Scusate se esisto, la recensione

Il titolo del nuovo film di Riccardo Milani si presta a facile ironia, visto che sembra quasi una timida ammissione di colpevolezza, ma si tratta di una battuta pronunciata dalla protagonista, incompresa lavoratrice che trova più di un ostacolo sulla sua strada professionale (e affettiva). E malgrado una locandina davvero poco accattivante, oltre che un’aria generale da commedia riempitiva di fine stagione, Scusate se esisto è forse una delle più gradevoli sorprese che ci giungono di questo periodo dal panorama italiano. Ma come giungiamo a questa conclusione?

Riccardo Milani, che qui è alla regia e co-sceneggiatore, viene dal successo di Benvenuto Presidente, mediocrissima commedia con Claudio Bisio che l’anno scorso aveva destato interesse più per l’argomento che per la reale riuscita dell’opera. Il cast annovera la talentuosa Paola Cortellesi, qui esordiente anche alla sceneggiatura ed è compagna nella vita di Milani, che proviene dal successo dell’ultimo film di Carlo Verdone, Sotto una buona stella, che neanche ha colpito troppo per qualità, affiancata da Raoul Bova, che invece è fresco fresco del flop del terrificante Fratelli unici. Insomma, stando alle premesse, Scusate se esisto è la classica commedia all’italiana a cui non daresti un soldo bucato. Eppure…

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Ci viene raccontata la vita di Serena Bruno, brillante architetto che dalle campagne abruzzesi è riuscita a trovare un posto lavorativo di prestigio in Inghilterra; ma la lontananza dalla sua terra la butta giù e così la donna sceglie di tornare in Italia, anche se a Roma trova posto solo come cameriera nel locale di Francesco. Allo stesso tempo, Serena tenta la strada per cui ha studiato e quando presenta un progetto per la ristrutturazione e riqualificazione dei palazzoni di Corviale, trova un’ottima accoglienza… peccato che viene scambiata per Bruno Serena, il che le fa pensare che il suo essere donna potrebbe implicare la non accettazione del progetto e così sta al gioco, fingendosi la segretaria del fantomatico Bruno Serena. Ma la situazione si fa presto insostenibile, con inevitabili esisti tragicomici.

La riuscita di Scusate se esisto sta nella sua doppia anima e su come riesca a reggere in maniera appropriata i due intenti di cui si fa portatore: uno e più messaggi sociali, da una parte, una vis comica particolarmente accentuata, dall’altra.

Scusate se esisto! (foto di scena)

Il primo intento è perseguito egregiamente perché il film di Milani tocca alcune questioni piuttosto sensibili e anche di grande attualità; si parla di lavoro, soprattutto di difficoltà nel trovarlo per coloro che hanno perseguito brillantemente i loro sogni e gli studi, con l’inevitabile conseguenza di cercare (e spesso trovare) fortuna all’estero qualora l’Italia non dovesse rispondere. Ma in Scusate se esisto si cerca subito di sfatare il mito della “fuga di cervelli” e viene descritta la situazione di una professionista che la fortuna l’ha trovata ma a cui manca l’affetto e le imperfezioni della propria terra, anche se questo vuol dire ricominciare tutto da capo. A ciò si unisce la difficoltà – non solo italiana, c’è da dirlo – amplificata nel mondo del lavoro di trovare un posto se si è donna, sempre svantaggiata da posizioni, stipendi e condizioni contrattuali. Su questo punto c’è il fulcro di Scusate se esisto, su cui poi va a impiantarsi il gioco delle identità centrale nella vicenda; ma è anche su questo argomento che si sviluppa la costruzioni delle parti, in cui spiccano i magnifici personaggi del Dottor Ripamonti e la sua segretaria Michela, efficacemente interpretati da Ennio Fantastichini e Lunetta Savino.

Il film sembra suggerire che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, ma si punta moltissimo sulle verità nascoste, anzi su un accumulo di menzogne causate da un sistema lavorativo e meritocratico che evidentemente non funziona a dovere. Tutti hanno qualcosa da nascondere a superiori, pari o famigliari, perché quella descritta nel film è una società costruita interamente sull’apparenza e se non si corrisponde a determinate aspettative, si è tagliati fuori.

Ma il film di Milani sembra arrivare al momento giusto soprattutto per un argomento: il disagio della periferia romana. Sappiamo come in questi giorni si siano scaldati gli animi degli abitanti di Tor Sapienza per la questione della sicurezza e Scusate se esisto parla di un altro quartiere periferico, Corviale, e dei suoi abitanti, tenuti in balia di una condizione disagevole generata da una superficiale gestione delle istituzioni, anche se non legata alla sicurezza e all’immigrazione.  Una storia vera, tra l’altro, ispirata a un reale piano di riqualificazione di Corviale tuttora in atto e di cui si sta occupando un architetto donna.

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Ma detta così, Scusate se esisto potrebbe sembrare il solito trombone pseudo-pedagogico a cui ci ha abituato la fiction italiana. Si tratta, invece, di un film dal piglio smaccatamente comico, con una gestione dei ritmi serrata e con una costruzione delle gag che sa far ridere di gusto. Molto del merito va alla Cortellesi, al suo innato carisma, ai suoi tempi comici perfetti e al fatto che abbia contribuito notevolmente (si nota!) alla scrittura del copione, costruendo su se stessa gran parte delle scene più divertenti. Il tormentone di Anversa, i siparietti con la zia abruzzese, le imbarazzanti scene in cui deve celare la sua identità… insomma, le risate sono assicurate.

Funzionano anche i comprimari e se Raoul Bova punta tutto sulla prestanza fisica e sul paradosso dato dalla sua condizione di omosessuale, colpiscono maggiormente i già citati Fantastichini e Savino, nonché Corrado Fortuna, che interpreta un collega “sospettoso” della protagonista. E fa sorridere anche la macchietta Marco Bocci, che da icona sexy del piccolo schermo è qui nelle vesti della “checca isterica” Nicola, fidanzato del protagonista, personaggio caricatissimo ma, proprio per questo, realmente divertente.

Scusate se esisto centra pienamente il segno, fa riflettere e fa ridere, è ben scritto e ha molto ritmo. Non usciamo assolutamente dal provincialismo tipico della nostra commedia, ma nel mare magnum di film un troppo uguali tra loro e sempre con le solite facce, questo si distingue per estro e brillantezza.

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un ottimo compromesso tra intenti socialmente rilevanti e linea puramente comica.
  • In alcuni punti fa ridere di gusto.
  • Paola Cortellesi è brava, c’è poco da dire.
  • Gira gira, siamo comunque nel solito territorio della commedia difficilmente esportabile.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Scusate se esisto, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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