Spider-Man: Un nuovo universo, la recensione

Se seguite le complesse questioni di diritti che attanagliano le major cinematografiche nello sfruttamento di personaggi Marvel, saprete sicuramente che Spider-Man è uno dei main characters della Casa delle Idee maggiormente conteso, anche perchè uno dei più popolari di sempre. Proprietà cinematografica di Sony Pictures, che ne ha realizzato ben cinque film, Spider-Man è stato corteggiatissimo dalla Disney nell’incarnazione dei Marvel Studios per l’inserimento del personaggio nell’UCM, cosa che è avvenuta nel 2016 a partire da Captain America: Civil War con un contratto di co-partecipazione tra Studios. La Sony, però, non ha rinunciato all’amichevole ragno di quartiere e oltre ad avviare un suo universo formato da super-villains (il primo tassello è stato Venom), ha avuto la pensata di produrre un film d’animazione che esplorasse le potenzialità del Ragnoverso, espediente che permette all’Uomo Ragno di casa Sony di convivere idealmente con quello di casa Disney senza necessità di reboot e potenziale confusione.

Il Ragnoverso (o Spider-verse) è un concetto introdotto nei fumetti Marvel in epoca abbastanza recente grazie a un’omonima miniserie sviluppata su diverse testate tra il 2014 e il 2015 e incentrata su varie incarnazioni dell’Uomo Ragno che si incontrano palesando un universo dimensionale creato da realtà alternative parallele. Il film Spider-Man: Un nuovo universo, primo lungometraggio d’animazione sull’Uomo Ragno, utilizza proprio questo concetto pur non adattando la miniserie di Dan Slott ma creando un plot originale che pone al centro della storia Miles Morales, lo Spider-Man afro-ispanico di Brian Bendis e Sara Pichelli che popola la serie Ultimate.

In Spider-Man: Un nuovo universo seguiamo le avventure dell’adolescente Miles Morales che vive a Brooklyn con la sua famiglia e si trova alle prese con le difficoltà di ambientarsi in una nuova scuola. Un giorno, mentre è in un edificio dismesso per realizzare dei graffiti, Miles viene morso da un ragno radioattivo che gli dona poteri simili a quelli di Spider-Man ed è proprio quest’ultimo che Miles vede morire sotto i colpi di un furioso Green Goblin mutante. Privo del suo eroe, Brooklyn è sotto lo scacco di super-criminali guidati da Kingpin che sta cercando il modo di entrare in contatto con delle dimensioni parallele. Per questo motivo, Miles incontra altre versioni di Spider-Man, che lo aiuteranno a debellare il piano del super-criminale e dei suoi scagnozzi.

Scritto e prodotto da Phil Lord e Christopher Miller, già menti dietro il successo di The LEGO Movie, Spider-Man: Un nuovo universo porta la firma di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, ben tre registi che orchestrano una delle più innovative ed entusiasmanti avventure animate degli ultimi anni.

Il primo incredibile pregio di Spider-Man: Un nuovo universo è dato dalla complessità tecnica e l’originalissimo impianto visivo di cui si avvale. Il film, infatti, carpisce il fascino delle tavole a fumetti riproponendole con invenzioni visive mai viste prima al cinema: le immagini sono accompagnate dalla tecnica della puntinatura caratteristica dei fumetti anni ’60-’70 e presentano anche quell’effetto sdoppiato proprio delle stampe di quel periodo che applicato all’animazione crea quasi un effetto 3D, con una gestione della profondità di campo particolarissima che crea l’illusione di una finta stereoscopia. A ciò va unita una stilizzazione del character design bellissima, l’utilizzo dell’onomatopea tipico del fumetto e una gamma cromatica particolarmente vivace che dona al film una personalità visiva fortissima.

La stessa idea del Ragnoverso aiuta la sceneggiatura a sperimentare situazioni narrative molto originali che rendono possibile praticamente ogni cosa. La nascita di un nuovo Spider-Man e la morte del classico sono condite dall’entrata in scena di versioni alternative dell’Uomo Ragno, per lo più folli, che i lettori più arditi conoscono per miniserie dedicate. C’è il Peter Parker ingrassato e impigrito che fa da mentore a Miles ma ci sono anche Spider Gwen (versione ragnesca di Gwen Stacy), Spider-Man Noir della miniserie (2009-2010) in bianco e nero ambientata negli anni 30, SP//dr alias Peni Parker della serie manga e Spider-Ham, alias Peter Porker, la versione parodia creata negli anni 80 da Tom DeFalco e Mark Armstrong. La presenza di queste eccentriche incarnazioni di Spider-Man crea innanzitutto l’innesco per divertenti e bizzarre gag, ma è anche funzionale all’evolversi narrativo una storia molto ben articolata in cui il main villain è Kingpin, mosso da motivi che di criminale, in fin dei conti, hanno ben poco.

Divertente, poi, notare come la Sony abbia voluto creare continuità con quanto fatto al cinema in passato e se lo Spider-Man che veglia su Brooklyn prima dell’arrivo di Miles è palesemente quello di Sam Raimi impersonato da Tobey Maguire, la sua dipartita ricorda quella di Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man 2. Una chiara volontà auto-citazionista che strizza l’occhio ai fedeli cinefili oltre che ai puristi del fumetto.

Spider-Man: Un nuovo universo è una vera esperienza, un film d’animazione complesso nel suo impianto visivo che sa riempire gli occhi e il cuore dello spettatore. Un riuscitissimo esperimento che, se ben accolto dal pubblico, sicuramente farà scuola nel campo dell’animazione cinematografica.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Visivamente spettacolare e ricco di invenzioni mirate a reinventare le caratteristiche proprie del fumetto.
  • Utilizza il concetto di Ragnoverso per creare una storia originale e articolata.
  • Personaggi ben articolati e dal character design accattivante.
  • Visivamente è così carico che potrebbe infastidire per il suo essere chiaramente sperimentale.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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