L’ultima casa a sinistra, il primo capolavoro di Wes Craven. Analisi del film e recensione del blu-ray Midnight Factory

Per il mese di marzo 2020 Midnight Factory, etichetta dedicata all’horror proprietà di Koch Media, ha riservato agli acquirenti collezionisti un titolo speciale, uno dei film horror più importanti della seconda metà del ‘900: L’ultima casa a sinistra. Il film si inserisce nella collana Midnight Classics dedicata ai cult del passato ed è il secondo film diretto da Wes Craven ad essere inserito in questa collection dopo La casa nera.

Dicevamo che L’ultima casa a sinistra è tra i più influenti film dell’epoca del rinascimento horror americano. Oltre a rappresentare l’esordio cinematografico di un vero Maestro come Wes Craven, il film prodotto da Sean S. Cunningham, futuro regista di Venerdì 13, nasceva in un momento di enorme fermento culturale e urlava da ogni fotogramma la rabbia di una società disillusa da guerre e rivolte, portando su schermo un’immagine dell’America settantiana violenta, insicura, belligerante, in balia dell’anarchia ideologica e diffidente verso le istituzioni. L’ultima casa a sinistra, grazie all’input dato pochi anni prima da La notte dei morti viventi di George A. Romero, è uno dei principali tasselli di questo revisionismo orrorifico che guarda alla realtà dell’epoca per trasporre su pellicola le paure degli americani, la loro ideale visione della società in quegli anni. Saranno fondamentali alla causa Non aprite quella porta di Tobe Hooper, Distretto 13: Le brigate della morte di John Carpenter, Il demone sotto la pelle di David Cronenberg e Le colline hanno gli occhi dello stesso Craven. Il dado era tratto, il futuro del cinema horror era già scritto.

L'ultima casa a sinistra

La genesi de L’ultima casa a sinistra

Era il 1971 quando la strada del trentenne Wes Craven si incrociava con il coetaneo Sean S. Cunningham, giovane di New York che aveva diretto un minuscolo film dal titolo The Art of Marriage e stava muovendo i primi passi nel mondo della produzione indipendente. E come spesso accadeva in quegli anni nel campo dell’indie cinematografico, galeotto fu il sesso… ma non come potete immaginare!

Craven, infatti, rispose all’annuncio per lavorare alla sincronizzazione sonora di un film dal titolo Together, una sorta di remake di The Art of Marriage con scene di sesso e molti nudi che Cunningham stava producendo. Ma il caso volle che il giovane produttore si trovasse con buona parte del materiale insoddisfacente e coinvolse Craven anche nelle riprese aggiuntive, oltre che come assistente montatore e, di fatto, co-produttore della pellicola. Togheter lanciò nel mondo del cinema Marilyn Chambers che, proprio grazie a questo film, fu notata da Artie e Jim Mitchell e scelta come protagonista di Behind the Green Door (1972), film di enorme successo che sdoganò il porno al cinema. Ma questa è un’altra storia.

Together andò insospettabilmente bene al botteghino e la casa di distribuzione, la Hallmark, anticipò a Cunnigham 50.000 dollari proponendogli di fare un film horror. Da qui prende il via la grande avventura che avrebbe condotto a L’ultima casa a sinistra.

L'ultima casa a sinistra

Cunningham, che ormai aveva deciso di condividere la sua strada con quella di Wes Craven, chiese all’amico di scrivere e montare il film, anche se poi la storia ci insegna che Craven ne curò anche la regia. Il buon Wes buttò giù una storia di violenza e depravazione, influenzato da quanto arrivava alle sue orecchie dai notiziari dell’epoca, e decise di inserire degli elementi leggeri per stemperare il tono grave della storia. Per molti aspetti, quello che Craven stava scrivendo ricordava il film premio Oscar La fontana della vergine (1960) di Ingmar Bergman, quasi un remake non ufficiale, visto anche l’interesse che lo stesso Craven ha sempre dichiarato nei confronti di Bergman stesso come autore. Il film fu girato in quattro settimane con gli interni nella casa di famiglia di Cunningham e gli esterni nel parco antistante la stessa abitazione. Il montaggio, invece, occupò Craven per ben nove mesi perché – a suo dire – il materiale che avevano era incredibilmente confuso. Alla fine, i 50.000 dollari del budget non bastarono e Cunningham ne chiese alla Hallmark altri 40 mila che consentirono di ultimare il film così come concepito.

