Archivio tag: venezia79

Venezia79. Master Gardener di Paul Schrader. Orticoltura e neonazismo

Paul Schrader, Leone d’Oro alla carriera e già sceneggiatore di alcuni noti film di Martin Scorsese, come Taxi Driver e Toro Scatenato, porta alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia un lungometraggio dai tratti oscuri ma mai sopra le righe, Master Gardener.

La storia si ambienta nella magione della regina di Scozia, vedova solitaria interpretata da Sigourney Weaver, che saltuariamente si accompagna al giardiniere, il meticoloso Narvel Roth interpretato da Joel Edgerton.

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Venezia79. Valeria Mithatenet. Le scelte che pesano

Christina è una donna ucraina che si è traferita in Israele perché diventata sposa di un uomo israeliano, Michael, che l’ha “ordinata” su internet. Christina ha accettato la sua condizione, facendosi andare bene una vita senza bisogni materiali.

Lei porta a un cliente di Michael sua sorella, Valeria, che nella prima scena si vede arrivare all’aeroporto.

Il film dura appena sessantaquattro minuti e di questo ringraziamo il regista israeliano Michal Vinik (Working Woman, tra gli altri), che ha tagliato al massimo la pellicola in modo da renderla un concentrato, senza lasciare sbavature.

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Venezia79. Athena. Perchè dovreste ascoltare trap

Viene ucciso un ragazzo del quartiere popolare di Athena. La polizia fa i suoi proclami come sempre: prenderemo i colpevoli, la giustizia ha un peso, etc… La camera indugia sui presenti al proclama, e zooma su un gruppo di ragazzi neri con bandane e passamontagna: a questo punto esplode il delirio!

I ragazzi sono gli amici del ragazzo che è stato ucciso dalla polizia. Sono i ragazzi del quartiere di Athena. Irrompono all’interno della centrale e fanno man bassa distruggendo ogni cosa e rubando una cassaforte.

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Venezia79. The Happiest Man in the World. Appuntamento (al buio) con l’assassino!

Film interessante, seppur non totalmente riuscito, The Happiest Man in the World di Teona Stugar Mitevska, in concorso in Orizzonti alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia, sezione che propone molti registi in via di affermazione.

Teona Stugar Mitevska è un regista macedone, per questo motivo mette in scena echi dalla guerra di Bosnia ed Erzegovina del 1995, senza tuttavia colpire fino in fondo. Dico questo perché il sottoscritto ha visto il film in compagnia di una spettatrice russa, la quale ha poi confermato che per la sensibilità delle popolazioni dell’Est Europa questo era un tentativo abbastanza patetico di descrivere qualcosa non vissuta in prima persona. La sensazione delle atrocità della guerra arriva per circa due minuti su cento totali, il che può rendere questo film a tutti gli effetti più una parodia che la testimonianza di un evento tragico.

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