Padrenostro e Mediterraneo: sguardi d’autore in alta definizione blu-ray disc

Nelle scorse settimane i cataloghi di CG Entertainment e Mustang Entertainment si sono arricchiti con due titoli provenienti dalla cinematografia italiana. Due film dal profondo sguardo autoriale ma molto differenti l’uno dall’altro, uno proveniente dal passato e l’altro specchio di una certa cinematografia moderna. Due sguardi d’autore per certi versi opposti eppure accomunati dall’irrefrenabile voglia di raccontare “la fuga” attraverso due declinazioni differenti: da una parte c’è la fuga per restare in vita, dall’altra la fuga alla ricerca della speranza. Arriva in alta definizione blu-ray disc il terzo lungometraggio di Claudio Noce, Padrenostro, e torna disponibile in blu-ray l’intramontabile Mediterraneo di Gabriele Salvatores che per l’occasione viene inserito da Mustang nella collana La cineteca di Gianni Canova.

Presentato in concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia dove il film si è aggiudicato la Coppa Volpi per il Miglior Attore, Padrenostro è la terza escursione nel lungometraggio per Claudio Noce (prima di questo, ricordiamo, Good Morning Aman e La foresta di ghiaccio) che confeziona un film altamente imperfetto ma non privo di suggestioni e intuizioni interessanti.

Siamo nella Roma del 1976. Valerio (Mattia Garaci) è un bambino di dieci anni con una spiccata immaginazione. La sua via riceve un duro colpo quando una mattina, assieme a sua madre (Barbara Ronchi), assiste impotente all’attentato di un gruppo di terroristi ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino in assoluto stato di grazia, come sempre). Dall’attentato Alfonso ne esce salvo, anche se gravemente ferito, mentre a morire è uno degli attentatori. Il tempo passa, Alfonso si rimette e per tutelare se stesso ma anche la sua famiglia, l’uomo decide di trasferirsi con moglie e figlio nella casa in campagna in Calabria. Tutto trascorre sereno fino a quando il piccolo Valerio rincontra nelle campagne calabresi Christian (Francesco Ghegi), un ragazzino poco più grande di lui e conosciuto a Roma proprio pochi giorni prima di partire. Cosa ci fa Christian lì? È un amico reale oppure l’ennesima fantasia di Valerio?

Ispirato ad una storia vera – quella relativa all’attentato subito dal padre del regista – e in parte autobiografico, Padrenostro è un delicato e minimale affresco dell’Italia degli anni di piombo. Una tematica sempre molto cara al cinema (e alla fiction) italiano che spesso, troppo spesso, viene raccontata attraverso film tutti un po’ troppo simili fra loro.

Claudio Noce, pur entrando a gamba tesa nel tema, riesce a rompere questo stanco schema e partorisce un’opera tanto ambiziosa quanto minimale. Un film che parte dagli attentati di piazza (sussurrati più che raccontati) per poi prendere una strada tutta sua, per certi versi persino originale, una fuga tra le campagne calabresi in cui il pericolo è sempre presente ma confinato nello sfondo. Perché il punto di vista non è quello del padre, il magistrato sotto scorta, bensì quello del figlio Valerio, un bambino rimasto scioccato dall’attentato a suo padre ma che non conosce nulla circa i fatti legati al terrorismo. Completamente inconsapevole del pericolo che corre, Valerio si vive l’estate cercando di capire se ciò che sta accadendo attorno a lui sia reale o meno.

Uno sguardo interessante, dunque, quello di Noce, che riesce a mescolare realtà e fantasia in modo piuttosto suggestivo e facendo di Padrenostro un film drammatico ma sostenuto costantemente da un tono leggero che rende la visione piacevole e delicata.

Peccato solo per una certa confusione generale che aleggia in tutta la prima parte di film, una sorta di “smarrimento narrativo” (dato da una scrittura ed un montaggio video non sempre all’altezza) che costringe lo spettatore in una posizione di fatica iniziale ad entrare nella narrazione del film. Con qualche accortezza in più, vista anche la performance straordinaria di Favino o la bellezza di alcune sequenze come quella dell’attentato sulle note di Buonanotte Fiorellino di De Gregari, Padrenostro sarebbe potuto essere un piccolo gioiello del nostro cinema moderno.

Padrenostro arriva in home video con CG Entertainment sia in DVD che in edizione ad alta definizione blu-ray disc. Noi vi parliamo di quest’ultima soluzione, assolutamente soddisfacente un po’ sotto tutti i fronti. Tecnicamente parlando il prodotto si difende benissimo ed offre un quadro video molto limpido e ben contrastato, un dato che si lascia apprezzare in modo particolare vista e considerata la bellissima fotografia dalle tonalità morbide ed estive firmata da Michele D’Attanasio. Molto buono anche il reparto sonoro, squillante e di piacevole fruizione, offerto in doppia traccia italiana DTS-HD Master Audio 5.1 e Dolby Digital 2.0. I contenuti extra non sono abbondantissimi ma sicuramente interessanti: quello che troviamo è un backstage di 10 minuti arricchito con interviste al cast tecnico ed artistico, un backstage in cui viene svelata la genesi del progetto e raccontati alcuni pericolosi aneddoti avvenuti durante le riprese.

