Song ‘e Napule, la recensione

Paco Stillo è diplomato al conservatorio e la musica è la sua passione. Ma nella Napoli odierna è difficile trovare un lavoro come musicista e così Paco viene raccomandato dal Questore Vitali per un posto in polizia. Quando si prospetta l’occasione di incastrare l’inafferrabile malavitoso noto come O’Fantasma, Paco viene coinvolto perchè il piano prevede di irrompere durante il matrimonio tra il figlio di O’Fantasma e la figlia del camorrista Mazza di Ferro, nella quale suonerà il noto cantante neomelodico Lollo Love e la sua band. Il piano è, appunto, infiltrare Paco nella band come nuovo tastierista del cantante e individuare O’Fantasma, di cui non si conosce l’identità, se non il fatto che gli manchi il dito della mano destra.

Il cinema dei Manetti Bros. è una scheggia impazzita all’interno dell’attuale panorma cinematografico italiano, ne va preso atto. Anarchici nel modo di raccontare le storie e soprattutto nei generi a cui appartengono i loro film, fin dal loro esordio Marco e Antonio Manetti hanno messo in chiaro che il loro punto di riferimento era il cinema di genere. Da Zora la Vampira a L’arrivo di Wang, passando per Piano 17 e Paura 3D, i Manetti hanno portato sul grande schermo l’horror, il thriller e la fantascienza, forse non riuscendo ad emergere al botteghino, ma risultando quella voce fuori dal coro indispensabile per la sopravvivenza di un’industria cinematografica varia e vitale. Con Song ‘e Napule, presentato fuori concorso all’ottava edizione del Festival di Roma, si passa al poliziottesco, quello che andava tanto in voga negli anni ’70 e che ha portato alla ribalta volti popolari come Tomas Milian e Maurizio Merli. In particolare, con la sua fortissima contaminazione con la commedia popolare, Song ‘e Napule è ascrivibile a quel filone leggero e ridanciano che ha distinto il genere sul finire dei ’70 e l’inizio degli ’80, però senza mai scadere nella volgarità e nel trucido, piuttosto strizzando l’occhio alla corrente meridionale che apparteneva a quella manciata di film con Mario Merola.

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Infatti è la localizzazione geografica nel meridione a contraddistingue il film, con tutti i luoghi comuni, vizi e virtù dell’ambiente campano, senza però mai risultare banale o offensivo. Anzi, Song ‘e Napule ha un sottotesto che punta sulla lealtà e sull’amicizia che consente ai personaggi principali di trovare il giusto approfondimento e di risultare simpatici, oltre che creare la giusta empatia nello spettatore. In particolare, l’aspetto originale della vicenda legato al mondo della musica neomelodica napoletana – che fa universo a se nel panorama musicale italiano – fa emergere il personaggio di Lollo Love, interpretato da Giampaolo Morelli, che si farà ricordare per la sua eccentrica carica vitale e comica. L’attore, noto al pubblico soprattutto per il televisivo Ispettore Coliandro, altra creatura dei Manetti Bros., è anche autore del soggetto e interprete delle canzoni del film, risultando la vera anima di Song ‘e Napule e dando qui una delle migliori performance della sua carriera. Colpiscono in positivo anche gli altri interpreti Alessandro Roja, che interpreta il protagonista Paco Stillo, Paolo Sassanelli, che è il duro commissario Cammarota, e il sempre simpaticissimo Carlo Buccirosso nel ruolo del Questore Vitali, che già con il monologo iniziale vale tutto il film.

Numerosi i riferimenti a quello splendido cinema poliziesco di un tempo, con musiche – di Pivio e Aldo De Scalzi – che rimandano volutamente agli score di Antonio Micalizzi che impazzavano nei poliziotteschi settantiani, e inseguimenti sull’iconica Giulietta che è inconfondibile simbolo di quel cinema.

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Ovviamente non tutto fila per il verso giusto e si nota una certa inutile dilatazione dei tempi, soprattutto nella parte centrale, che avrebbe necessitato di qualche taglio alle quasi due ore di montato, nonchè qualche leggerezza di sceneggiatura – soprattutto nella risoluzione della vicenda – che va a cozzare con l’invece ottimo comparto dialoghi.

Song ‘e Napule è comunque un film divertente e fuori dagli schemi della commedia a cui siamo abituati, oltre che una delle opere più complete e riuscite nella filmografia dei Manetti.

Song ‘e Napule è l’ultimo film prodotto dallo storico produttore Luciano Martino, che è scomparso nel 2013, e sarà nei cinema dal 17 aprile distribuito da 01 Distribution.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un simpatico omaggio non nostalgico alla tradizione del poliziottesco italiano.
  • Bravi attori, in particolare Morelli.
  • Dialoghi frizzanti e personaggi ben caratterizzati.  
  • Dura troppo.
  • Qualche passaggio della sceneggiatura scricchiola.
  • Lo scontro finale – con tanto di ralenty – è visivamente poco accattivante.
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