L'ultima casa a sinistra

Lo stesso Wes Craven, nella stupenda monografia di Danilo Arona Il buio oltre la siepe (Edizioni Falsopiano), spiega che buona parte del successo del suo film sia stato dato dal titolo. Il titolo di lavorazione, infatti, era The Night of Vengeance, che però non convinceva nessuno, così Craven e Cunningham misero in piedi una sorta di “concorso”, organizzato tra amici e famigliari, per trovare il titolo finale e ne saltarono fuori tre: Sex Crime of the Century, Krug & Company, The Last House on the Left. Il film fu proiettato in anteprima in tre diverse città (con identico profilo demografico), in ognuna con uno dei tre titoli. Nelle città in cui si presentò con i primi due titoli non andò praticamente nessuno a vederlo, nella terza il successo fu clamoroso. Tutti sappiamo come è andata a finire.

L’ultima casa a sinistra incassò soldi in ogni dove, raggiungendo la cifra di circa 6 milioni di dollari, supportato anche da una campagna di marketing aggressiva e intelligente che ricordava quella dei film di William Castle. La storia raccontata nel film veniva infatti spacciata come vera in alcuni mercati e l’uscita del film fu accompagnata da uno slogan che fece scuola: Se non volete svenire, continuate a ripetervi: è solo un film, è solo un film, è solo un film… Tutti elementi che incrementarono la curiosità del pubblico.

L'ultima casa a sinistra

Anche se in alcuni paesi L’ultima casa a sinistra è stato osteggiato e, fino a pochi anni fa, non è mai stato distribuito a causa della violenza che lo contraddistingue. Emblematico, a tal proposito, è il caso del Regno Unito dove la British Board of Film Classification ha bocciato la distribuzione cinematografica de L’ultima casa a sinistra fino all’uscita in home video – avvenuta in tempi anche relativamente recenti – spingendo il Dipartimento delle Pubbliche Persecuzioni a inserire il film di Craven nella lista dei Video Nasty in seguito al Video Recordings Act del 1984.

Analisi de L’ultima casa a sinistra

L’ultima casa a sinistra racconta la tragica fine di due amiche adolescenti che vengono violentate e uccise dopo essere state adescate da una banda di criminali, i quali andranno inconsapevolmente a chiedere ospitalità proprio nell’abitazione di una delle due ragazze uccise, trovando la cruenta vendetta dei genitori.

Tra i molti meriti che può avere il primo folgorante film di Wes Craven, a livello tecnico e contenutistico, oltre che storico, c’è senza dubbio la feroce critica alle istituzioni, tra cui la famiglia. Si tratta di un tema caro all’horror di quegli anni (si pensi a Non aprite quella porta su tutti) e sedimentato nella futura filmografia di Craven, in cui si mostra spesso una parentela tossica o la messa in scena del fallimento della famiglia tradizionale come istituzione primaria su cui è fondata la società.

L'ultima casa a sinistra

La famiglia dei Collingwood viene inizialmente descritta come una sobria e felice famigliola benestante della middle-class americana, in procinto di festeggiare il compleanno della figlia adolescente Mari (Sandra Cassel), una ragazza visibilmente repressa che non ha fino ad ora trovato modo di esprimere la sua voglia di libertà, esplicitamente dettata dal clima controculturale di quegli anni. Infatti, la prima meta che deciderà di esplorare Mari non appena fuori da casa con la sua amica Phyllis (Lucy Grantham) sarà l’ambiente metropolitano, decisamente ostile per due ragazzine di periferia, e l’esca che condurrà le due nelle grinfie dei criminali sarà proprio la voglia di sperimentare nuove realtà, la voglia di procurarsi del “fumo”.

La banda di criminali che adesca le due ragazze è descritta da Craven come una seconda famiglia, una sorta di parodia perversa della stessa famiglia Collingwood, nucleare e di stampo patriarcale: Krug (David Hess) è il metaforico pater familias, un pericolosissimo assassino appena fuggito dalla prigione, Sadie (Jaramie Rain) è la sua donna, la sua perversa metà chiaramente costruita sulla falsariga di Susan Atkins, uno dei membri più rilevanti della Manson Family,  Junior (Marc Sheffer), il più giovane del gruppo costantemente sotto l’effetto di stupefacenti, una sorta di perverso figlio di cui Krug si prende cura; infine fa parte del gruppo Fred “Faina” Podowski (Fred Lincoln), assassino, pedofilo e maniaco sessuale che si posiziona all’interno della “famiglia” come una sorta di viscido zio.

