Chef – La Ricetta Perfetta, la recensione

Il felice connubio tra cinema e cibo caratterizza la settima arte sin dai suoi primissimi vagiti. Nel 1895, la prima proiezione cinematografica della storia, al Grand Café del Boulevard des Capucins di Parigi, includeva, tra i dieci film realizzati dai fratelli Lumière, anche La Colazione del Bimbo. Senza timore di esagerare, si può affermare che, da allora, l’elemento culinario è connaturato al grande schermo, contribuendo non solo a sollecitare il piacere visivo nello spettatore, ma solleticandone tutti e cinque i sensi.
Chef si colloca in coda alla scia delle pellicole che hanno fatto del cibo e della buona cucina un vero e proprio mantra da celebrare e corteggiare con la macchina da presa, fin quasi ad innalzarlo a vero e proprio co protagonista. Largo, dunque, a piastre che sfrigolano, vivaci fornelli dalle fiamme danzanti e impeccabili lame che scorrono sul tagliere alla velocità della luce, mentre sofisticati manicaretti, dall’aspetto incredibilmente sensuale, sfilano davanti agli occhi affamati del pubblico…
Dimostrazione tangibile che il cinema è in grado di trasformare anche la gastronomia in un’arte pari alla pittura o alla scultura.

La deliziosa commedia scritta, diretta e interpretata da Jon Favreau (regista di Iron Man e Iron Man 2 e avvistato recentemente in The Wolf of Wall Street), tuttavia, al di là di un apoteosi di gusto e appetito, ha molto da offrire in termini di contenuti e intrattenimento di qualità. Protagonista della vicenda è il corpulento e tatuatissimo Carl Casper (Favreau), affermato chef del Brentwood eatery Gauloises di Los Angeles, la cui carriera è giunta a un bivio. Carl, infatti, è combattuto tra la consapevolezza delle proprie capacità, che lo spinge a sperimentare piatti insoliti e dar sfogo al proprio estro creativo, e la rigidità di Riva (Dustin Hoffman), suo datore di lavoro, che insiste affinché Carl continui a cucinare le solite pietanze che, negli ultimi dieci anni, hanno fatto la fortuna del ristorante. Quando una recensione al vetriolo dell’influente food blogger Ramsey Michel (Oliver Platt) diventa un esplosivo caso mediatico, Carl, per sottrarsi al polverone, decide di accettare il consiglio dell’ex moglie Inez (Sofia Vergara) e concedersi un viaggio a Miami con il figlio undicenne Percy (Emjay Anthony), che stravede per il padre. Sarà l’inizio di una rinascita inaspettata, umana e professionale, fatta di imprevisti, ispirazione e… scoppiettanti gioie per il palato!

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Favreau, oltre a offrire una gustosa (è proprio il caso di dirlo) ed energica interpretazione, ordisce con sapienza una trama arguta e stravagante, costruita su una vincente commistione di generi. Chef racconta una storia di formazione, è un film on the road, una toccante apologia del rapporto padre-figlio. Ciascuna di queste interessanti sfumature trova la propria ragion d’essere nell’economia del racconto, dando vita a un impianto tematico ricco, ma mai saturo; denso, ma sempre equilibrato. Interessante è anche il discorso sviluppato sui social media che, con efficace umorismo ma, talvolta, una punta di amarezza, mostra quanto il web, oggi, sia in grado di influenzare profondamente le nostre vite, nel bene o nel male. E’ tra un cinguettio di Twitter e un selfie, infatti, che l’avventura di Carl e Percy ha inizio e si dipana, subendo svolte inattese e prendendo pieghe sorprendenti.

La pellicola ha una voce audace e autentica al tempo stesso, che fa sentire dall’inizio sin quasi alla fine, grazie a dialoghi brillanti, sicurezza registica e tematiche coinvolgenti. Il tutto, è condito da un irresistibile ritmo latino e dalla varietà di accattivanti location californiane, che la luminosa e morbida fotografia esalta senza mai essere stucchevole. Unica piccola pecca, è qualche sequenza relativa al viaggio attraverso la California, che sarebbe forse stato opportuno snellire per giovare al dinamismo dell’impianto narrativo.

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Chef si distingue anche per la partecipazione più o meno corposa di acclamate superstar. Oltre al già citato Dustin Hoffman, compaiono in piccoli ruoli Bobby Cannavale e Scarlett Johansson e c’è anche spazio per un esilarante e fulmineo cameo di Robert Downey Jr. Un contributo significativo al cast è apportato, d’altra parte, dall’attore di origine colombiana John Leguizamo (il Toulouse-Lautrec di Moulin Rouge! e la voce originale del bradipo Sid ne L’era Glaciale), che interpreta Martin, l’amico e collega di Carl che seguirà con entusiasmo quest’ultimo nel proprio cammino introspettivo, condividendo ingegno, immaginazione e adrenalina.

La commedia di Jon Favreau è un succulento inno alla creatività e al coraggio di esprimere se stessi e inseguire i propri ideali, qualsiasi conseguenza questo comporti. Chef, nelle sale dal 30 luglio grazie a Warner Bros. Italia, vi conquisterà prendendovi per la gola e scaldandovi il cuore; gli ingredienti segreti non mancano: sta a voi scoprirli. Si consiglia la visione a stomaco pieno, o si rischia di soffrire atrocemente per improvvisi attacchi di fame!

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • L’ambientazione ‘culinaria’ offre un tripudio di stimolanti impulsi per i cinque sensi.
  • Scrittura brillante, fresca e moderna.
  • Efficace tanto dal punto di vista formale che dei contenuti.
  • Si dilunga un pelino troppo nelle sequenze dedicate al viaggio.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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