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Fino alla fine, la recensione del thriller di Gabriele Muccino
Sophie e sua sorella Rachel sono in vacanza in Italia e, il giorno prima di tornare negli Stati Uniti, le due decidono di fare una breve tappa a Palermo. È tanto noiosa e bacchettona Rachel, quanto vogliosa di svagarsi Sophie che conosce sulla spiaggia di Mondello Giulio e i suoi amici, prendendosi una cotta per il ragazzo. Giulio invita Sophie ad uscire quella sera e, nonostante le raccomandazioni della sorella, finisce irrimediabilmente nel mettersi nei guai perché Giulio e i suoi tre amici hanno una “missione” da portare a termine che condurrà la ragazza in un’escalation di follia e violenza.
L’uomo sulla strada, la recensione
Irene ha perso il padre quando aveva solo 8 anni, falciato via da un pirata della strada, incidente del quale lei è stata l’unica – inutile – testimone. Ora Irene ha 18 anni, ha un animo ribelle, un rapporto conflittuale con la madre e ogni occasione sembra essere quella adatta per dar sfogo, anche in modo violento, alle sue frustrazioni. Per questo motivo, Irene viene spedita in provincia a casa di sua zia dove la ragazza inizia subito a cercare lavoro e lo trova come operaia in una fabbrica. Il destino vuole, però, che il giovane proprietario della fabbrica è Michele, l’uomo che dieci anni prima ha travolto e ucciso il padre di Irene e che non ha mai pagato per il suo crimine. Michele capisce subito di trovarsi dinnanzi alle sue colpe passate e nonostante il tentativo iniziale di allontanare immotivatamente Irene dal lavoro, decide di affrontare la situazione. Ma più passano i giorni, più l’uomo si sente combattuto e allo stesso tempo attratto dalla ragazza.
L’uomo sulla strada, l’incontro con gli attori e il regista
L’uomo sulla strada arriverà al cinema il 7 dicembre distribuito da Eagle Pictures, dopo essere stato presentato in anteprima nella sezione Panorama Italia di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. A vestire i panni dei protagonisti troviamo Lorenzo Richelmy (Il talento del Calabrone, La ragazza nella nebbia, Marco Polo), che ha ottenuto una Menzione Speciale Premio RB Casting ad Alice per la sua interpretazione, e una delle attrici emergenti più promettenti del cinema italiano, Aurora Giovinazzo (Anni da cane, Freaks Out). Il film è l’opera prima di Gianluca Mangiasciutti, che dopo numerose esperienze come assistente alla regia in importanti progetti internazionali (tra gli altri, Mission: Impossible III), si cimenta in un drama/thriller, il cui soggetto si è aggiudicato il Premio Solinas – Storie per il cinema. Abbiamo incontrato proprio il regista e i due interpreti principali de L’uomo sulla strada, di cui potete leggere qui la nostra recensione.
Il Talento del Calabrone: in blu-ray il thriller on air con Sergio Castellitto e Anna Foglietta
Secondo la fisica – e secondo Albert Einstein, in modo particolare – il calabrone non potrebbe volare. La sua struttura alare infatti, in relazione al peso del suo corpo, non è assolutamente adatta al volo. Ma lui questo non lo sa. E quindi cosa fa? Vola lo stesso! Partendo da questo noto aforisma, Giacomo Cimini imbastisce l’intricata trama de Il Talento del Calabrone, un thriller dal ritmo serrato e interamente ambientato in una stazione radiofonica. Il film, distribuito su Amazon Prime Video dopo aver dovuto rinunciare all’uscita in sala a causa della pandemia, è adesso disponibile in home video grazie a Eagle Pictures che lo distribuisce in alta definizione blu-ray disc e in DVD.
