Philomena, la recensione

Irlanda, 1952. Philomena Lee, ancora adolescente, resta incinta. Cacciata dalla famiglia, viene mandata al convento di Roscrea insieme a suo figlio Anthony. A tre anni il bambino le viene strappato e viene dato ad una coppia di americani. Cinquant’anni dopo incontra Martin Sixmith, un disincantato giornalista, e gli racconta la sua storia. Martin la convince ad accompagnarlo negli Stati Uniti per andare alla ricerca di Anthony.

Ok, lo ammetto: scrivere di un film brutto è decisamente più divertente che scrivere di un bel film, poiché offre la possibilità di sfogarsi, gettando sulla tastiera tutta la frustrazione della visione (frustrante) in sala. E’ lo stesso meccanismo per cui i poeti tendono a scrivere e a essere prolifici dopo un grande dolore sentimentale o esistenziale… C’è chi ci ha costruito una carriera! Ed ecco arrivare a Philomena che al contrario è un prodotto tanto limpido, tanto fatto bene, tanto “Cinema”, che non si può far altro che invitare il pubblico ad assistervi in sala.

Tratto da una storia vera, già raccontata nel libro The Lost Child of Philomena Lee di Martin Sixmith,  diretto da Stephen Frears e interpretato in maniera magistrale dal Judi Dench e Steeve Coogan, Philomena ha tutte le carte in regola per essere il capolavoro di Natale. Uscendo nei cinema il 19 Dicembre è di fatto presentato dalla Lucky Red come l’alternativa al cinepanettone (se questo termine possa continuare ad avere un senso) o ai cartoni animati; scelta decisamente coraggiosa per un film che a prima vista non presenta un grande appeal, palesandosi subito come film drammatico tout court. In realtà il film è abile nel destreggiarsi all’interno del dramma, offrendo allo spettatore numerosi momenti ironici, degni del miglior humour inglese, grazie allo splendido duetto Dench-Coogan e alla loro magnifica sintonia e ai loro esilaranti scambi di frecciatine. Lui, intellettuale e giornalista disilluso ex BBC, ateo convinto, desideroso di scrivere un grande libro sulla storia della Russia ma costretto a invischiarsi con storie di vita vissuta; lei, infermiera irlandese in pensione, riservata ed estremamente religiosa, amante della letteratura romantica d’altri tempi e ingenua quanto basta.

Judi Dench e Steve Coogan

Judi Dench e Steve Coogan

Il film è stato fortemente voluto dallo stesso Steve Coogan, che oltre a interpretare la parte di Martin Sixmith, è anche co-produttore e co-autore della (eccezionale) sceneggiatura insieme a Jeff Pope. Sostiene di essere rimasto subito toccato da questa storia straordinaria di speranza, di dolore e di vita e dal viaggio compiuto da Philomena e Martin, una ricerca tanto assurda quanto emozionante. Durante il viaggio vengono snocciolate numerose questioni riguardanti il bigottismo religioso, le colpe della chiesa, il perdono e la ricerca delle proprie radici.  Non aspettatevi eccessivi guizzi di originalità o scelte particolarmente innovative: Philomena è un film classico, nella struttura e nei temi, ma potente ed efficace come ultimamente pochi film sanno essere.

Insomma, se a Natale tra una risata e l’altra vorrete vedere un po’ di Cinema saprete in quale sala entrare.

Lorenzo Giovenga

 

Pro

Contro

  • La coppia Dench-Coogan.
  • La storia vera emozionate e assurda.
  • Il ritmo e i toni mai inutilmente drammatici.
  • Sceneggiatura perfetta.
  • Un po’ troppo “classico”.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Philomena, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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