In vacanza su Marte, la recensione

in vacanza su marte

La commedia italiana di Natale, sia nella formula del Cinepanettone della ex scuderia DeLaurentiis che in qualsiasi altra forma assunta negli ultimi 25 anni, è croce e delizia della produzione cinematografica nostrana. Una manna dal cielo per il botteghino stagionale e affettuoso appuntamento fisso annuale di tanto pubblico che con questi film c’è cresciuto, ma anche filone odiatissimo dai “cinefili col culo stretto” che lo reputano la morte della settima arte, la commedia di Natale si è materializzata per decenni nella coppia comica Massimo Boldi e Christian De Sica che sulla pochade di fine anno hanno costruito un’intera carriera e hanno creato una incredibile affiliazione al pubblico. Ma la storia è nota: quella magia che andava avanti dal 1985 con I Pompieri e in maniera pressoché fissa dal 1989 con Fratelli d’Italia si era rotta nel 2005 dopo Natale a Miami per ragioni che qui non ci interessa approfondire. La coppia “scoppiata”, però, è tornata insieme nel 2018 nella commedia (non natalizia) diretta dallo stesso Christian De Sica Amici come prima, riscuotendo anche un buon successo. Ma quello era solo il primo passo verso il cinema che ha dato a Boldi e De Sica la fama nazionale, il passo verso In vacanza su Marte che rinverdisce in pieno la formula del “vero” cinepanettone senza esserlo ufficialmente.

In Vacanza su Marte

Ritrovato anche Neri Parenti alla regia, che ha firmato i più eclatanti successi della coppia, Boldi e De Sica tornano al cinema comico tout-court, fatto di gag e siparietti demenziali, ironia scatologica e fieramente trash. Con In vacanza su Marte Neri Parenti, che si è occupato anche di soggetto e sceneggiatura insieme a Gianluca Bomprezzi, ha un obiettivo ben preciso: tornare a far ridere di pancia ed esplorare vette di assurdità come nei suoi cinepanettoni più “estremi”. E infatti In vacanza su Marte “estremo” lo è per diverse ragioni, a cominciare dalla virata fantascientifica che lo posiziona narrativamente in un futuro in cui i viaggi su Marte sono all’ordine del giorno. Una scelta questa che, oltre a dar ragione al profetico Boris – Il film (che ambientava nello spazio il simil-cinepanettone su cui aveva ripiegato la produzione del film nel film), è stata dettata dalle esigenze di un 2020 tremendo per il cinema che, a causa delle restrizioni legate alla pandemia, ha fatto optare la produzione per un luogo immaginario in cui ambientare il film, facilmente ricostruibile in un teatro di posa. Marte è stato la scelta ottimale, ricostruito per buona parte a Cinecittà, sia sui set dal vero che con l’ausilio di green screen.

Ma cosa ci racconta In vacanza su Marte?

Siamo nel 2030 a Milano. Il menzognero Fabio Sinceri (Christian De Sica) vorrebbe sposarsi con Bea (Lucia Mascino) per beneficiare del suo ingente patrimonio famigliare ma è ancora sposato, seppur separato, con Elena (Paola Minaccioni) dalla quale ha avuto un figlio, Giulio (Alessandro Bisegna), ormai diciottenne e con la voglia di stare con il padre sfuggente. Ma a Fabio si presenta un’opportunità per sviare le scocciature burocratiche terrestri: sposarsi su Marte, visto che sul Pianeta Rosso, dove è possibile andare facilmente in viaggio, non vigono le medesime leggi terrestri. Il caso vuole che anche Giulio sia in partenza verso Marte con la sua fidanzata Marina (Denise Tantucci), blogger d’assalto specializzata nello scovare fake news, che vuole seguire la coppia di influencer più “in” del momento (Fiammetta Cicogna e Francesco Bruni) per smascherare la loro relazione di copertura. Padre e figlio si troveranno così su Marte e saranno protagonisti di alcune situazioni incredibili che iniziano con l’invecchiamento precoce di Giulio (Massimo Boldi) causato dall’essere stato risucchiato in un mini buco nero.

