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Fast X: abbiamo incontrato tutto il cast a Roma per la premiere mondiale! [Foto]
Oggi, venerdì 12 maggio, a Roma è il “Fast Day”! La Città Eterna, infatti, è stata eletta a scenario per l’anteprima mondiale di Fast X, il decimo capitolo della saga action più esagerata di sempre, in uscita il 18 maggio al cinema con Universal Pictures. Roma è, infatti, una delle location principali del film, dove si svolge la distruttiva e lunghissima sequenza che innesca tutta l’azione del film.
Per presentare Fast X ai numerosi fan che stasera prenderanno d’assedio il The Space Cinema di Piazza della Repubblica, è arrivato a Roma tutto il cast del film che nel pomeriggio ha incontrato la stampa nella blindatissima sala 5 del Multisala Barberini.
Alla movimentata conferenza stampa hanno partecipato ben 16 talent, forse la conferenza più numerosa e ricca di star internazionali a cui abbiamo mai preso parte. Nel dettaglio, abbiamo incontrato: Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Helen Mirren, Brie Larson, John Cena, Rita Moreno, Daniela Melchior, Charlize Theron, Tyrese Gibson, Nathalie Emmanuel, Sung Kang, Jason Statham, Jordana Brewster, Scott Eastwood, Alan Ritchson e il regista Louis Leterrier.
Shazam! Furia degli dèi, la recensione
Sono passati tre anni e mezzo da quando ha fatto esordio per la prima volta al cinema il super-eroe DC Comics Shazam, uno dei più “antichi” personaggi acquisiti dall’etichetta di Superman e Batman che ha trovato corpo grazie alla simpatia di Zachary Levi e all’approccio scanzonato e originale di David F. Sandberg. Un lasso tempo relativamente breve quello che separa Shazam! da Shazam! Furia degli dèi durante il quale, però, abbiamo assistito a un vero terremoto nella divisione Warner Bros. dedicata all’adattamento dei fumetti DC che, unito ai posticipi causati dalla pandemia, hanno messo seriamente in pericolo l’esile ossatura fino ad ora costruita nel DC Extended Universe e della quale Shazam! è stato uno dei più felici e riusciti esponenti.
Il ritratto del Duca, la recensione
The Duke, da noi tradotto come Il ritratto del Duca, diretto da Roger Mitchell (regista di Notting Hill), è una commedia dolce-amara sulla vera storia dietro il furto di un famosissimo quadro di Goya conservato a Londra: il ritratto del Duca di Wellington.
Il film spesso ricalca stilisticamente titoli del genere, dalla suddivisione dello schermo in più inquadrature in stile Il caso Thomas Crown e la trilogia degli “Ocean“, dalla colonna sonora tipica del genere e la classica eleganza del british humour. Ma sebbene stilisticamente cerchi di riprendere un certo genere di cinema, in realtà The Duke presenta delle particolarità che rendono l’imitazione del genere di fatto parodistica.
L’inganno perfetto, la recensione
L’ottantenne Roy Courtnay conosce la coetanea Betty McLeish su un sito di incontri per la terza età e i due cominciano a frequentarsi. Roy però non ha detto alla donna che per guadagnarsi da vivere organizza truffe ai danni di sprovveduti investitori. Quando l’uomo realizza dell’ingente patrimonio di famiglia di Betty, inizia a pianificare un modo per truffare anche lei.
Ad eccezione di alcune garanzie, quando Hollywood affida l’appeal delle proprie storie a vecchie glorie del cinema ormai ottuagenarie, c’è sempre da stare attenti perché la sola è dietro l’angolo. E se si tratta, poi, di film che trattano di truffe e raggiri… beh, la sola è praticamente assicurata!
Lo schiaccianoci e i quattro regni, la recensione
C’è un’antica tradizione crossmediale legata alla fiaba de Lo Schiaccianoci, originariamente (1816) messo su carta dall’artista tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann con Lo schiaccianoci e il re dei topi, rielaborato da Alexandre Dumas nel 1844 con Storia di uno schiaccianoci e poi trasformato nel celebre balletto Lo schiaccianoci nel 1892, musicato da Pëtr Il’ič Čajkovskij. Una storia, dunque, che si estende dalla letteratura alla danza fino ad arrivare – appena la tecnologia lo consente – anche al cinema, omaggiato dalla Disney in Fantasia (1940) e più volte adattato per il cinema d’animazione, da La favola del principe schiaccianoci (1990) e Barbie e lo schiaccianoci (2001), fino alla disastrosa versione live action Lo schiaccianoci 3D (2010) con Elle Fanning e John Turturro.
Helen Mirren presenta La vedova Winchester a Roma [Video]
La vedova Winchester, la recensione
Il filone delle ghost stories e delle case infestate, nello specifico, è tra i più antichi rappresentati del genere horror, appartenuto tanto al cinema delle origini quanto alla corrente gotica che ha attraversato i decenni del ‘900, fino alla più recente esplosione di produzioni a basso/medio budget delle majors. Un filone che si adagia su meccanismi collaudati ed elementi ricorrenti, che preferisce la creazione dell’atmosfera alla violenza grafica e che in molte occasioni è riuscito a dar vita a dei veri e propri caposaldi del cinema (non solo horror) grazie a una sapiente costruzione degli spazi e un’adeguata rielaborazione dei topoi tipici del filone.
Ella & John: The Leisure Seeker, la recensione
Paolo Virzì arriva in America. E lo fa trasportando sullo schermo il libro di Michael Zadoorian The Leisure Seeker, con due protagonisti d’eccezione: Helen Mirren e Donald Sutherland.
Will arriva come di consueto a casa dei genitori, grandi cambiamenti si avvicinano e bisogna definire gli ultimi dettagli. Ma la casa è vuota, di Ella e John non c’è traccia. Will si accorge con orrore che manca anche il piccolo e vecchio camper con cui avevano girato il paese da bambini, il Leisure Seeker.
Così inizia questo film, un rocambolesco road movie over sessanta che attraversa mezza America con un’unica, grande meta: la casa di Hemingway a Key West.
Il diritto di uccidere, la recensione
“In amore e in guerra tutto è lecito”, così recita un vecchio adagio popolare con il quale vengono descritti due campi accumunati dalla stessa spietatezza e dal ricorso a tattiche, anche se usate per finalità decisamente diverse. Ma è davvero così nel caso della guerra? E, soprattutto, c’è una linea di demarcazione tra le strategie militari e quel briciolo di umanità che resiste anche nell’animo del colonnello o capo di stato più determinato e pronto a dare battaglia al suo nemico fino all’ultimo?
Proprio su questi spinosi interrogativi si focalizza Gavin Hood che nel suo nuovo lavoro, dal titolo Il diritto di uccidere, racconta una tipica storia di guerra nella quale gli interessi politici, economici e di ideali vanno a toccare le vite di persone innocenti che, pur essendo all’oscuro di tutto ciò, ne pagano le conseguenze in maniera tragica.