American Pastoral: incontro con Ewan McGregor e Jennifer Connelly

L’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è caratterizzata da una serie di eventi che anticiperanno la partenza ufficiale della manifestazione, prevista per il 13 ottobre. A dare inizio alle danze è la proiezione in anteprima nazionale di American Pastoral, diretto e interpretato da Ewan McGregor, il quale presenta il film in Italia insieme alla sua compagna sullo schermo Jennifer Connelly. L’appuntamento è il 3 ottobre al cinema Barberini, ma nella mattinata dello stesso giorno, McGregor e la Connelly hanno incontrato la stampa nella suggestiva cornice dell’Hotel Bernini, sito proprio in piazza Barberini. Quello che segue è il nostro veloce incontro con i due attori.

American pastoral - McGregorDomanda d’obbligo per il neoregista Ewan McGregor, scelto dalla produzione per dirigere American Pastoral, è senza dubbio come sia stata la sua prima volta dietro la macchina da presa. Alla quale così McGregor ha risposto:

Un’esperienza che mi ha cambiato la vita, volevo farlo da anni, ci sono stati contatti creativi con figure che già conoscevo ma tutto visto da un’altra prospettiva. La cosa che più mi ha appassionato è stato il rapporto con gli attori: tutte le scene le abbiamo costruite insieme! Poi ho scoperto cosa succede dietro le quinte, tipo i dissidi con la produzione, cose che di solito vengono tenute lontane dagli attori. Ora mi sento più maturo.

A questo punto chiediamo a McGregor quanto abbia imparato dai registi con cui ha lavorato e se tra di loro c’è stato qualcuno a cui si è ispirato maggiormente:

Ventiquattro anni di questo lavoro mi hanno permesso di lavorare con grandi registri, ma ho preso qualche cosa anche dai meno bravi. Non c’è modo giusto o sbagliato di fare il regista, ma ci sono cose che funzionano o meno in determinate circostanze. Ho iniziato con Danny Boyle, lui ti guarda e si adatta al tuo modo di fare. Un buon regista dipende anche dalla sua personalità e dalla magia che si riesce a creare in un set.

Passiamo al casting e soprattutto a come ha scelto Hannah Nordberg per interpretare Merry Levov da bambina, sicuramente una delle sorprese del film.

Avevamo bisogno di 3 attrici, l’unica che già sapevamo era Dakota Fanning, ingaggiata fin dall’inizio insieme a me. Quindi ho cercato una bambina che doveva somigliare a Dakota, abbiamo provinato molte ragazzine, alcune erano troppo adulte nel modo di porsi e facevano quasi paura. Con lei abbiamo fatto diverse letture e ho cercato una che sapesse leggere la parte in modi differenti, alcune provinate si incartavano quando chiedevo di cambiare atteggiamento, Hannah è stata la mia prima scelta!

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Alla domanda se ci sono motivi personali che hanno spinto McGregor a cimentarsi con questa storia, l’attore/regista così ha risposto:

Si tratta di un romanzo straordinario che io non avevo letto e ho conosciuto tramite la sceneggiatura di John Romano… una sceneggiatura che mi ha fatto letteralmente piangere; poi il fatto di essere padre di quattro figlie me l’ha reso particolarmente caro.

Passando a Jennifer Connelly, è doveroso un ricordo del grande Duca Bianco, per cui: come è stato ballare con David Bowie in Labirinth?

Ero molto agitata, non avevo mai preso lezioni di danza, quindi anche essere in un ambito del genere mi inibiva molto. Mi sentivo goffa e impacciata, ma lui è stato dolce e gentile, mi ha fatto stare a mio agio, ha fatto battute ed è stato lui a farmi eseguire la parte nella maniera giusta.

Poi una domanda rivolta a entrambi: quanto avete messo di voi stessi come genitori in Sweden e Dawn Levov?

Ewan McGregor così risponde:

Quando fai l’attore, attingi sempre dalla tua esperienza così come dall’immaginazione, ovviamente dipende dal ruolo ch si interpreta, se fai un serial killer attingi più dall’immaginazione, se fai un genitore, attingi dall’esperienza.

Jennifer Connelly, invece:

Dawn non mi assomiglia ma il suo personaggio mi interessava molto perché è diversa da me e quindi posso assaporare altri aspetti della vita.

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Poi a Ewan McGregor viene fatta una domanda sulle imminenti elezioni Presidenziali americane e quanto American Pastoral possa essere uno specchio della contemporaneità.

Il film esplora un momento specifico della storia, il momento subito successivo alla Seconda Guerra Mondiale, quello del cosiddetto “sogno americano” che entra in rotta di collisione con i figli di quelle persone che hanno riposto speranza nell’America di quegli anni. Il film esplora uno scontro generazionale e anche se ci sono somiglianze con l’attualità non abbiamo voluto cogliere per forza i nostri tempi.

Per concludere una domanda che non si poteva non fare, ovvero qualche anticipazione su Trainspotting 2, alla quale McGregor è stato piuttosto evasivo.

Abbiamo girato questa estate, sono stato felice di ritrovarmi con vecchi amici e di tornare a lavorare con Danny Boyle.

American Pastoral uscirà nei cinema italiani il 20 ottobre distribuito da Eagle Pictures su 200 schermi. L’Italia è stato il primo Paese ad acquistare il film, intercettato durante il market di Cannes, a fiducia sulla sola sceneggiatura.

Roberto Giacomelli

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