Come si diceva, In vacanza su Marte torna ai vecchi fasti della commedia “estrema” natalizia e questo non è solo dato dal contesto fantascientifico ma anche dall’utilizzo di quel linguaggio svergognato e di quelle gag scatologiche che hanno contraddistinto alcuni dei punti più alti del filone. Ovviamente parliamo di un cinema consapevole della sua identità di genere, di una ricerca oculata del trash, in cui la risata viene rincorsa nella parolaccia o nel tentativo da parte di uno dei personaggi di espellere un grosso anello che si era accidentalmente ingerito, con il contorno di rumori intestinali del caso. È un cinema che serve su un piatto d’argento l’attacco diretto a chi non sa (o non vuole) apprezzare, un cinema brutto ma per questo affascinante, liberatorio, ignorante, approssimativo, divertente, sfrontato e politicamente scorretto. È un cinema che vive di contraddizioni e per questo, dal nostro punto di vista, trova interesse.

È anche vero che rifare oggi, nel 2020, un tipo di film con le medesime gag che già nel 2005 zoppicavano, è un azzardo e infatti non sempre tutte vanno a segno con alcuni momenti di palese imbarazzo legato anche all’età e alla prestanza dei personaggi. Il film in effetti gioca anche sulla questione senilità costruendo su questo tema un’intera storyline, puntando su una concezione del tempo completamente impazzita che genera paradossi. Così facendo, però, la freschezza della battuta e della situazione comica viene spesso compromessa proprio dalla ricerca di un’adattabilità della risata a un contesto senile.

Non mancano, come da tradizione, anche frecciatine alla società attuale, sempre molto superficiali ma puntuali. Se il personaggio interpretato da Christian De Sica riflette l’immutabilità – anche in un mondo futuro e futuristico – di un italiano gretto e meschino, sciupafemmine, menzognero e furbetto, sono strettamente legati all’attualità i riferimenti agli influencer, alle fake news e ai blogger inseriti nel contesto generale della storia in maniera intelligente e non come semplice strizzata d’occhio agli argomenti “giovani”.

Nel complesso, comunque, l’accoppiata Boldi/De Sica regna sempre e comunque, si trova al centro di situazioni che fanno spanciare dalle risate e riesce a ecclissare un po’ tutto il resto del cast, compreso quel talento comico di Herbert Ballerina, che qui appare un po’ sottotono in confronto ai suoi precedenti film. A uscirne meglio tra i comprimari sono la sempre professionale Lucia Mascino, perfetta nel ruolo della quasi-moglie inconsapevole, e Milena Vukotic che interpreta un’arzilla vecchietta infoiata al centro di diverse situazioni piacevolmente divertenti.

Insomma, se siete fan della coppia comica Boldi/De Sica e apprezzate quel tipo di cinema che li ha resi beniamini del grande pubblico, In vacanza su Marte di certo non deluderà, considerando anche che la mano di Neri Parenti e della sua vis comica politicamente scorretta si nota tantissimo.

In vacanza su Marte sarà disponibile in streaming sulle maggiori piattaforme TVOD dal 13 dicembre distribuito da Warner Bros. ed è, dunque, la prima commedia natalizia con Massimo Boldi e Christian De Sica a non uscire al cinema.

Roberto Giacomelli

Qui potete leggere gli interventi di Massimo Boldi, Christian De Sica e tutto il cast di In vacanza su Marte.

PRO CONTRO
  • La coppia Massimo Boldi e Christian De Sica, che il Dio della commedia ce li preservi per sempre!
  • La mano di Neri Parenti (in scrittura soprattutto) si nota molto e il film torna fieramente trash e politicamente scorretto.
  • Il cast di contorno non sempre brilla.
  • Non proprio tutte le gag vanno a buon fine perché è anche vero che lo spirito da cartone animato comincia a pesare sull’età dei protagonisti.
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