Nel 1992, un po’ a sorpresa (soprattutto se ci si ripensa con la consapevolezza di oggi), l’Italia si affacciava all’attenzione del mondo intero vincendo un Premio Oscar nella categoria “Miglior Film Straniero”. Ad aggiudicarsi questo prestigioso riconoscimento ci pensa Gabriele Salvatores, un allora giovane regista che si stava imponendo sulla scena svecchiando la commedia all’italiana grazie all’introduzione di tematiche fresche e giovanili legate al concetto di crescita, di speranza, ai sogni e ai desideri talvolta irrealizzabili. Insomma, con Gabriele Salvatores la commedia all’italiana diventava per la prima volta commedia generazionale.

Dopo alcuni successi come Marrekech Express e Turné, Salvatores firma la sua opera più fortunata che è appunto Mediterraneo, un finto film di guerra in cui l’atto bellico diventa il pretesto utile per portare un giovane manipolo di soldati a riflettere sull’esistenza, sulla speranza e su alcuni sogni che sembrano trovare attuazione solo stando lontani da casa. Lontani dalla Patria.

Nel 1941 otto soldati dell’esercito italiano sono inviati a presidiare una sperduta isola della Grecia. L’ordine è quello di stanziarsi sull’isola per quattro mesi e accertarsi che tutto sia sotto controllo. Arrivati in loco, i soldati trovano un’isola che sembra essere abbandonata e solo in un secondo momento scopriranno che c’è un esigua popolazione composta solo da donne, anziani e bambini (tutti gli uomini sono partiti per la guerra). A seguito di un incidente che porta alla rottura della loro unica radio militare, il manipolo di soldati si trova di fatto abbandonato dall’esercito italiano e a poco a poco perde il contatto con il mondo esterno. Le giornate passano tutte uguali, dall’Italia nessuna notizia, e gli otto soldati iniziano pian piano a farsi una vita sull’isola scoprendo valori che fino a quel momento sembravano irraggiungibili.

Si accennava ad un Oscar arrivato un po’ a sorpresa. Si, assolutamente, perché quella che Salvatores confeziona è una commedia a tutti gli effetti, non del tutto estranea a certi meccanismi della commedia popolare, leggerissima nei toni e dalla messa in scena non particolarmente elaborata. Una commedia il cui cast è composto da volti che fa un po’ strano pensare abbiano sfilato sul red carpet dell’Accademy: Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Gigio Alberti, Ugo Conti, Giuseppe Cederna e Claudio Bigagli.

Sicuramente ammantato da alcune ingenuità che soprattutto viste oggi fanno avvertire il peso del tempo passato (si pensi alla poco credibile ricostruzione degli anni ’40 così come un trucco nell’atto finale decisamente posticcio), Mediterraneo è un film semplice ma dall’indubbio fascino, una commedia esistenziale che si fa portabandiera di uno spiccato e incontenibile desiderio di fuga. Un inno d’amore a quell’impeto che spesso, soprattutto quando si è ragazzi, pervade e porta a voler abbandonare tutto quello che si ha per ricominciare da zero altrove, lontano da tutto e tutti. Un messaggio esternato ed evidenziato in modo assai chiaro da quel cartello finale, che precede i titoli di coda, e che recita un emozionante “Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”.

Già editato in blu-ray in passato (da CG Entertainment), Mediterraneo torna disponibile in home video con Mustang Entertainment sia in edizione DVD che in alta definizione blu-ray disc. Questa volta, però, in edizione restaurata con il sostegno di Infinity ed inserito nella collana La cineteca di Gianni Canova che prevede la presenza di alcuni contenuti extra esclusivi. Tra questi, infatti, troviamo “Mare Nostrum” (11 minuti), ossia un’interessante introduzione al film ad opera di Gianni Canova, e “Quelli che stavano scappando” (27 minuti), una corposissima ed esaustiva intervista di Canova a Gabriele Salvatores.

Tecnicamente il blu-ray del film si difende benissimo e lì dove l’immagine gode di un buon restauro che esalta i contrasti così come la bella fotografia di Italo Petriccione, anche il reparto sonoro svolge benissimo il proprio lavoro grazie ad uno squillante DTS-HD Master Audio 2.0.

Giuliano Giacomelli

PADRENOSTRO di Claudio Noce

Label: CG Entertainment e Vision Distribution

Formato: Blu-ray disc (disponibile anche in DVD)

Video: 16/9  2.35:1 – HD1080 24p

Audio: Italiano DTS HD Master Audio 5.1; Italiano Dolby Digital 2.0; Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese

Extra: Backstage

Puoi acquistare il blu-ray di Padrenostro cliccando su questo link.

MEDITERRANEO di Gabriele Salvatores

Label: Mustang Entertainment

Formato: Blu-ray disc (disponibile anche in DVD)

Video: 1.66:1  1080p@24

Audio: 2.0 DTS-HD Master Audio

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: “Mare Nostrum” introduzione al film di Gianni Canova, “Quelli che stavano scappando” intervista a Gabriele Salvatores di Gianni Canova

Puoi acquistare il blu-ray di Mediterraneo cliccando su questo link.

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