Archivio tag: Andi Matichak

Halloween Ends, la recensione

David Gordon Green e la BlumHouse hanno condotto un’operazione esemplare resuscitando e donando coerenza alla saga di Halloween, che era andata a perdersi tra troppe linee narrative, sequel, remake e reboot scadendo spesso e volentieri anche di qualità. Quello che il regista di Joe e Stronger ha fatto nel 2018 con la creatura di John Carpenter era l’unico modo possibile per dare nuova linfa al boogeyman Michael Myers senza seguire nuovamente la strada del remake, come aveva fatto Rob Zombie qualche anno prima, ovvero riprendere le fila del discorso direttamente dove erano state lasciate da Carpenter nel 1978. Un sequel a 40 anni di distanza che è anche un caloroso omaggio a quel capolavoro che aveva ridefinito i canoni del cinema horror sdoganando il filone slasher, un sequel che però faceva parte di un disegno generale più ampio, una trilogia, che è proseguita tre anni più tardi con il pregevole e selvaggio Halloween Kills per concludersi quest’anno con Halloween Ends.

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Baby e Son, due inquietanti sguardi sull’amore materno per le novità in blu-ray Midnight Factory

Il tema della maternità è al centro delle più recenti uscite home video Midnight Factory che per questo inizio 2022 porta in limited edition Blu-ray e DVD due inediti molto interessanti accomunati dal fatto che al centro della vicenda ci sono due madri alle prese con i propri figli, pronte a qualsiasi cosa per far prevalere il proverbiale amore materno. Parliamo di Baby di Juanma Bajo Ulloa e Son di Ivan Kavanagh.

Una giovane madre tossicodipendente decide di vendere il suo neonato per comprare l’eroina. L’acquirente è un’anziana donna che vive nel bosco e traffica in bambini, rivendendoli a coppie che non riescono ad avere figli. Subito dopo aver concluso la vendita, la ragazza si pente e si intrufola nella casa della donna per recuperare suo figlio, ma l’impresa non sarà affatto facile.

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Son, la recensione

Se pensiamo al concetto di maternità nell’accezione imposta dalla nostra società, la mente va subito ad una visione aulica dell’evento, inteso come sublimazione dell’amore tra uomo e donna e la creazione di una famiglia di matrice cattolica. Immaginiamo subito, poi, fiocchi blu o rosa che campeggiano davanti le case di giovani coppie pronte ad accogliere e coccolare un neonato adorabile e dolce. Tutto molto bello e romantico e nessuno mai penserebbe a qualcosa di brutto e malvagio, per non dire diabolico. Cosa succederebbe, però, se ad uscire dal grembo materno fosse il figlio dell’anticristo? Come reagirebbe un genitore diviso a metà fra amore per il proprio figlio e volontà di combattere il maligno? Interrogativi che nel cinema horror sono stati posti in più occasioni, soprattutto nel capolavoro di Roman Polanski Rosemary’s Baby o un altro cult come Omen – Il presagio.

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Halloween, la recensione

“Per otto anni ho tentato di riportarlo a noi, ma poi per altri sette l’ho tenuto chiuso, nascosto, perché mi sono reso conto con orrore che dietro quegli occhi viveva e cresceva… il Male.”

Con queste parole il dott. Samuel Loomis, interpretato da un immenso Donald Pleasence, esplicava chiaramente la sua diagnosi su Michael Myers, il paziente che gli cambierà la vita, personale e professionale, accompagnandolo fino alla tomba. Era il 1978 e nei cinema americani usciva Halloween – La notte delle streghe, un capolavoro assoluto che avrebbe rivoluzionato completamente il modo di fare e concepire il cinema horror. A firmarlo era John Carpenter, proveniente dal successo indie di Distretto 13: Le brigate della morte e qui alle prese con il suo primo successo commerciale che lo avrebbe consacrato tra i massimi esponenti della new wave horror statunitense.

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