Ride, il biker-action made in Italy, in Limited Edition blu-ray
Con Ride il duo Fabio Resinaro e Fabio Guaglione, entrambi registi del fortunato Mine e qui coinvolti in qualità di autori e promotori del progetto, portano in Italia in cinema 2.0. In un panorama cinematografico votato alla frammentazione dell’informazione e dell’immagine, in cui il cinema si diverte a cercare un dialogo con la video-arte, Ride affonda le proprie radici mostrando un uso intelligente e moderno delle nuove strumentazioni di ripresa (le GoPro e le varie action-cam molto utilizzate per i video sportivi) in unione a quella mentalità informatica secondo la quale “se non ti connetti non esisti”. Il film – o meglio ancora l’esperimento – diretto da Jacopo Rondinelli, che qui esordisce nel lungometraggio dopo una corposa formazione in spot e videoclip, arriva in home video con Koch Media e Lucky Red in una bellissima Limited Edition blu-ray ricca di contenuti extra.
Ride, la recensione
Kyle e Max sono migliori amici da sempre. Cresciuti praticamente insieme, i due condividono molte cose e, in modo particolare, la passione per le sfide estreme. Sono due riders acrobatici e l’unica cosa che riesce a scuoterli dalla monotonia quotidiana è l’adrenalina derivata da imprese folli e spericolate, spesso al limite della legalità, da poter poi condividere sul web. Un giorno ricevono l’invito per partecipare ad una misteriosa gara di downhill che sarà trasmessa solo su un’esclusiva piattaforma online a cui pochissimi hanno l’accesso. Chi vincerà la gara avrà una ricompensa in denaro di 250.000 euro. Una cifra importante che potrebbe garantire a Kyle la possibilità di ricominciare una vita più serena con la sua famiglia e a Max di pagare i molti debiti che gravano sulla sua testa. I due accettano senza esitazione ma, quando la gara ha inizio, scoprono che il “gioco” ha delle regole molto più pericolose di quanto potevano immaginare. Devono correre veloce, molto veloce, non più per la somma in palio ma per restare in vita.
Con Ride anche in Italia arriva il cinema 2.0.
Una vita spericolata, la recensione
Rossi è un trentenne che nella vita ha concluso ben poche cose. Gestisce un’officina che va a rotoli, non ha una famiglia su cui contare e nemmeno una fidanzata che possa supportarlo nelle scelte della vita. Ha solo BB, il suo migliore amico, ex campione di rally e adesso fancazzista. Sommerso dai debiti, Rossi si reca in banca per implorare un prestito e invece, a seguito di una sequela di bizzarri fraintendimenti, si ritroverà – senza volerlo – a rapinare la banca e fuggire a bordo di una macchina rubata con il suo amico e una ragazza (un’attricetta finita in disgrazia) presa in ostaggio durante la fuga. Diretti in Puglia, inseguiti da un improbabile commissario di polizia, i due fuggiaschi non sanno che il denaro “rubato per sbaglio” non apparteneva alla banca ma a un manipolo di brutti ceffi disposti a tutto pur di riappropriarsi della refurtiva.
La ragazza nella nebbia, la recensione
Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente anche in Italia si produce un thriller per cinema che è Cinema, appunto, e non una mera riproposizione di ritmi, volti ed estetica televisiva. La ragazza nella nebbia è quel film che mancava nella produzione nostrana odierna e che potrebbe rilanciare un intero filone, vista la validità complessiva dell’opera e quel sapore commerciale indispensabile per creare il giusto appeal con il pubblico.
Artefice di questo bel giallo dal sapore europeo è Donato Carrisi, anche autore dell’omonimo romanzo di cui La ragazza nella nebbia è trasposizione nonché della sceneggiatura, un esordiente dietro la macchina da presa che nel mondo dell’entertaiment italiano aveva prestato il suo talento per le sceneggiature dei televisivi Nassiryia e La narcotici – Caccia al Re.
Hybris, la recensione
Ci hanno provato. Hanno fallito ma ci hanno provato. Quello che sorprende è che dei ragazzi così giovani siano riusciti a realizzare un prodotto così vecchio. Hybris è il primo lungometraggio del giovanissimo regista ventunenne Giuseppe Francesco Maione, girato su un soggetto e una sceneggiatura dell’altrettanto giovane Tommaso Arnaldi. Hybris, termine che indica un topos della tragedia e della letteratura greca che letteralmente significa tracotanza, eccesso, superbia e prevaricazione, riassume più o meno tutta la sinossi del film che, però, fallisce nel suo intento. Buone le basi, catastrofico il risultato.