Belle, la recensione

Presentato fuori concorso al 74° Festival del Cinema di Cannes e in concorso nella 19ª edizione di Alice nella Città, Belle è il nuovo film di Mamoru Hosoda, regista di animazione giapponese famoso per film come Summer Wars, Mirai e Wolf Children.

Il film è ambientato in un mondo reale molto simile al nostro e in un mondo virtuale futuristico. U è un’applicazione che connette oltre 5 miliardi di persone in un vero e proprio mondo alternativo dove si può impersonare un secondo sé, un AS. Attraverso l’analisi dei dati biometrici, l’applicazione propone al “giocatore” un avatar da accettare (o rifiutare) che diventa quindi come una vera e propria seconda personalità.

Suzu, la protagonista del film, è una timida ragazza del liceo poco appariscente, ma invece nel mondo virtuale di U le canzoni cantate dal suo avatar diventano un fenomeno globale, diventando la stella più seguita del social.

L’avatar di Suzu è infatti Belle, la più bella, la più famosa e la più brava cantante di U. Dopo la morte della madre durante l’infanzia, Suzu non riesce più a cantare nel mondo reale, ma attraverso la maschera di Belle può finalmente esprimere sé stessa liberamente.

Il film, come suggerito dallo stesso regista prima della proiezione in sala e durante la masterclass alla Festa del Cinema di Roma, è molto ispirato alla fiaba (occidentale) della Bella e la Bestia, citando in particolare come ispirazione il classico di animazione Disney e quello del grande regista (e poeta, e pittore, eccetera) Jean Cocteau.

Oltre al personaggio di Belle, un altro personaggio famoso nel mondo di U è infatti Dragon. Se Belle però viene adorata da tutti, Dragon è invece una bestia temuta, odiata e ricercata da delle auto dichiarate forze dell’ordine di U, che minacciano di rivelare la vera identità di chi turba gli animi del mondo virtuale.

Come nella fiaba, tra i due sembra crescere un rapporto particolare, in cui ognuno cerca di proteggere e comprendere l’altro ed entrambi cresceranno e matureranno grazie a questo rapporto, che li porterà a cambiare non solo nel mondo virtuale di U ma anche in quello reale.

Belle è quindi quasi una specie di adattamento futuristico della fiaba classica della Bella e la Bestia, in cui si mischiano mondo reale e mondo virtuale. Il punto di forza del film sono sicuramente i disegni e la colonna sonora: esteticamente Belle è davvero un gioiello, un film bellissimo da vedere per gli appassionati di animazione e che lascerà spesso a bocca aperta per i suoi colori e disegni, e che vi farà canticchiare le canzoni di Belle per diversi giorni (soprattutto quella finale).

Sfortunatamente però, per quanto ottimo sia sul piano estetico, per quanto riguarda la scrittura il film lascia invece qualche dubbio. Alcune situazioni appaiono un po’ troppo semplificate e velocizzate, alcuni punti chiave rimangono poco chiari (tipo le motivazioni sul perché la bestia sia così odiata sembrano un po’ deboli e abbozzate). Verso il finale si tocca anche un tema molto complesso ma in maniera forse un po’ sbrigativa e che lascia un po’ perplessi sul suo ruolo all’interno del film.

Belle è insomma un film che accompagna dei grandi pregi a qualche difetto, ma che per la sua componente estetica rimane sicuramente un’opera che vale la pena recuperare, soprattutto per gli appassionati di animazione… ma non solo.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Bellissime animazioni e colonna sonora, per la sua componente estetica merita assolutamente di essere visto, soprattutto se siete fan del genere.
  • Alcune perplessità nella trama, nelle motivazioni di alcuni personaggi, questioni che rimangono un po’ in sospeso, risoluzioni che sembrano avvenire un po’ troppo facilmente, insomma il film lascia un po’ di buchi e dubbi .
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Belle, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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