Natalie Portman a Roma per presentare Thor: Love and Thunder. Resoconto dell’incontro
In occasione dell’uscita italiana di Thor: Love and Thunder, l’attrice Natalie Portman, che nel film interpreta Jane Foster e la Potente Thor, si è concessa una parentesi romana per incontrare i fan e la stampa. Infatti, ieri sera, 6 luglio, la Portman ha presenziato -a sorpresa- alla prima del film, un evento con i cosplayers che si è tenuto al The Space Moderno di Piazza della Repubblica; invece oggi, 7 luglio, l’attrice ha incontrato la stampa in una suggestiva location sulla terrazza del Gianicolo e, quello che segue, è il resoconto dell’incontro.
Jane Foster in Thor: Love and Thunder è un personaggio tanto fragile ma incredibilmente forte e determinato, in alcuni casi erge davanti a se un muro che la fa apparire molto dura. Natalie Portman parla proprio della differenza tra lei e il suo personaggio.
È un aspetto di Jane che adoro, trovo questo suo dualismo un grande punto di forza del personaggio ma, allo stesso tempo, per me è molto difficile trovare un nesso con le figure così dure, ammiro assolutamente chi ha queste qualità, ma io non sono così. Jane ha delle paure, delle sfide da portare a termine, delle debolezze, ma allo stesso tempo è potente, dura, insomma è la Potente Thor! E questo mi piace molto di lei.
Il discorso si sposta sul ruolo delle supereroine al cinema.
È molto importante vedere come oggi le supereroine siano molte di più di un tempo, ma credo che non siano ancora abbastanza. Solo per il fatto che ne stiamo parlando sottolinea che ci sorprendiamo di questa cosa, ma non dovrebbe essere così, in una società moderna ed evoluta questa dovrebbe essere la normalità. Comunque in questo film c’è anche Valchiria, siamo una vera squadra e questo è un messaggio importante anche per i bambini che devono potersi riconoscere negli eroi di qualsiasi genere e razza. Quando ero bambina io c’era un solo punto di riferimento tra i supereroi donna (Wonder Woman, ndr), oggi invece ce ne sono tanti e questo è sinonimo di evoluzione.
Uno dei punti fondamentali di Thor: Love and Thunder è l’ironia che, a differenza del precedente Thor: Ragnarok stavolta si fonde con una vena malinconica e tematiche drammatiche. Proprio parlando dell’umorismo, tratto distintivo del cinema del regista, interprete e co-sceneggiatore Taika Waititi, Natalie Portman dice:
Taika porta sul set creatività e spontaneità ed è quello che vuole da tutti noi, poi, in un momento come quello che stiamo vivendo, ridere fa bene, è utile e Taika ce lo ha costantemente ricordato anche sul set. Lui ha un senso dell’umorismo che adoro, ha un grande rispetto per gli altri e questo accade sul set così come nella vita. È divertente ma non manca mai di essere generoso, ha un senso dell’umorismo surreale, bizzarro ma è anche tanto gentile.
“È stato difficile non ridere quando giravamo il film – continua la Portman rimanendo sull’argomento – ma questo anche per l’umorismo di Tessa (Thompson, ndr) e Chris (Hemsworth, ndr). E questa cosa vale per molte scene, anche per quelle drammatiche, perché Taika voleva sempre sperimentate, provare ogni scena con toni diversi. Fare Thor è stato come lavorare in un film sperimentale con il budget di un blockbuster!”.
“Per me è stato un viaggio entusiasmante essere Jane Foster” Prosegue l’attrice parlando della sua esperienza nei panni dell’eroina Marvel. “Dieci anni fa interpretare la parte di un’astrofisica in un film come Thor è stato straordinario ed è stata una svolta interpretarla ancora oggi. Trovo che sia stata un’idea rivoluzionaria avere un personaggio che fosse allo stesso tempo astrofisica e supereroe. Tra l’altro sono ancora poche le ragazze che studiano queste discipline scientifiche e spero che possa essere di ispirazione per molte future scienziate, per di più la Marvel ha avviato un’iniziativa che supporta le ragazze che vogliono studiare queste discipline”.
