Il tuo ultimo sguardo, la recensione
Una star cinematografica di fronte ai drammi della guerra rimane pur sempre una diva. A dieci anni di distanza da Into The Wild, Sean Penn ritorna dietro la macchina da presa con Il Tuo Ultimo Sguardo e sceglie l’ex moglie Charlize Theron come protagonista assoluta della pellicola (i due si sono separati dopo la fine delle riprese).
Sullo sfondo di una Liberia distrutta dalla guerra, Miguel, un medico impegnato in una missione d’aiuto sanitario, e Wren, direttrice di un’organizzazione umanitaria, si incontrano e si innamorano. Nell’arco degli anni, cercheranno di far sopravvivere il loro sentimento nato in condizioni di grande sofferenza.
L’approccio dello Sean Penn regista ha qualcosa di estremamente audace: cerca di trovare l’equilibrio tra l’intimità di una storia d’amore e il dramma dell’ambiente circostante. Moltissimi aspetti del film ricordano Into The Wild, cult generazionale e primo grande successo del regista: la struttura è nuovamente un puzzle di flashback, ma questa volta i salti temporali non hanno una vera ragione narrativa e sono totalmente arbitrari.
Il Tuo Ultimo Sguardo non è un documentario e neanche un film di guerra: evita di essere didattico con le parole ma vuole “fare la lezioncina” con le immagini. Si nota chiaramente un’attenzione per gli ambienti e una ricerca dell’autenticità per dare la giusta rilevanza agli argomenti affrontati, cadendo nell’involontario effetto cartolina. Nelle scene di guerra e nelle passeggiate nella giungla, il film ricerca un suo strato di epicità che allontana ancora di più dai protagonisti: a livello emotivo, il racconto desidera essere intimo eppure, allargando lo sguardo, finisce per perdere completamente il punto di vista principale. C’è una violenza sovraesposta, necessaria in un documentario, eccessiva in un film come Il Tuo Ultimo Sguardo.
Presentato in concorso a Cannes nel 2016, il film aveva ricevuto fischi e moltissime critiche le quali sottolineavano una caratteristica comune: un casting problematico. La coppia protagonista è avvolta da un’aurea di divismo che Sean Penn non cerca in alcun modo di minimizzare, anzi la esalta senza remore. Javier Bardem è il dottore latino, dolce playboy dallo sguardo carismatico, mentre Charlize Theron viene venerata dal suo ex marito che la pone al centro in quasi tutte le inquadrature. Una prima donna con una serie infinita di primissimi piani in un deserto di violenza. In questo modo, l’amore risulta poco approfondito perché si vuole essere impegnati socialmente, ma la guerra viene ridotta a cornice di un quadretto sentimentale tra due giovani bianchi e bellissimi (con tanto di insensata carica erotica). Il risultato è confuso, e in alcuni momenti fastidioso. Anche il resto del cast, di alto livello, viene completamente dimenticato e oscurato dall’onnipresente Charlize Theron: i personaggi interpretati da Adele Exarchopoulos (La vita di Adele), Jared Harris e Jean Renò sono marginali e non aggiungono nulla alla storia.
Con Into The Wild, Sean Penn aveva saputo costruire l’armonia tra il tutto e il singolo, tra l’uomo e l’ambiente; ne Il Tuo Ultimo Sguardo prova a riprendere una dialettica simile mettendo in rapporto il dolore globale della guerra con la nascita di un amore. Peccato che il divismo esasperato abbia rovinato veramente tutto.
Matteo Illiano
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One Response to Il tuo ultimo sguardo, la recensione
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Mi è piaciuto, bel cast,essendo un film che tratta l’argomento profughi e guerra, c’è
molto realismo, quindi non mancano le scene violente..lo consiglio.