Archivio tag: horror sociale
Antebellum: in blu-ray l’horror politico che rievoca gli orrori dello schiavismo
La più grande onta per la storia degli Stati Uniti? Facile! Lo schiavismo.
Una pratica che ha avuto luogo negli stati del Sud fino al 1865 quando, grazie al XIII emendamento della Costituzione, ci fu finalmente l’abolizione e la proibizione della schiavitù. Eppure, nonostante siano passati oltre 150 anni dalla fine di queste barbarie, l’ombra dello schiavismo ancora si staglia negli incubi di generazioni di afroamericani che hanno le proprie radici bagnate nel sangue. Non è un caso, infatti, se oggi una buona fetta del cinema americano di genere che sceglie la tematica razziale come argomento principale faccia irrimediabilmente riferimento a quell’epoca e a quelle pratiche barbare, come accade anche in Antebellum, primo lungometraggio firmato dal duo Gerard Bush e Christopher Renz.
Into the Dark: Splendida America, la recensione
Giunta al suo decimo film/episodio, la prima stagione della serie antologica Blumhouse Into the Dark sgancia la sua bomba più efficace: Splendida America (Culture Shock) non è solo il miglior film-tv di questo primo gruppo, ma anche un bell’horror distopico a tutto tondo.
Complice una visione molto lucida e originale del rinnovato filone dell’horror sociale, nella variante della tematica razziale, la regista e sceneggiatrice di origini messicane Gigi Saul Guerrero (che compare anche come attrice in un piccolo ruolo) mette insieme una storia tanto attuale nel tema trattato quanto tradizionale nell’esecuzione, facendo di Splendida America un piccolo porto sicuro in cui trovare tutto l’orrore amplificato dalla politica di Trump ma con uno sguardo ai concept narrativi di serie ormai collaudate come Black Mirror.
Body Cam, la recensione
Negli ultimi anni il cinema americano si è fatto sempre più impegnato e assiduo portavoce di tematiche politiche e sociali, su tutti la lotta di classe e, ancor più nello specifico, la problematica razziale e la condizione degli afroamericani con la sua drammatica scia di morte e lotte furibonde, volte ad affermare libertà e parità di diritti. Una questione che sul grande schermo ha trovato naturale sbocco in film acclamati da pubblico e critica come Detroit, See You Yesterday e Il coraggio della verità – The Hate U Give – giusto per citare tre titoli noti ai più – nei quali la denuncia sociale diventa quanto mai toccante, dolente e incisiva grazie ad immagini talvolta forti, ma necessarie per recapitare un messaggio diretto ed efficace.
His House, la recensione
Prima che il maledetto Coronavirus cominciasse a stravolgere le nostre vite e, soprattutto, a monopolizzare i media di ogni tipo, l’argomento attorno al quale l’opinione pubblica maggiormente si divideva era senza dubbio quello dell’immigrazione. Tra chi era a favore dell’integrazione fra culture diverse e chi, al contrario, vedeva in esso un ostacolo allo sviluppo economico, il dibattito politico si era fatto sempre più aspro e conflittuale. Uno scontro che, tuttavia, non considerava che dietro i tanti migranti vi sono storie di uomini e donne con tante sofferenze e perdite dolorose alle spalle.
Poteva il cinema horror restare insensibile alla tematica razziale? Assolutamente no. Negli ultimi anni, infatti, l’ala autoriale e impegnata del genere ha affrontato l’argomento con cura e gusto, dando vita ad alcuni prodotti di ottima fattura e ricchi di significati sociali e culturali, come dimostrano i film di Jordan Peele, Us e Get Out nei quali il riscatto e la discriminazione venivano inquadrati dal punto di vista degli afro americani.
Il buco, la recensione
La più efficace metafora della società umana, rigorosamente verticale, arriva da un film spagnolo che ha spopolato nei festival di mezzo mondo e ora arriva in streaming su Netflix, El Hoyo, tradotto letteralmente in italiano come Il buco.
Goreng si fa internare volontariamente per sei mesi ne La Fossa, una struttura verticale a livelli nella quale si può portare un solo oggetto con se e l’uomo sceglie un libro, il Don Chisciotte di Cervantes. Ogni livello può ospitare due persone e, una volta al giorno, in un buco posto al centro del livello, scende una piattaforma colma di cibo, che si può mangiare liberamente per soli due minuti, senza poter trattenere nulla con se. Il problema è che il cibo è lo stesso per tutti gli ospiti della struttura, sufficiente per il sostentamento degli oltre 200 livelli se ognuno si limitasse a mangiare solo il necessario.
Noi: arriva in blu-ray il secondo horror-sociale di Jordan Peele
È una carriera strana quella che Jordan Peele si sta costruendo: da principe della commedia televisiva americana a re del nuovo horror sociale. Cavalcando per anni show brillanti di successo del piccolo schermo, come Love Bites o Modern Family, a volte come semplice guest star, Jordan Peele esordisce come regista per il cinema nel 2017 con un horror dai forti connotati sociologici, Scappa – Get Out, grazie al quale riesce anche a vincere un Oscar alla sceneggiatura originale. E da quel momento nasce un nuovo punto di riferimento per il cinema horror contemporaneo, un piccolo punto di partenza per dar vita a un florido percorso di ricostruzione (e decostruzione) del cinema di paura, tenendo presenti le contraddizioni dell’attuale società americana. Dietro Scappa – Get Out c’era il solito lungimirante supporto produttivo di Jason Blum, che rinnova la collaborazione con Peele anche per la sua seconda regia, Noi. Uscito nelle sale italiane ad aprile e trovata sin da subito una buona accoglienza da parte della critica, Noi arriva adesso in alta definizione blu-ray disc – ma anche in DVD – con Universal Pictures.
Noi, la recensione
È una carriera strana quella che Jordan Peele si sta costruendo: da principe della commedia televisiva americana a re del nuovo horror sociale. Cavalcando per anni show brillanti di successo del piccolo schermo, come Love Bites, Kay & Peele, Modern Family, Robot Chicken, Rick & Morty, a volte come semplice guest star, Jordan Peele esordisce come regista per il cinema nel 2017 con un horror dai forti connotati sociologici, Scappa – Get Out, grazie al quale riesce anche a vincere un Oscar alla sceneggiatura originale.
E da quel momento nasce un nuovo punto di riferimento per il cinema horror contemporaneo, un piccolo punto di partenza per dar vita a un florido percorso di ricostruzione (e decostruzione) del cinema di paura, tenendo presenti le contraddizioni dell’attuale società americana.