Il ritratto del Duca, la recensione

il ritratto del duca

The Duke, da noi tradotto come Il ritratto del Duca, diretto da Roger Mitchell (regista di Notting Hill), è una commedia dolce-amara sulla vera storia dietro il furto di un famosissimo quadro di Goya conservato a Londra: il ritratto del Duca di Wellington.

Il film  spesso ricalca stilisticamente titoli del genere, dalla suddivisione dello schermo in più inquadrature in stile Il caso Thomas Crown e la trilogia degli “Ocean“, dalla colonna sonora tipica del genere e la classica eleganza del british humour. Ma sebbene stilisticamente cerchi di riprendere un certo genere di cinema, in realtà The Duke presenta delle particolarità che rendono l’imitazione del genere di fatto parodistica.

Il ladro della vicenda è infatti Kempton Bumpton, un 60enne simpatico e proletario, studioso e sceneggiatore autodidatta, sempre impegnato in lotte politiche, spesso bizzarre, per affermare i propri diritti e quelli degli altri. In un periodo storico in cui sempre di più il voto si dà per scontato, svalorizzandolo e ignorandolo, la vita e la tenacia di quest’uomo sono più attuali che mai. 

Kempton Bunton, interpretato da un irresistibile James Broadbent, è infatti un convinto collettivista, che vede l’uomo come parte di una società, di un insieme, e per questo sente l’importanza di risvegliare la coscienza collettiva. 

Un ruolo molto importante nel film ha la realtà familiare di Kempton Bunton, sposato con la apprensiva ma dolce Lylia Frances (Helen Mirren) e con due figli maschi e una ragazza, che però è morta molto giovane prima dell’inizio del film, ma il cui trauma è ancora presente nei sensi di colpa e nell’incomunicabilità del dolore della coppia.

Il film infatti non è una semplice commedia ma mostra spesso un’amarezza di fondo nel timore costante che le cose possano prendere una brutta piega. La simpatia del protagonista però la fa da padrone, sempre con la risposta pronta e sempre pungente al punto giusto, puntuale e mai volgare, in perfetto stile British.

Il film è tutto sommato una commedia ben riuscita, che spesso può suonare già vista ma anche in nome di quell’intento parodistico a cui si accennava all’inizio della recensione, narrando al contempo una storia bizzarra ma veramente successa e sicuramente interessante fino alla fine. 

Il ritratto del Duca arriva nei cinema italiani dal 3 marzo 2022, a un anno e mezzo dalla presentazione alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia, distribuito da BIM.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Diverte senza essere volgare e riuscendo a proporre un discorso sull’attivismo politico.
  • Sa un po’ di già visto.
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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Il ritratto del Duca, la recensione, 6.5 out of 10 based on 2 ratings

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