You: lo stalking raccontato dallo stalker
You è l’ultima serie acquisita da Netflix, uscita il 26 dicembre. Un thriller psicologico creato da Greg Berlanti (Arrow, Supergirl) e Sera Gamble (Supernatural) basato sull’omonimo romanzo della scrittrice Caroline Kepnes, uscito nel 2014.
Seguiamo le orme di Joe Goldberg, gestore di una piccola libreria di New York, che si innamora a prima vista di una sua cliente e farà di tutto per farla diventare la sua ragazza. Fin qui niente di strano, una semplice storia d’amore. Ma Joe non è un ragazzo qualunque, Joe è uno stalker.
Quella che all’inizio sembra una storia come tante altre diventa velocemente un racconto sempre più inquietante. Accompagnati dalla voce fuori campo di Joe, veniamo guidati attraverso ogni suo passo e ogni pensiero. Quella che poteva sembrare la solita serie tv (e lo sarebbe stato se anche solo il punto di vista fosse stato quello di lei) si trasforma improvvisamente in una fonte di conflitto morale per lo spettatore.
È impossibile, infatti, non empatizzare con Joe: lui è il nostro protagonista, è una bravissima persona quando si prende cura del bambino della porta accanto, non manca mai di aiutare e supportare quella che sarà la sua ragazza, è estremamente sensibile, altamente intelligente, un avido lettore e infine un capace libraio. Ma Joe non è soltanto questo, non è soltanto ciò che appare, è quello che pensa e ciò che fa. E siamo sempre noi spettatori ad accompagnare ogni suo flusso di coscienza e ogni sua azione, a tratti letteralmente ributtante.
Ad interpretare questo personaggio carico di doppiezza troviamo Penn Bedgley, famoso soprattutto per il ruolo di Dan in Gossip Girl: Bedgley ci dona una performance davvero notevole considerando anche la complessità del suo personaggio, particolarmente convincente oltretutto nelle scene di isteria.
La regia e la fotografia sostengono bene la tensione del thriller ma non hanno un marchio particolare, si tengono su un livello qualitativo medio, comunque accettabile per il tipo di prodotto.
A contrapporsi a Joe c’è Guineveire anche detta semplicemente Beck, la sua “amata”, interpretata da Elizabeth Lail (Dead of Summer), ragazza disegnata a tutto tondo (anche grazie alle ricerche maniacali di Joe) che fatica a giostrarsi nel mondo post-universitario. Vedremo lo sboccio della loro relazione ma soprattutto vedremo fino a che punto è disposto ad arrivare Joe per fare quello che lui chiama “proteggere chi ama”. Ed è questa la parte più interessante di You, la psicologia del protagonista: anche se lo vedremo intento in atti sempre più discutibili, Joe è fermo nelle sue convinzioni di essere sempre nel giusto, ogni sua azione è giustificata. Sono pochi i momenti in cui sente un dubbio nascere in lui e comunque riesce sempre a reprimerlo.
You ci pone davanti una verità spaventosa: che a volte chi si comporta male, anche orribilmente, non ne è cosciente, o almeno riesce a trovare abbastanza elementi per autoassolversi. Questo e altro pur di non doversi credere un mostro. Sicuramente un approfondimento estremamente interessante.
Speriamo che la seconda stagione si mantenga a livello della prima! Buona visione!
Silvia Biagini
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