Una folle passione, la recensione

Sul finire dei ruggenti Anni Venti, George Pemberton (Bradley Cooper) e Serena Shaw (Jennifer Lawrence) si incontrano per caso, nel selvaggio scenario del North Carolina. Lei è misteriosa, sensuale e indomita; lui solido, risoluto e virile. Tra i due è amore a prima vista, coronato dalle nozze e da una vita coniugale che procede a gonfie vele, andando di pari passo con l’affermazione del loro impero del legname. Tuttavia, i segreti di un ingombrante passato sono destinati a turbare per sempre il loro idillio e generare tragiche conseguenze per la coppia e per chiunque incroci il loro cammino…
Una Folle Passione è l’adattamento cinematografico del romanzo Serena, firmato da Ron Rash e trasformato in sceneggiatura da Chris Kyle. A dirigere questo appassionato melo dal sapore vintage è la Susanne Bier di Love is All You Need, cineasta danese che, da sempre, divide pubblico e critica tra approvazione e delusione.

Stavolta, la regista si cimenta col racconto dell’auto affermazione di una figura femminile in un microcosmo dominato dal testosterone; Serena è tanto determinata a mostrarsi pari a qualunque uomo per vigore e astuzia quanto fragile e instabile nell’intimità. La sua complessa individualità di angelica Lady Macbeth e la carismatica freddezza, il cui mistero si svela solo nel privato della camera da letto, sono aspetti potenzialmente interessanti e coinvolgenti da indagare. Purtroppo, nell’economia del racconto, lo sviluppo del personaggio è gestito in maniera frettolosa e repentina, piuttosto che oculata e verosimile; questo, inevitabilmente, spiazza lo spettatore che, in una manciata di minuti, assisterà all’ingiustificata metamorfosi della tosta eroina dei boschi in squilibrata infanticida. Le venature di follia del personaggio avrebbero senz’altro potuto accrescerne il fascino, se approfondite con maggiore cura, ma tale superficialità formale nulla toglie alla intensa performance del premio Oscar Jennifer Lawrence, che regala un fervido ritratto femminile, sebbene non destinato a lasciare il segno nella sua filmografia.

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Di contro, è difficile entrare in sintonia con il personaggio interpretato da Bradley Cooper, che incarna ogni difetto e debolezza del maschio incurante di tutto e tutti pur di perseguire i propri obiettivi, salvo, poi, trasformarsi in malleabile creta nelle mani della donna che ama e perdere ogni contatto con qualsiasi principio morale e civile. Tuttavia, il suo iter psicologico risulta senz’altro meglio delineato rispetto alla controparte femminile, sebbene ciò non basti a risollevarne le sorti agli occhi dello spettatore. Nel complesso, senza la bravura indiscussa dei due interpreti, ci troveremmo di fronte a due profili umani incoerenti e affatto empatici, compromettendo inevitabilmente la fruizione della pellicola. Interessante, d’altra parte, il ricorso reiterato a metafore zoologiche per coadiuvare l’intento analitico nei confronti dei protagonisti. Tali metafore, non a caso, coinvolgono creature per antonomasia selvatiche e letali: l’aquila, il serpente, il puma.

Malgrado la cura formale e il notevole impatto visivo, garantito da una fotografia suggestiva e nebbiosa, il film non è altro che un prodotto confezionato ad hoc per palati di poche pretese e per i fan dei due interpreti principali. Manca di graffio e d’intuizione, vive di facili espedienti e non brilla neanche per emotività, sulla quale punta in maniera esibita e gratuita. I comprimari sono poco più orpelli bidimensionali – malgrado la presenza, tra questi, del bravissimo Rhys Ifans – e l’affresco del periodo storico in questione (siamo alle porte del crollo di Wall Street), che avrebbe potuto fornire più di qualche spunto, è appena accennato. Ciò che le quasi due ore di proiezione lasciano addosso, a conti fatti, è la sensazione di esser vittima di una trappola narrativa esasperata e insipida.

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Una folle passione vorrebbe offrire un ardente spaccato di impetuosa vita di coppia, popolato da personalità vivide e dotate d’infinite sfaccettature. Di fatto, sebbene forte di una pregevole ricostruzione storica, tanto nelle ambientazioni che nei costumi, s’inceppa nella più blanda retorica da sornione pacchetto hollywoodiano scaltramente confezionato per fare la gioia di un pubblico ingenuo o di scarse pretese. Il film debutta il 30 ottobre nelle sale italiane, distribuito da Eagle Pictures.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Pregevoli la cura formale e la ricostruzione storica.
  • Buone le performance di Cooper e della Lawrence.
  • Alla bella confezione non corrisponde altrettanta sostanza.
  • Lo sviluppo psicologico dei protagonisti manca di coerenza e verosimiglianza.
  • Narrativamente, trova la propria ragion d’essere in espedienti furbi e affatto originali.
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Una folle passione, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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