L'ultima casa a sinistra

Il conflitto ideologico tra movimento hippie figlio della controcultura e l’ideologia conservatrice viene trasfigurato in conflitto fisico e cruento, in cui le due famiglie contrapposte rappresentano metaforicamente le due parti della società, come poi sarebbe stato approfondito nel successivo lungometraggio di Craven, Le colline hanno gli occhi.

Mari e Phillis sono il punto di congiunzione tra le due parti: di estrazione medio-borghese ma con la tentazione di esplorare la controparte libertaria, vengono follemente punite per la voglia di emancipazione che stava tradendo la loro natura di classe. Da quel momento, l’evoluzione narrativa di stampo bergmaniano, mette in scena lo scontro fisico tra le due famiglie, nel quale, per la legge del contrappasso, i malvagi vengono puniti con la stessa, e se vogliamo maggiore, violenza di cui sono stati autori; però la famiglia repubblicana dei Collingwood si caratterizza infine in modo addirittura peggiore della Krug Family, mostrando una latente predisposizione alla violenza e una reazionarietà destrosa che accentua la componente primitiva che risiede perfino nelle società più civili, tingendosi così di connotati politici sottilmente mascherati da horror efferato.

L'ultima casa a sinistra

La componente politica viene poi accentuata da una sostanziale sfiducia mostrata verso le forze dell’ordine, descritte da Craven come inutili (non riescono mai ad evitare che i crimini vengano commessi) e impersonate da personaggi imbranati a cui sono affidate scene di umorismo grottesco; una costante nel suo cinema, basti pensare al ruolo sostanzialmente inutile se non ostacolatore del tenete Thompson, padre di Nancy in Nightmare – Dal profondo della notte.

L’ultima casa a sinistra è stato un film seminale e ha inaugurato il filone rape & revenge aprendo la strada a film d’imitazione – come il comunque bellissimo L’ultimo treno della notte (1975) di Aldo Lado o, più recentemente Chaos (2005) di David De Falco – e un remake ufficiale nel 2009 prodotto da Craven e Cunningham e diretto dal greco Dennis Iliadis, ma completamente privo della forza brutale, anarchica e travolgente che aveva il film originale.

La limited edition blu-ray Midnight Factory

L’ultima casa a sinistra arriva sul mercato home video con la consueta cura maniacale che presentano tutti i prodotti della collana Midnight Classics, proposto dunque in una slipcase digibook limited edition, disponibile sia in DVD che in Blu-ray disc, che contiene due dischi con due versioni del film (UNCUT e KRUG & COMPANY) e oltre due ore di contenuti extra, un booklet da 24 pagine e una cartolina con l’artwork originale del film.

Innanzitutto, chiariamo la differenza tra le due versioni contenute nei due diversi dichi. La Uncut Version, come suggerisce il nome stesso, è la versione integrale del film della durata di 84 minuti, mentre la Krug & Company Version è la versione derubicata per il mercato anglosassone, più breve di circa 1 minuto e mezzo e nella quale, ovviamente, mancano alcune delle scene più esplicite di violenza e sesso.

L'ultima casa a sinistra

Da un punto di vista tecnico, il blu-ray che abbiamo potuto analizzare si difende benissimo ma va fatta una precisazione: scordatevi l’immagine nitida e pulita di buona parte delle edizioni blu-ray canoniche, con L’ultima casa a sinistra non l’avrete e, anzi, il video presenta la grana tipica della pellicola e anche alcune sporcature. Questo accade perché il film è stato girato in 16mm, la copia originale è andata perduta e tutte le versioni home video oggi disponibili nascono da un lavoro fatto su copie successive. Nello specifico di questa edizione abbiamo la Uncut Version ricavata dal 35mm (quindi c’è già un gonfiamento di formato in confronto a quello originario) personale del produttore Sean S. Cunningham restaurato in 2K. Il risultato è assolutamente ottimo considerando il materiale di partenza, ma tenete appunto presenti le criticità che hanno influito sul risultato finale. La versione Krug & Company, invece, è ricavata da una copia MgM e risulta leggermente inferiore a livello di nitidezza, con un leggero effetto ovattato sull’immagine.

