Archivio tag: Liam Neeson

Battleship, la recensione

In un sistema solare differente dal nostro viene identificato un pianeta “G” dalle caratteristiche del tutto simili alla Terra e dunque potenzialmente abitato da forme di vita intelligenti. Gli scienziati decidono allora di inviare un segnale per stabilire un ipotetico contatto con extraterrestri. Durante un’esercitazione della marina militare statunitense nel Pacifico, a cui partecipano i fratelli Alex e Stone Hopper, scapestrato perditempo il primo e responsabile il secondo, la risposta aliena giunge proprio in mare. La razza extraterrestre che abita il pianeta “G”, prossimo al collasso, è in cerca di un luogo da colonizzare e la Terra si presenta a loro come luogo ottimale. La marina degli Stati Uniti, alleata con la flotta giapponese, dovrà così intraprendere una battaglia navale con gli invasori alieni per difendere il pianeta.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Invasioni aliene? Nessun problema! Men In Black: International arriva in blu-ray

Non molti sono a conoscenza del fatto che Men in Black all’origine era un fumetto. A crearlo è stato negli anni ‘80 Lowell Cunningham ma ha preso vita, con illustrazioni di Sandy Carruthers, nel 1990, pubblicato dalla Aircel Comics sottoforma di miniserie in due parti. Oggi la Aircel non esiste più, è stata rilevata da Malibu Comics che, a sua volta, è stata assorbita da Marvel Comics nel 1994. Quindi, a tutti gli effetti, la saga cinematografica di Men in Black iniziata nel 1997 dal film di Barry Sonnenfield è una creatura Marvel. Dopo un’attesa lunga sette anni (era del 2012 il sottovalutato Men in Black 3), i leggendari Uomini in Nero sono tornati in Men in Black: International, con una squadra completamente rinnovata e tantissime nuove razze aliene da combattere o con cui allearsi. Uscito in sala nel cuore dell’estate, Men in Black: International arriva adesso in home video grazie ai canali Sony Pictures Home Entertainment.

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City of Lies e Un uomo tranquillo in blu-ray

Eagle Pictures saluta la stagione calda con l’arrivo in home video di due film molto diversi tra loro ma con una matrice comune: entrambi sono incentrati sull’analisi di un’ossessione. Che si tratti dell’ossessione di un poliziotto (e con lui di un giornalista) per un caso irrisolto che gli ha risucchiato letteralmente la vita, o quella di un padre voglioso di vendicare il proprio figlio ristabilendo l’ordine nella sua città. Stiamo parlando, rispettivamente, di City of Lies – L’ora della verità e Un uomo tranquillo.

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Un uomo tranquillo, la recensione

Il buon Liam Neeson ha intrapreso, ormai più di dieci anni fa, un processo di svecchiamento professionale che gli ha donato una nuova giovinezza artistica: da attore spesso coinvolto in opere di spessore contenutistico e coccolato dagli autori di ieri e di oggi, a nuova icona dell’action. Però un action meno muscolare e spettacolare di quello a cui siamo abituati, bensì un filone più nichilista, crepuscolare, spesso abbonato ai meccanismi del revenge-movie. Dal marchio produttivo di Luc Besson nella trilogia di Taken (con cui tutto ha avuto inizio nel 2008) alla fruttuosa collaborazione con Jaume Collet-Serra, con cui ha lavorato in una manciata di ottimi film, Liam Neeson arriva al momento della sua carriera action in cui è giusto riflettere sul proprio operato e, magari, riderci su. Per questo l’attore di origini irlandesi è la scelta più appropriata per Un uomo tranquillo (Cold Pursuit, in originale), black-comedy dai forti connotati pulp che fa proprio del meccanismo del revenge-movie un parossistico escamotage per mettere alla berlina la criminalità organizzata.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Widows – Eredità criminale, la recensione

Per la quarta prova dietro la macchina da presa di un lungometraggio, l’inglese Steve McQueen si cimenta con un singolare heist movie, Widows – Eredità criminale, che trova nella denuncia politica e in un sottotesto sociale la giusta amalgama tra il cinema di genere e uno sguardo più autoriale.

