The Nun II, la recensione

Con oltre 365 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, ad oggi The Nun – La vocazione del male (2018) di Corin Hardy è il film di maggior successo dell’intero Conjuringverse. Quindi dare un proseguo al film stand-alone sul demone in abito religioso era una priorità per i produttori Peter Safran e James Wan, che affidano The Nun II a Michael Chaves, esperto con la saga perché già artefice del terzo Conjuring e dello spin-off La Llorona – Le lacrime del male.

Abbiamo fatto per la prima volta la conoscenza di Valak, il demone che esprime la sua blasfemia indossando l’abito di una suora, in The Conjuring – Il caso Enfield, dove rappresentava una minaccia per il buon Ed Warren e si faceva protagonista di una delle scene più terrorizzanti del film, quella del quadro. Ora che Valak è in grado di camminare sulle proprie gambe con una sua saga di successo, scopriamo che, come ogni demone, è un angelo caduto e la sua peculiarità è la ricerca di reliquie religiose che possono conferirgli un grande potere.

The Nun II riprende lì dove avevamo lasciato il primo film. Ora Suor Irene non è più una novizia ma ha preso i voti e viene incaricata dal Vaticano di indagare su una serie di decessi che hanno come vittime persone di chiesa, ultimo dei quali è un prete bruciato vivo in un paesino dell’entroterra francese. Infatti, secondo i mandanti del Vaticano, il responsabile di questi delitti è proprio Valak, sopravvissuto allo scontro con Suor Irene. Le indagini della Suora, affiancata dalla novizia Suor Debra, le conducono in un collegio femminile in Ungheria, dove presta servizio come inserviente Maurice, il ragazzo francese che aveva aiutato Suor Irene e Padre Burke nel convento in Romania e che ora è l’involucro umano di Valak.

Con The Nun II, visto il successo del precedente film, gli sceneggiatori Ian Goldberg, Richard Naing e Akela Cooper sono andati sul sicuro riproponendo quasi la stessa storia del primo capitolo, legata a delle dinamiche narrative già rodate. Quindi un collegio femminile in Ungheria al posto di un convento in Romania, sempre una coppia di “investigatori” religiosi, con la differenza che stavolta sono due donne e Suor Irene è passata di grado ad “anziana” del duo, un accumulo di scene di spavento che rappresentano il cuore del film e la ricerca di una reliquia che può uccidere il demone ma anche rafforzarlo. The Nun II è praticamente un remake mascherato da sequel!

Rimane l’esilità di scrittura in questo sequel, la stessa esilità che faceva del primo un accumulo incontrollato di scene macabre e di spavento spesso un po’ scollate dal contesto. Accade la stessa cosa qui, con momenti sicuramente di grande impatto orrorirfico ma sostanzialmente inutili a portare avanti la storia. E così ci troveremo lunghe sequenze che culminano in jumpscares altre che introducono minacce soprannaturali molto fantasiose e altre ancora che portano in primo piano Valak. Ma, esattamente come accade in The Nun, anche in questo sequel si ha la sensazione che la suora demoniaca non sia utilizzata al pieno della sua forza iconica, relegata a boss finale invece che a minaccia costante lungo tutto il percorso e spesso messa da parte a favore di morti viventi, indemoniati e caproni infernali (a proposito, molto suggestivo e spaventoso quest’ultimo mostro).

Forse The Nun II è un gradino sopra a The Nun: è più ricco e si nota anche nella varietà di location, inoltre Chaves ha una mano più raffinata in confronto ad Hardy, attenta al dettaglio, che non disdegna evoluzioni di macchina. Ma sostanzialmente i due film sono molto vicini.

Nel cast la conferma principale è Taissa Farmiga nel ruolo di Suor Irene, che poi, curiosamente, è sorella nella realtà a Vera Farmiga, Lorraine Warren della saga principale The Conjuring; torna anche Jonas Bloquet nel ruolo di Maurice “il francese” e, ovviamente Bonnie Aarons irriconoscibile nei panni della suora demone. La new entry più importane è Storm Reid (Euphoria, Missing) nei panni di Suor Debra, vera co-protagonista ma non particolarmente interessante come personaggio.

Insomma, se vi era piaciuto The Nun, questo sequel non vi deluderà di certo, se invece anche voi considerate lo stand-alone su Valak uno dei prodotti più deboli del Conjuringverse, sappiate che The Nun II viaggia sui medesimi standard.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • C’è una gran maestria nelle scene di tensione, a volte anche fin troppo elaborate.
  • Il caprone infernale.
  • Valak è un boogeyman davvero iconico.
  • Non c’è una grande storia da seguire e, alla fine, ripercorre abbastanza pedissequamente il model precedente.
  • Valak, la suora demone, appare sempre troppo poco.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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