Venezia 76. La mafia non è più quella di una volta

Dopo Belluscone-Una storia siciliana, che indagava i rapporti tra l’ex Presidente del Consiglio e le famiglie mafiose di Cosa Nostra, ecco un secondo documentario firmato da Franco Maresco a tema “mafia”, dedicato agli eroi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: La mafia non è più quella di una volta.

Anche qui è presente il “mitico” organizzatore di feste palermitane Ciccio Mirra, uomo che apertamente si dichiara pro e contro la mafia. Per non parlare di questo soggetto altamente poco credibile, citiamo invece la musa di Moresco: la celebre fotografa Letizia Battaglia. Quest’ultima è stata la più celebre reporter della così detta Seconda Guerra di Mafia, quella per intenderci che ha portato alla morte dei due giudici, così come all’eliminazione di molti membri della famiglia Corleone.

La Battaglia è una fervente lottatrice contro la mafia, così come però sembra avere poca fiducia negli attuali metodi di lotta. Frustrazione motivata del resto, la sua, come si evince dalle interviste a persone comuni, scontrose a dir poco, se si tratta di commentare la loro posizione nei confronti della lotta alla criminalità organizzata.

I cittadini di Palermo non solo preferiscono non toccare l’argomento, anzi diventano irascibili e a volte violenti contro la troupe. Arrivano persino a giustificare la Mafia dicendo che è diversa, non è più come quella di una volta. E qui uno spunto di riflessione: perché la gente dovrebbe negare l’evidenza di un fatto come la mafia che è un problema strutturale della nostra società?

Le risposte sono solo ipotesi, visto che nessuno si azzarda a fornire una chiave di lettura a Moresco.

Sicuramente un punto fondamentale è la paura. Le persone hanno paura di qualcosa che potrebbe accadere loro, alla loro famiglia, esattamente come successo con Falcone e Borsellino. Hanno paura di diventare i nuovi Falcone e Borsellino.

Ora, sarebbe facile affrontare la questione secondo un punto di vista moralista. Moresco, al contrario, decide di usare l’ironia. Con l’ironia è possibile dire molto, dicendo qualcos’altro. Ecco che la festa data in onore di Falcone e Borsellino, organizzata nel quartiere Zen due di Palermo, da parte dello stesso Ciccio Mirra, diventa occasione per andare in profondità, nel paradosso della questione popolo palermitano/mafia. Di facciata sono tutti a favore della commemorazione per i due uomini scomparsi, ma non appena tocchi qualcuno sul personale, il castello crolla ed ecco che compaiono personaggi improbabili, cantanti che dovrebbero essere dei comici, uomini istituzionali che finiscono in terapia.

In sostanza, questo film è una parodia dell’uomo siciliano medio, così lontano dall’arte di vivere, da venire soffocato dall’arte di esistere.

Roberto Zagarese

PRO CONTRO
  • Visione completa dell’argomento trattato.
  • Ironia.
  • Capacità di fare di un argomento difficile, un qualcosa di facile comprensione.
  • Per essere un documentario, pochi fatti storici.
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