Mamma o papà?, la recensione

È insolito trovare nei cinema a San Valentino un film che racconta l’assoluta mancanza d’amore in una coppia e nel rapporto tra genitori e figli; ancora più insolito se consideriamo che quel film è una commedia italiana, patria dei sentimenti a buon mercato da fiction da prima serata. Ma basta scendere un po’ più in profondità per scoprire che Mamma o papà? di Riccardo Milani non è una commedia italiana in piena regola, ma un adattamento – o remake, se vogliamo – di un film francese del 2015, Papa ou maman? di Martin Bourboulon.

Strana abitudine questa dei remake lampo di commedie straniere, che sta attecchendo in Italia da qualche anno a questa parte. Un po’ come è accaduto per il cinema horror statunitense nel primo decennio del nuovo secolo, quando ogni 5 film prodotti almeno 3 erano remake di vecchi successi o di film esteri, anche in Italia, dopo il grande consenso ricevuto da Benvenuti al Sud, remake del francese Giù al Nord, proliferano remake di commedie francesi, spagnole, argentine: da Fuga di cervelli al recente Poveri ma ricchi, passando per Belli di papà, Il nome del figlio, I Babysitter e Ma che bella sorpresa. La prima domanda che passa per la mente dello spettatore è “ma c’era bisogno di acquistare un format dall’estero per questi film?”… in fin dei conti parliamo di film normalissimi, con concept normalissimi che derivano da opere altrettanto normalissime. Insomma, spremendo un po’ le meningi, non si faticherebbe ad avere idee anche migliori di quelle qui utilizzate.

Al di là dei dubbi che ognuno di noi può avere su questo sistema che forse (e dico forse) ha origine da finanziamenti e agevolazioni, Mamma o Papà? si distingue dal calderone delle commedie italiane per una cattiveria di fondo che non appartiene al nostro modo di far ridere e di intrattenere, se non, negli ultimi anni, con l’eccezione del cinema di Checco Zalone. E qui si nota l’ascendenza d’Oltralpe, fondata su un cinismo e un’ironia caustica che si lascia apprezzare perché di rottura con la tradizione buonista nostrana.

In Mamma o papà? si racconta la storia di Valeria (Paola Cortellesi) e Nicola (Antonio Albanese), lei ingegnere, lui ginecologo, sposati e con tre figli ed entrambi prossimi a un impegno lavorativo fuori dall’Italia. Ma tra i due l’amore finisce e, con estrema compostezza, decidono di divorziare… ma chi prenderà in affidamento i figli? Tra l’altro, tre ragazzi davvero insopportabili. Così, sia Valeria che Nicola cominciano una spietata e scorretta guerra per farsi odiare dai propri figli, in modo che i ragazzini non scelgano uno o l’altro genitore per l’affidamento.

Chiaramente debitore a La guerra dei Roses di Danny De Vito, fonte d’ispirazione anche per l’originale francese, Mamma o papà? si affida a un soggetto sufficientemente accattivante che però non riesce a reggere la tensione comica per i suoi 100 minuti di durata. L’idea che sta alla base del film è giocare scorretto con il concetto di famiglia, mostrando quindi un divorzio ben differente da quello che solitamente il cinema italiano ci ha raccontato e, soprattutto, un rapporto con i figli diametralmente opposto allo zuccheroso affetto istillato da decenni di spot di merendine per la prima colazione.

In Mamma o papà? i due adulti sono perfidi, pronti a coprirsi di ridicolo e attentare alla loro vita e a quella dei propri figli per lavarsi le mani dalle responsabilità genitoriali; allo stesso tempo i tre pargoli sono di una rara antipatia, dalla saccenza del più piccolo all’apatia no global del più grande, passando per l’insopportabile dipendenza da smartphone dell’intermedia.

Però c’è un problema in Mamma o papà?, ovvero l’idea si esaurisce troppo presto e viene tirata per le lunghe in maniera estenuante riuscendo a far ridere davvero raramente. Così il film di Milani, che aveva dimostrato una migliore gestione dei tempi narrativi in Scusate se esisto, mostra troppo presto scoperta la guardia. Non aiuta lo script, curato dallo stesso regista insieme all’interprete Paola Cortellesi e Giulia Calenda, che presenta poca cura nella delineazione dei personaggi secondari concentrandosi esclusivamente sui due protagonisti; così, bravi attori come Stefania Rocca, Claudio Gioè, Matilde Gioli e, soprattutto, Carlo Buccirosso, ci sembrano un po’ sprecati in ruoli che, in fin dei conti, appaiono davvero poco rilevanti.

La parte dei leoni, ovviamente, la fanno i due protagonisti Antonio Albanese e Paola Cortellesi, bravi come in molte occasioni ci hanno già dimostrato, e capaci di reggere un intero film sulle loro spalle. Così e così i giovani interpreti che vestono i panni dei loro figli (Luca Marino, Marianna Cogo, Alvise Marascalchi), anche se non si capisce se l’apatia interpretativa dei tre sia richiesta dal ruolo (in questo caso, bravissimi) o da una ovvia inesperienza attoriale (ipotesi più plausibile).

Lontano dai cliché della commedia nostrana – anche se qualche leggera pennellata di buonismo qua e là si intravede – Mamma o papà? parte da una buona idea senza però trovare un adeguato sviluppo. Guardabile ma poco incisivo.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il cinismo di fondo ne fa una commedia diversa dallo standard italiano a cui siamo abituati.
  • Bravi i due interpreti principali.
  • La ripetitività della struttura narrativa, alle lunghe, stanca.
  • Non ci sono molte gag andate a segno.
  • I personaggi secondari non sono sviluppati a dovere.
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