Archivio tag: Belle

Belle, la recensione

Presentato fuori concorso al 74° Festival del Cinema di Cannes e in concorso nella 19ª edizione di Alice nella Città, Belle è il nuovo film di Mamoru Hosoda, regista di animazione giapponese famoso per film come Summer Wars, Mirai e Wolf Children.

Il film è ambientato in un mondo reale molto simile al nostro e in un mondo virtuale futuristico. U è un’applicazione che connette oltre 5 miliardi di persone in un vero e proprio mondo alternativo dove si può impersonare un secondo sé, un AS. Attraverso l’analisi dei dati biometrici, l’applicazione propone al “giocatore” un avatar da accettare (o rifiutare) che diventa quindi come una vera e propria seconda personalità.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La Bella e la Bestia, la recensione

Qualcuno fermi la Disney, per carità!

Guardando La Bella e la Bestia di Bill Condon, si ha la sensazione che il gioco dei remake live-action dei classici d’animazione stia realmente sfuggendo di mano.

Tutto è iniziato, con ogni probabilità, nel 2010 con Alice in Wonderland e il grande successo di pubblico che si è trascinato dietro (inversamente proporzionale a quello di critica, ma questi sono dettagli). Quel film macina-botteghini ha seminato un’idea nei vertici dell’Azienda con sede a Burbank: perché non rifare con attori in carne e ossa le storie già affrontate con successo a cartoni animati? Non era un’idea nuova, visto che nel 1996 c’era stato il pregevole La carica dei 101 – Questa volta è magia vera, ma c’è voluto un nuovo successo massiccio e la complicità delle più moderne tecnologie affinché si arrivasse gradualmente a Maleficent (2014) e, soprattutto, a Cenerentola (2015). Se nel film con Angelina Jolie La bella addormentata era tangente alla storia inedita di Malefica, il film di Kenneth Branagh abbracciava in toto il classico d’animazione del 1950. E la stessa cosa è accaduta con Il libro della giungla lo scorso anno, dove il modello di riferimento era in maniera sempre più prepotente il cartoon di Wolfang Reitherman del 1967.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La Ragazza del Dipinto, la recensione

La storia del cinema ne è piena ma, nel secondo decennio del XXI secolo, sembrano spuntare come i funghi che, dopo un’’estate all’insegna del brutto tempo, ci attenderanno freschi freschi nei sottoboschi autunnali. Parliamo dei film post-Obama, che hanno fatto dell’’opposizione al maltrattamento e alla schiavitù delle popolazioni provenienti dall’’Africa il proprio tema centrale. A partire dal commovente The Help di Tate Taylor, storia di una domestica afroamericana nel Missisipi degli anni’ Sessanta, passando per gli ultimi film di Quentin Tarantino (Django Unchained, storia di uno schiavo liberato in cerca della moglie) e Steven Spielberg (Lincoln, racconto della lotta dell’’omonimo presidente degli Stati Uniti per l’’abolizione della schiavitù), per arrivare a 12 anni schiavo, che èriuscito dove tutti gli altri avevano precedentemente “fallito”, vincendo il premio Oscar come miglior film. A questi, si aggiunga in sordina La Ragazza del Dipinto (in originale Belle, dal nome della protagonista), film inglese diretto da Amma Asante e presentato lo scorso anno al Toronto International Film Festival. “In sordina” non tanto per minor qualità artistica della pellicola rispetto a quelle indicate sopra, bensì per denotare il modo in cui l’’argomento della schiavitù viene focalizzato.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La Bella e la Bestia: dalla pagina allo schermo

“Chi potrebbe mai amare una Bestia?”

La Bella e la Bestia narra le vicende di Belle, buona e delicata fanciulla, che viene imprigionata in un castello da un’orrenda Bestia, vittima di un incantesimo. Innamorandosi del mostro, la giovane spezza la maledizione e la Bestia torna ad essere un bellissimo principe.

È una delle fiabe più amate e famose, che ha goduto negli anni di moltissimi adattamenti sia per il cinema che per la televisione.

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Valutazione: +1 (da 1 voto)

Speciale Walt Disney. Le 10 mascotte che chiunque vorrebbe al proprio fianco

Che siate amanti dei drammoni impegnati alla Lars Von Trier o che non riusciate a godervi un film nel quale non compaiano almeno tre o quattro omaccioni in canotta lurida pronti a suonarsele di santa ragione, c’è una cosa che non potrete negare: i personaggi dei cartoni animati Disney hanno accompagnato, o per lo meno costellato, la vostra infanzia.

E, con buone probabilità, l’hanno resa migliore.

Sfido chiunque, infatti, a negare di aver desiderato di fare un giro sul tappeto volante di Aladdin, di vedere i Rosa Elefanti dopo una sbronza con Dumbo o che, durante una cena galante, il partner facesse rotolare romanticamente attraverso il piatto l’ultima polpetta, destinandola a voi.

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