Venezia79. Master Gardener di Paul Schrader. Orticoltura e neonazismo

Paul Schrader, Leone d’Oro alla carriera e già sceneggiatore di alcuni noti film di Martin Scorsese, come Taxi Driver e Toro Scatenato, porta alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia un lungometraggio dai tratti oscuri ma mai sopra le righe, Master Gardener.

La storia si ambienta nella magione della regina di Scozia, vedova solitaria interpretata da Sigourney Weaver, che saltuariamente si accompagna al giardiniere, il meticoloso Narvel Roth interpretato da Joel Edgerton.

Ma la vera relazione, la più importante che viene messa in scena, è quella tra il giardiniere e la nipote acquisita della regina. Non pensate a una storia sentimentale, difatti i caratteri principali del regista emergono nelle luci scure e rarefatte di una scenografia che brilla solo quando si parla di fiori. I fiori, infatti, si prestano a più metafore, esistenziali e sentimentali, e regalano un contrasto unico nella produzione di Schrader.

Ecco quindi che, come i fiori, il rapporto tra il giardiniere e la nipote si arricchisce con il passare del tempo, man mano che il freddo iniziale fra i due è dissipato dalle incursioni di incubi notturni e storie di dipendenza. È molto interessante il contrasto che si viene a creare e che rende questo film un’opera completa. Non a caso la proiezione veneziane di Master Gardener è stata accompagnata da applausi sia prima della proiezione che, lunghissimi, al comparire dei titoli di coda.

Le musiche delicate di Devonté Hynes lasciano il segno, così come la recitazione è davvero incisiva da parte di tutti; unico elemento un po’ destabilizzante per lo spettatore ormai assuefatto a determinati ambienti è l’uscita dalla villa della Regina, che porta le luci a cambiare drasticamente e con esse l’atmosfera percepita.
Che sia stata una scelta voluta?

Alcuni, al Lido, hanno definito questa pellicola come priva di ritmo, con un andamento da far addormentare il pubblico. Non crediamo che sia così, anche per il percepito da parte della critica durante la proiezione, anzi: va fatto un grande grazie a Vision Distribution, che nel 2023 porterà Master Gardener nelle sale italiane.

Anche perché oltre a una dimensione intellettuale e di esperienza, questo film unisce una tematica molto importante, ovvero quella dei gruppi neonazisti. Il passato del giardiniere, legato a questo tipo di tematiche, è una delle chiave di volta della pellicola. Il messaggio che viene lanciato in appena una scena è infatti chiaro: i neonazisti inseguono un ideale, che nel momento in cui si concretizza allo stesso tempo si sgretola. Questa idea non è del tutto nuova (vedi American History X), ma è sempre un bene tenerla presente e divulgarla.

Roberto Zagarese

PRO CONTRO
  • Fotografia.
  • Sceneggiatura.
  • Interpreti.
  • Tensione che non raggiunge picchi troppo alti.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia79. Master Gardener di Paul Schrader. Orticoltura e neonazismo, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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