Anna, la recensione

Luc Besson è un nome determinante all’interno del panorama cinematografico europeo perché è l’uomo che è riuscito a creare un ideale ponte tra l’intrattenimento statunitense e quello francese. Fondamentalmente, Besson è cresciuto, ha amato e ha studiato il cinema americano da botteghino ma la sua grande capacità di adattamento ha fatto si che trovasse una chiave personalissima per trasformare quel canovaccio in un qualche cosa di nuovo e chiaramente riconoscibile. Prima come regista con veri e propri caposaldi del cinema francese come Nikita, Léon e Il quinto elemento, poi come sceneggiatore e produttore per le saghe di The Transporter, Banlieue 13 e Taken – Io vi troverò, che hanno reinventato di fatto l’action-movie di stampo internazionale. Ma in tutto il percorso registico di Besson e, in parte, in quello produttivo abbiamo sempre riscontrato una costante ben precisa: la centralità della donna e, nello specifico, di una donna forte e determinata capace di sostituirsi agilmente nell’immaginario collettivo agli archetipi maschili del cinema d’azione. E lo ha fatto in maniera differente dagli illustri antesignani creati da Ridley Scott e James Cameron e molto prima, nonché in maniera molto più credibile ed efficace, che la valanga finto-femminista da quote rose travolgesse il buon senso (e il buon gusto) hollywoodiano.

Anna

Anna, il nuovo film scritto, prodotto e diretto da Besson è in perfetta continuità con la sua idea di cinema femminile, femminista, grintoso ed energico inserito in un contesto da spy-story che ricorda in maniera neanche troppo velata proprio uno dei suoi titoli più celebri e apprezzati, Nikita. Non è un caso, probabilmente, che Anna si ambienti temporalmente proprio nel periodo in cui Nikita arrivava al cinema, i primi anni ’90, trovando una efficace protagonista nell’attrice e supermodella russa Sasha Luss, che con Besson aveva già lavorato in Valerian e la città dei mille pianeti.

Con un andirivieni temporale che alterna la seconda metà degli anni ’80 con i primi anni ’90, Anna racconta la storia di una tormentata ragazza russa poco più che adolescente che, rimasta orfana, getta via la sua vita con pessime frequentazioni e il costante utilizzo di droghe pesanti. Intercettata da un agente del KGB, ad Anna viene proposto di unirsi ai servizi segreti russi e agire sotto copertura, come modella, per portare a termine importanti missioni di caratura internazionale. Anna diventa una macchina di morte tanto bella quanto letale e viene smascherata dalla CIA, che le propone una collaborazione segreta per rovesciare la gerarchia tossica in cui versa il KGB. La ragazza accetterà di fare il doppio gioco?

Anna

Che il Besson-regista si sia perso ormai da tempo è un dato di fatto visto che dal sottovalutatissimo e splendidamente sperimentale Angel-A (2005) non prende in pieno un film (le sue incursioni fantascientifiche Lucy e Valerian sono le delusioni più scottanti), quindi Anna anche viaggia su binari alterni apparendo agli occhi dello spettatore come una versione più fumettosa e sgangherata di Red Sparrow con la Lawrence. La sua costruzione a incastro temporale è forse la cosa narrativamente più pregnante perché dona carattere a una storia di spionaggio, ricatti e doppi/tripli giochi che in questo genere è la prassi. Posta così, invece, riesce a farsi ricordare e stimolare l’interesse dello spettatore nel ricostruire i tasselli del mosaico. Un mosaico che si concentra completamente sulla bellissima (e anche brava) protagonista che riesce a dar corpo a una donna che usa il fascino per lavoro ma lascia spesso che i sentimenti entrino a scardinare i suoi piani. Ovviamente, conoscendo il trascorso di Besson, si va decisamente sul sicuro con l’azione e seppure non ci siano troppi momenti da action pura, possiamo assistere a due scene madri davvero efficaci e ben coreografate.

Anna

Cast di contorno di caratura internazionale con Cillian Murphy nei panni di un agente della CIA, Luke Evans in quelli del reclutatore KGB e una camaleontica Helen Mirren come severa referente di Anna.

Insomma, Besson porta a casa la sua regia migliore da una quindicina d’anni a questa parte ma Anna rimane comunque un film sotto le capacità mostrate in passato dal Re Mida dell’action francese, un buon spy-thriller che però difficilmente lascerà il segno.

Anna era in listino 01 Distribution per un’uscita al cinema ma lo stop delle sale imposto per l’emergenza sanitaria ha fatto dirottare la distribuzione del film direttamente in streaming su Amazon Prime Video.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una costruzione temporale interessante.
  • Sasha Luss se la cava alla grande.
  • Buone scene d’azione.
  • Di base è uno spy-thriller come tanti altri.
  • Un po’ di azione in più non avrebbe guastato.
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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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