L’audio è nella norma dei film risalenti a quasi cinquant’anni fa. Il blu-ray presenta doppia traccia, italiano e inglese, entrambi in DTS-HD Master Audio 2.0, con tutte gli svantaggi che un ascolto mono può avere per chi è dotato di un impianto, ma senza dubbio il lavoro eseguito è molto buono e la traccia italiana – oltre a presentare il doppiaggio d’epoca – risulta molto chiara e buon equilibrata nella distribuzione di parlato ed effetti sonori.

Come sempre accade nelle occasioni date da Midnight Classics, il punto forte è rappresentato dai contenuti extra. In questo caso ci sono circa due ore di materiale, distribuito su entrambi i dischi.

Sulla Uncut Version troviamo un’introduzione di Wes Craven che parte in automatico prima che venga presentato il menù, poi, andando nell’apposita sezione, troviamo una scena eliminata (a mio parere molto importante) in cui viene mostrata Mari in fin di vita che spira tra le braccia dei genitori che l’hanno trovata in riva al lago. Ci sono poi tre interviste molto interessanti: Sangue e budella è una chiacchierata con la make-up artist del film Anne Paul che racconta davvero molti aneddoti sul clima che c’era sul set e su come l’arte di arrangiarsi abbia salvato molte scene. L’intervista dura 13 minuti ed è stata realizzata nel 2018, così come l’intervista a Marc Sheffler che compone l’extra La storia di Junior. In circa 14 minuti l’attore ricorda come ha preso parte al progetto, l’atmosfera di un lavoro tra amici che si respirava durante le riprese e il suo rapporto fraterno con David Hess. C’è poi una Q&A con lo stesso Marc Sheffler (12 minuti), filmata in occasione di una proiezione del film avvenuta nel 2017, e un’intervista a Wes Craven (Ancora in piedi: L’eredità de L’ultima casa a sinistra) della durata di 15 minuti, realizzata nel 2009 in occasione dell’uscita del remake. Completano il disco una galleria fotografica, una gallery del materiale grafico, due trailer, il tv spot e il radio spot.

Su disco che contiene la Krug & Company version troviamo innanzitutto un making of di circa mezz’ora, in cui attori e regista discutono del film e sono mostrate immagini dal set, dopo di che c’è un dietro le quinte di circa un quarto d’ora con filmati dal set. Nell featurette Filmati proibiti (8 minuti) attori e troupe discutono delle scene più violente e scabrose che hanno causato divieti in alcuni paesi. Il tocco di Craven (17 minuti) è invece un montaggio di interviste in cui diversi professionisti del settore (non essenzialmente legati a L’ultima casa a sinistra) esprimono un parere sul grande Wes.

Se già possedete l’ottimo DVD edito da Rarovideo e ormai fuori catalogo, tenetevelo stretto ma sappiate che l’edizione Midnight Factory presenta un mucchio di materiale inedito in Italia ed è quindi complementare per avere una panoramica completa sul piccolo grande film di Wes Craven.

Roberto Giacomelli

L’ULTIMA CASA A SINISTRA di Wes Craven

Limited edition + Booklet da collezione – Midnight Classics

Formato: Blu-ray (disponibile anche in DVD)

Label: Midnight Factory per Koch Media

Video: Uncut Version: 1.78:1 – 16/9 1080p • Krug & Company version: 1.85:1 – 16/9 1080p

Audio: Italiano e Inglese DTS-HD Master Audio 2.0

Sottotitoli: Italiano

Extra: Introduzione con Wes Craven; Scena eliminata; Galleria del materiale grafico; Galleria fotografica; Sangue e budella: quattro chiacchiere con Anne Paul; La storia di Junior: Intervista a Marc Sheffler; Ancora in piedi: L’eredità di “L’ultima casa a sinistra” – Intervista a Wes Craven; Q&A con Marc Sheffler; Trailer 1, Trailer 2; Tv spot; Radio spot; Making of; Dietro le quinte; Filmati proibiti; Il tocco di Craven.

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