraggiosa, non ha paura davvero di nulla e spesso non teme le conseguenze di quello che sta facendo. È anche incosciente, si! Forse ho imparato qualcosa da lei e nei prossimi tempi potrei somigliarle. Almeno sul coraggio me lo auguro proprio!
Su come abbia lavorato sul personaggio, Phoebe afferma che gran parte della preparazione viene fatta con gli sceneggiatori, è lì che nasce il personaggio e si capisce cosa bisogna fare per dare carattere e fisicità a chi si sta per interpretare: “Per me la preparazione è studiare la sceneggiatura!”.
Visto che Indiana Jones e il Quadrante del Destino parla di storia (spesso fanta-storia), quale personaggio realmente esistito Phoebe vorrebbe poter incontrare?
“Cleopatra, non ho alcun dubbio – afferma l’attrice – il suo fascino, la sua bellezza, l’enorme carisma che aveva… mi piacerebbe essere una piccola mosca per poter entrare nel suo palazzo e poter assistere a quello che è stata”.
Mads Mikkelsen è invece Jürgen Voller, scienziato tedesco della NASA ed ex-nazista, quindi il villain perfetto per una storia di Indiana Jones.
“Sono d’accordo con i miei colleghi – dice l’attore – il nostro punto di partenza per questo film è stato una sceneggiatura molto bella e ambiziosa e riconosco nel lavoro di James Mangold il vero fiore all’occhiello di quest’opera”.
Ma sul nostro caro Mads grava una vera e propria “spada di Damocle” che è quella di essere l’interprete perfetto per dar vita a un villain…
Per quanto riguarda il lavoro sul personaggio faccio in modo che i cattivi diventino eroi dei propri mondi, Voller, così come altri villian che ho interpretato, non è un personaggio che si alza la mattina e decide che vuole essere il cattivo di turno, ma ha una serie di motivazioni ben precise che lo spingono ad agire in un determinato modo. Pensate ai miei cattivi come degli eroi veri e propri, ma nella fazione sbagliata.
Sulle aspirazioni future, Mads dice: “Per me la vera magia è quando arriva l’offerta per una bella storia, non mi fisso su personaggi specifici ma è il contesto che mi spinge a scegliere i ruoli ed è per questo che al momento non ho un personaggio che aspiro a interpretare. Però vi posso dire che sono sempre stato un fan dei film dell’orrore e in particolare di quelli con gli zombi e un giorno mi piacerebbe interpretarne uno, ma vorrei combatterli gli zombi non essere io stesso un morto vivente anche perché, se ci pensate bene, io muoio sempre nei film!
Indiana Jones e il Quadrante del Destino arriverà nei cinema italiani da mercoledì 29 giugno distribuito da The Walt Disney Company. Potete leggere qui la nostra recensione in anteprima del film.
A cura di Roberto Giacomelli
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