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L’equilibrio, la recensione
Talvolta, la coerenza è sopravvalutata.
Se Vincenzo Marra, tenendo fede ai propositi iniziali, avesse fatto de L’Equilibrio un documentario, il film avrebbe avuto si e no la metà dell’efficacia del prodotto bello e compiuto che è.
Quanta forza dà a L’Equilibrio, opera di finzione, la combinazione fra tensione drammatica e sociale, un’interrogazione etico–filosofica–religiosa e un approccio rigorosamente realistico nell’immaginare i rapporti, le implicazioni e i punti di vista. Nel tratteggiare il contesto.
Robinù, la recensione
Portare sullo schermo un fenomeno ormai conosciutissimo come quello della camorra e della vita dei gangster non è mai un’impresa facilissima, soprattutto dopo il successo della serie tv Gomorra che ha inevitabilmente creato un prototipo di riferimento. In questi casi i pericoli sono due: o imitarlo alla lettera, oppure lasciarsi prendere dalla voglia di distaccarsi dal modello del momento perdendo così di vista l’obiettivo del racconto e andando clamorosamente fuori tema. La soluzione migliore, quindi, sarebbe quella di attuare una via di mezzo proprio come fa Michele Santoro il quale, presosi una pausa dalla conduzione di salotti politici, si cimenta in un documentario di stampo molto tradizionale che però ha il grande merito di fornire un quadro dettagliato dei piccoli protagonisti della camorra, i cosiddetti baby-boss, e il contesto sociale in cui crescono. Questo e altro è Robinù, presentato al 73° Festival di Venezia.
Natale col Boss, la recensione
La formula del cinepanettone classico a marchio Filmauro, che andava avanti da circa 30 anni, nel 2014 è stata completamente stravolta: Neri Parenti, regista storico di questi film, è passato alla concorrenza, Christian De Sica non ha rinnovato il contratto, i nomi di punta sono diventati Lillo e Greg e la struttura episodica ha lasciato il passo a film compatti a storia unica.
Aurelio e Luigi De Laurentiis tentano anche quest’anno di ripetere la formula di Un Natale Stupefacente e portano nei cinema una nuova avventura che vede coinvolto il duo comico Lillo & Greg con Natale col Boss.
Ridere… con intelligenza. Italiano Medio e Noi & la Giulia in Home Video
Lo ripetiamo spesso, troppo spesso. La commedia all’italiana non è più come quella di una volta. Un tempo, grandi registi e celebri mattatori della risata irrompevano sul grande schermo riuscendo a farci ridere ma al tempo stesso riflettere sui vizi e sulle virtù dell’italiano dell’epoca. Oggi, nonostante la commedia continui ad essere il genere che fa da padrone nel poco variegato panorama cinematografico nostrano, ci troviamo davanti quasi sempre commedie “sbiadite” tutte un po’ troppo simili fra loro. I registi hanno smesso di essere autori così come i protagonisti hanno totalmente perso di carattere. Ciò nonostante, però, quest’anno la commedia italiana è riuscita a stupirci più di una volta e Warner Home Video ci porta all’attenzione due casi emblematici che hanno saputo fare la differenza (e non la differenziata). Da una parte abbiamo il film rivelazione dell’anno, Italiano Medio, esordio alla regia cinematografica del fenomenale Maccio Capatonda; dall’altro lato c’è Noi e la Giulia, terza regia – nonché terzo colpo andato a centro – del talentuoso Edoardo Leo.
Song ‘e Napule, la recensione
Paco Stillo è diplomato al conservatorio e la musica è la sua passione. Ma nella Napoli odierna è difficile trovare un lavoro come musicista e così Paco viene raccomandato dal Questore Vitali per un posto in polizia. Quando si prospetta l’occasione di incastrare l’inafferrabile malavitoso noto come O’Fantasma, Paco viene coinvolto perchè il piano prevede di irrompere durante il matrimonio tra il figlio di O’Fantasma e la figlia del camorrista Mazza di Ferro, nella quale suonerà il noto cantante neomelodico Lollo Love e la sua band. Il piano è, appunto, infiltrare Paco nella band come nuovo tastierista del cantante e individuare O’Fantasma, di cui non si conosce l’identità, se non il fatto che gli manchi il dito della mano destra.