The Tender Bar – Il bar delle grandi speranze, la recensione

Dopo aver diretto nel 2020 The Midnigh Sky, George Clooney firma il suo ottavo lungometraggio, dal titolo The Tender Bar, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di J. R. Moehringer, scrittore e giornalista, vincitore del prestigioso Premio Pulitzer per il giornalismo di approfondimento e costume, ripercorrendo pedissequamente quello che è scritto nel romanzo, avendo come protagonisti: Ben Affleck e Ron Livingston.

La storia ruota attorno all’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta di J. R. Moehringer, passando dalle innumerevoli esperienze che lo hanno formato come uomo e come intellettuale.  Un padre assente, una figura che sarà sostituita dall’amato zio Charlie (Ben Affleck) che gli instillerà la passione per la letteratura e la scrittura. La sua ammissione alla prestigiosa Yale University segnerà l’inizio di una sfavillante carriera nel mondo del giornalismo.

George Clooney aveva espresso in passato di aver amato il romanzo d’esordio di J. R. Moehringer, quindi, era plausibile il suo interessamento di voler dirigere un film tratto da quest’opera, osannata dal New York Times e da USA Today. Lo sceneggiatore William Monahan (Le crociate – Kingdom of Heaven, The Departed – Il bene e il male, The Gambler) sceglie di concentrarsi su una parte dell’infanzia di J. R. aprendo il film intorno al 1973, raccontando il dolore del bambino per la figura di un padre assente, violento e alcolista. Il rapporto con suo zio Charlie interpretato da uno straordinario Ben Affleck, gestore di un locale frequentato da personaggi strampalati, sarà determinante per la formazione del bambino.

Non è facile raccontare il percorso formativo di un grande intellettuale come lo è Moehringer, il rischio è quello di annoiare un pubblico poco incline a opere in cui viene rappresentata la descrizione degli ambienti letterari, ma in questo Monahan riesce con grande bravura a concentrarsi sul lato umano di quest’uomo, seguendo il suo stato emotivo e una serie di esperienze che lo hanno segnato nell’intimo più profondo.

La regia di Clooney si concentra soprattutto sulla bravura degli attori, in primis Ben Affleck e in secundis Ron Livingston che veste i panni di J. R adulto. Una piacevole rivelazione è Briana Middleton nei panni della sensuale Sidney, la ragazza che farà conoscere al giovane i primi turbamenti sentimentali. Ma nonostante la presenza di un cast di attori straordinari, la sceneggiatura non riesce a coinvolgere pienamente lo spettatore che, si ritrova, suo malgrado a non empatizzare con i personaggi, davvero un peccato.

L’accurata ricostruzione della provincia americana degli anni Settanta è resa alla perfezione, grazie alla scenografia di Kalina Ivanov e ai costumi di Jenny Eagan, oltre alla meravigliosa colonna sonora composta da Dara Taylor che sceglie alcuni titoli in voga in quegli anni, basti citare Dynaflow dei Parish Hall o Radar Love del gruppo olandese Golden Earring.

The Tender Bar è un ritratto fedele dell’infanzia e dell’adolescenza di J. R. Moehringer, non privo di difetti, manca la giusta tensione narrativa in grado di coinvolgere lo spettatore, ma rappresenta nel suo insieme un’opera in grado di descrivere in maniera egregia il percorso umano e formativo di un grande intellettuale. Meritevole l’interpretazione di Ben Affleck.

The Tender Bar è disponibile dal 7 gennaio sul catalogo Amazon Prime Video.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Un Ben Affleck in stato di grazia.
  • Un’accurata cura dei dettagli ci immergono nella magica atmosfera della provincia americana degli anni Settanta.
  • Una sceneggiatura fedele al testo letterario, ma che manca di coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore.
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