Siamo a Chicago e il criminale Henry Rawlings rimane vittima di una retata della polizia mentre fugge insieme alla sua banda in seguito a un colpo milionario ai danni del gangster e aspirante politico Jamal Mannings. La vedova di Henry, Veronica, riceve in eredità l’agenda del marito in cui è descritto nei minimi particolari il prossimo colpo della banda, ma si fa carico anche dei debiti dell’uomo, tra cui i due milioni di dollari sottratti a Mannings e andati in fumo durante la retata. Messa con le spalle al muro, Veronica decide di mettere a segno proprio il colpo che stava preparando il marito ma per far ciò ha bisogno di aiuto e coinvolge Linda e Alice, vedove dei complici di Henry e anche loro messe alle strette dai debiti economici dei defunti consorti.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Silent Man, la recensione

Nell’estate del 1972 gli Stati Uniti d’America si preparavano a vivere una delle pagine più controverse nella Storia americana. La notte del 17 giugno, infatti, una guardia di sicurezza che prestava servizio nel complesso di uffici del Watergate Hotel a Washington portò alla luce uno dei più grandi scandali nella politica statunitense: il Watergate, ovvero la scoperta di una delle più clamorose intercettazioni illegali effettuate nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico ad opera di uomini facenti parte del Partito Repubblicano. Uno scandalo inizialmente sottovalutato che però, pian piano, portò al coinvolgimento dell’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon che, proprio a causa del Watergate, fu costretto a dimettersi dalla sfera politica.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Operation Chromite. Arriva in blu-ray il film bellico con Liam Neeson

In una frase de La Tigre e la Neve di Roberto Benigni, Jean Reno, che nel film interpreta il pensatore iracheno Fuad, dice «Sai perché si fanno le guerre? Perché il mondo è iniziato senza l’uomo e senza l’uomo finirà!». I motivi saranno sempre differenti ma il dato certo è che l’uomo non riesce proprio a far a meno del desiderio bellico. Da qui, facile intuire che il film di guerra è un filone che non passerà mai di moda poiché, ahinoi, sempre molto attuale. Nel 2016 il genere ha vissuto un momento di gloria grazie a La battaglia di Hacksaw Ridge diretto da Mel Gibson ma, nello stesso anno, veniva prodotto anche il coreano Operation Chromite, arrivato nelle nostre sale l’anno successivo e passato decisamente inosservato. Qualitativamente non siamo certo dalle parti del film di Gibson eppure, va detto, il film diretto da John H. Lee ha più di un merito dalla sua parte. Per chi se lo fosse perso in sala, Operation Chromite è da poco disponibile in home video grazie ai canali di CG Entertainment e Minerva Pictures.

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L’uomo sul treno – The Commuter, la recensione

I film con Liam Neeson, ormai, sono genere a se. Una magnifica declinazione del thriller/action che da una decina di anni riempie di spettatori le sale di mezzo mondo. Ed è incredibile come a 65 anni suonati, Neeson abbia trovato una seconda giovinezza artistica proprio in un genere fisico, solitamente appannaggio di nerboruti giovanotti. Eppure Neeson, faccia da cinema assoluta, è attualmente uno dei protagonisti più credibili dell’action “realistico”, nonché ormai sinonimo di qualità.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Operation Chromite, la recensione

I film di guerra non moriranno mai. Questa è una delle poche certezze della vita e del mondo del cinema in particolare.

Passeranno gli anni e le generazioni, cambieranno le mode e i gusti del pubblico di ogni epoca, ma difatti le pellicole riguardanti vicende belliche resteranno sempre sulla cresta dell’onda.

Senza voler rispolverare la solita e stucchevole lista di titoli che hanno fatto epoca, alla quale solo quest’anno si sono aggiunti La battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson e l’attesissimo nuovo lavoro di Christopher Nolan, Dunkirk, l’ultimo esempio di tale filone è rappresentato da Operation Chromite, nuova opera del regista asiatico John H. Lee che tratta l’affascinante storia della guerra tra Corea del Sud e Corea del Nord che coinvolse non soltanto i due popoli in questione, ma anche gli equilibri diplomatici di tutto il mondo. Un film di guerra in piena regola, spettacolare e dal plot molto rimato, anche se intriso di una vena nazionalistica e di una retorica bellica portata fino all’eccesso e quasi fastidiosa.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Sette minuti dopo la mezzanotte, la recensione

Questa storia incomincia come molte storie, con un ragazzo troppo grande per essere un bambino e troppo piccolo per essere un uomo…

Con questo singolare “c’era una volta”, il talentuoso J.A Bayona apre la sua nuova favola cinematografica e sin dai primi minuti torna a farci respirare quelle atmosfere, decadenti ma sognanti, che avevano contraddistinto il bellissimo The Orphanage, suo film d’esordio. Dopo la parentesi mainstream di The Impossibile, il regista spagnolo ci immerge in una nuova storia minimale che utilizza il fantastico, o meglio ancora la “favola”, per raccontare in realtà una storia drammatica fondata sulle più profonde paure che risiedono nell’animo di un bambino: la solitudine legata alla perdita dei propri genitori.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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