Io ho festeggiato 40 anni mentre giravo il film e vi giuro che sono rimasta molto sorpresa quando ho saputo che la Marvel volesse ancora me! Dare questo ruolo a una mamma di due bambini, ormai quarantenne, ebrea e alta solo 1.60! Per quanto riguarda il futuro di Jane Foster davvero non ho idea di quello che può succedere, e aggiungo che quando eravamo a Londra tutti insieme a Taika per la lettura del copione, ci siamo guardati perplessi arrivati alla fine, quando c’è quella scena in particolare che qui non vi rivelo, ci siamo guardati sorpresi e abbiamo detto: “e adesso? Io non sapevo niente di questa cosa!”.
La Jane Foster di Thor: Love and Thunder è molto diversa dalla Jane che ricordavamo, sia per la sua particolare condizione di salute, sia per la sua evoluzione in supereroina.
“Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla mia preparazione – dice Natalie Portman – ho letto e riflettuto molto sul cambiamento del personaggio e ho dovuto lasciarmi molto alle spalle. Inoltre, ho dovuto improvvisare parecchio, è quello che chiedeva Taika, bisognava essere di mentalità molto aperta e questo inizialmente mi ha messo in tensione perché io pianifico molto il mio lavoro. Raggiunta la calma sono riuscita ad affrontare questa esperienza. Mi piace arrivare sul set preparata, ma con Thor: Love and Thunder il punto è stato trovare il senso del nostro lavoro, ovvero essere attori, quindi essere aperti a qualsiasi cosa; insomma, quando giravamo scene di battaglia avevamo armi finte contro un nemico invisibile, quindi è stato come tornare bambini di 5 anni”.
Parlando dei temi del film e dei messaggi importanti per i giovani.
Taika ci tiene molto ad esplorare l’amore in tutte le sue forme, intendo l’amore tra due persone, l’amore fraterno, quello tra genitori e figli, questa è una cosa molto bella, un modo per dare senso alla nostra esistenza. Credo che questo sia il messaggio più importante del film: l’amore.
Infine, parlando della carriera nel suo complesso:
Ogni film per me presenta delle sfide e delle opportunità di grande soddisfazione. Nella mia carriera ho interpretato ruoli comici e drammatici, anche se con quelli comici è stata una carriera più breve ma gratificate e creativa. Quello che mi interessa di più è apportare una prospettiva più profonda nei ruoli comici e una maggiore leggerezza e naturalezza in quelli drammatici.
In 30 anni di carriera ci sono stati momenti in cui ho ricevuto critiche, ho avuto ruoli difficili da interpretare, in questi momenti sono stata triste e la mia reazione è stata “ora ti faccio vedere io cosa so fare!”. È un istinto di sopravvivenza che abbiamo tutti noi. Ma queste sono sfide minime in confronto a quello che hanno passato i nostri antenati.
Spero di riuscire a tornare prima o poi alla regia di un film, ne stiamo parlando in questo periodo e io ho voglia di nuove sfide, voglio continuare ad esplorare diverse opportunità di espressione. Sto facendo passi anche nel settore della produzione, come è accaduto con la serie tv Lady in the Lake. Questo mi consente di utilizzare in modo diverso la mia voce, visto che per molti anni ho fatto la sessa cosa, ovvero recitare. Mi sta a cuore usare la mia voce per dar vita al punto di vista delle donne, sono stata affascinata da alcune scrittrici italiane come Elena Ferrante, mi interessa avere modo di esplorare l’esperienza delle donne e scrittrici come queste sono state un momento di grande rivelazione.
Se volete leggere la nostra recensione di Thor: Love and Thunder cliccate qui.
A cura di Roberto Giacomelli
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