Super Mario Bros. – Il film, la recensione

Chi non conosce il piccolo idraulico di origini italiane con tuta rossa e baffi neri che risponde al nome di Mario? Non vedo mani alzate. Già, perché l’iconico personaggio che è diventato la mascotte della Nintendo saltella e raccoglie funghetti da ormai più di un quarantennio ed è diventato di fatto uno dei personaggi simbolo dell’universo videoludico. Oggi, quell’eroico idraulico, spalleggiato dall’inseparabile fratello Luigi, torna al cinema in un film d’animazione che la Nintendo ha sviluppato insieme a Illumination, ovvero lo studio d’animazione creatore dei Minions, per un onestissimo lungometraggio che dà allo spettatore esattamente quello che premette fin dal titolo: Super Mario Bros.!

La coppia di idraulici di Brooklyn Mario e Luigi, nel tentativo di sbrogliare un catastrofico caso di allagamento metropolitano, si avventurano nelle fogne della città e si infilano in una labirintica rete di tubature che li conduce magicamente in un al tro mondo. Luigi finisce nelle Terre Oscure, dove viene fatto prigioniero da inquietanti tartarughe zombie, mentre Mario viene catapultato nel Regno dei Funghi, dove fa la conoscenza del simpatico funghetto parlante Toad che lo conduce al palazzo reale. Qui Mario incontra la Principessa Peach e apprende che il Regno è in pericolo perché il malvagio conquistatore Bowser e la sua armata di Koopa stanno espandendo il dominio su tutti i popoli e il Regno dei Funghi è il prossimo. Mario, inoltre, capisce che Luigi è stato catturato proprio dai Koopa e allora si offre di aiutare la Principessa a sconfiggere Bowser per liberare suo fratello.

Come ogni cinefilo e videogiocatore sa, non è la prima volta che Super Mario esce dal contesto del videogame per abbracciare quello del cinema: era già successo nel 1986 con il film d’animazione Super Mario Bros. – Peach-hime kyushutsu dai sakusen! (considerato il primo film mai tratto da un videogame e mai distribuito in Italia) e nel 1993 con il live-action Super Mario Bros. diretto da Rocky Morton e Annabel Jankel e diventato un vero e proprio cult generazionale.

Ora Super Mario torna alla dimensione cinematografica che gli è più congeniale, quella del film d’animazione, con un progetto sviluppato dalla miniera d’oro Illumination e diretto da Aaron Horvath e Michael Jelenic, che si erano già occupati del lungometraggio su Teen Titans Go!.

Mettiamo subito le cose in chiaro: Super Mario Bros. – Il Film è un prodotto indirizzato prevalentemente ai bambini. Così i gamers quarantenni – come chi scrive – si possano mettere l’anima in pace.

La formula, infatti, è proprio quella tipica dei prodotti Illumination come Cattivissimo Me e Pets (non a caso lo sceneggiatore Matthew Fogel viene da Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo), con quell’umorismo e quello stile d’animazione, declinata però al contesto di Super Mario. Ecco, la cosa ammirevole di quest’opera, che la rende digeribile a un pubblico adulto di videogiocatori, è proprio lo studio minuzioso dei videogiochi da cui nasce, con una citazione continua al mondo Nintendo, tra personaggi (anche secondari), simboli, suoni e mondi ben noti. In un paio di occasioni l’azione su schermo diventa quella tipica dei platform, c’è il momento Mario Kart e perfino lo “storico” scontro con Donkey Kong, mentre le hit anni ’80 che compongono la colonna sonora (tra Holding Out for a Hero, Thunderstruck e l’immancabile Take On Me) chiudono il cerchio dei rimandi “adulti”.

Aaron Horvath, Michael Jelenic e lo sceneggiatore Matthew Fogel si sono impegnati davvero il minimo, a livello di costruzione narrativa e drammatizzazione degli eventi, trasponendo ne più ne meno proprio la trama di un videogioco di Super Mario. A livello di scrittura c’è una semplicità assoluta, una costruzione dei personaggi che non va oltre le loro caratteristiche note, così da rendere tutto perfettamente a prova di bambino.

C’è una logica ferrea dietro questa scelta perché è ovvio che Illumination e Nintendo puntino ad acquisire nuovi cine-videogiocatori tra le fasce più giovani, tanto chi con Super Mario c’è cresciuto comunque andrà a vedere il film per una questione affettiva. Però davvero questo film, sotto il punto di vista della scrittura, è il grado zero dell’impegno e anche da un punto di vista prettamente grafico è solo la illuminationizzazione dei personaggi già noti.

Diciamo che in un periodo in cui Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio viene candidato agli Oscar, soprattutto grazie a uno studio grafico complessissimo, e attendiamo l’uscita di Spider-Man: Across the Spiderverse che in quanto a sperimentazione visiva e narrativa (transmediale) promette una vera implosione nucleare, trovarsi in poltrona a guardare Super Mario Bros. – Il Film è un po’ come tornare indietro, devolversi, come avrebbe detto il buon Koopa di Dennis Hopper nel film live-action degli anni ‘90.

E quindi, privo di qualsiasi ambizione, come si diceva in apertura, Super Mario Bros. – Il Film è onesto intrattenimento per famiglie, un film colorato e ritmato che traspone nell’assoluta fedeltà il videogame. Probabilmente i bambini impazziranno, gli adulti sbadiglieranno e i gamers si divertiranno (con moderazione).

Scena mid-credits per farsi due risate.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO

È Super Mario Bros. e questo, a un livello base, può bastare.

In un momento storico in cui il cinema d’animazione sperimenta e sforna veri capolavori, questo è un po’ un ritorno indietro. Non ha ambizioni e si affida esclusivamente all’appeal del brand.

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