La ragazza nella nebbia, la recensione

Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente anche in Italia si produce un thriller per cinema che è Cinema, appunto, e non una mera riproposizione di ritmi, volti ed estetica televisiva. La ragazza nella nebbia è quel film che mancava nella produzione nostrana odierna e che potrebbe rilanciare un intero filone, vista la validità complessiva dell’opera e quel sapore commerciale indispensabile per creare il giusto appeal con il pubblico.

Artefice di questo bel giallo dal sapore europeo è Donato Carrisi, anche autore dell’omonimo romanzo di cui La ragazza nella nebbia è trasposizione nonché della sceneggiatura, un esordiente dietro la macchina da presa che nel mondo dell’entertaiment italiano aveva prestato il suo talento per le sceneggiature dei televisivi Nassiryia e La narcotici – Caccia al Re.

La ragazza della nebbia si ambienta ad Avechot, un paesino sperduto tra le Alpi, sul confine Italia-Francia, e inizia con una scomparsa, quella di Anna Lou, un’adolescente dai capelli rossi, la passione per i gatti e una vita morigerata data dall’adesione della sua famiglia a una confraternita religiosa. Al caso viene affidato l’ispettore Vogel, noto per la sua familiarità con i mass media e infatti anche sul caso di Anna Lou, con il passare dei giorni, si comincia a catalizzare l’attenzione della stampa e delle tv, con la conseguente caccia al “mostro”, anche in assenza di prove e di una reale vittima.

Come si diceva, La ragazza nella nebbia ha un taglio europeo che lo riesce a valorizzare: avete presente quei thriller francesi di inizio decennio o i noir scandinavi di questi ultimi anni? Donato Carrisi evidentemente guardava proprio in quella direzione, ma nella sua opera si possono notare anche altre influenze di matrice cine-televisiva. Impossibile non notare qualche velata somiglianza con Gone Girl – L’amore bugiardo e, ancor più, un’atmosfera rarefatta e personaggi ambigui e a tratti grotteschi che sembrano usciti da un film di Lynch dei bei tempi, a la Velluto Blu o Twin Peaks, per capirci. In fin dei conti Carrisi fa dire a uno dei suoi protagonisti che la lezione fondamentale per scrivere un buon romanzo è copiare, e lui stesso lo fa con classe, prendendo ottimi ingredienti per cucinare una pietanza tutta sua e saporitissima.

La ragazza nella nebbia, così come altri film usciti negli ultimi mesi, fa suo il tema dell’influenza che i media hanno sull’opinione pubblica. Fino ad oggi questa tematica è stata affrontata dalla commedia per far satira su un Paese che sembra vivere su ciò che è mostrato in tv, così in Omicidio all’italiana e Chi m’ha visto la speculazione mediale su eventi di cronaca innescava interessanti risvolti. In La ragazza nella nebbia c’è il personaggio chiave dell’Ispettore Vogel, interpretato da un bravissimo Toni Servillo, abbonato alle comparsate tv sulle quali ha fondato parte della sua carriera recente: Vogel ha contatti e fa in modo che siano i giornalisti a condurre le indagini, correndo il rischio di gettare alla gogna pubblica anche sospettati di cui non si hanno prove di colpevolezza, come accade a Loris Martini, professore di liceo su cui cadono le accuse per la scomparsa di Anna Lou e a cui dà volto Alessio Boni, qui alla definitiva conferma del suo talento attoriale.

Un meccanismo giallo non privo di efficaci colpi di scena, in cui tutto torna senza eccessive forzature, sta al centro di un film che comunque colpisce anche per la giusta e accurata caratterizzazione dei personaggi, sui quali stona giusto qualche dialogo esplicativo di troppo.

La confezione pregiata, non priva di suggestive intuizioni visive (l’uso della nebbia per celare i dettagli e un plastico per riprodurre il paese di Avechot nelle scene di raccordo) e l’ottimo cast, a cui si aggiungono ai suddetti Servillo e Boni anche Jean Reno e Lorenzo Richelmy, fanno di La ragazza nella nebbia un ottimo film di genere che, se ben lanciato, potrebbe rivelarsi un mattatore da botteghino.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un’ottima gestione narrativa del meccanismo giallo.
  • Un cast all’altezza.
  • Qualche dialogo fuori posto.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La ragazza nella nebbia, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to La ragazza nella nebbia, la recensione

  1. Rapezzano ha detto:

    Buona la prima parte..la seconda una sovrapposizione di storie esagerata ed un finale incomprensibile..ho temuto di non essere stata attenta ai dialoghi ma il parere è stato unanime fra i miei amici. Nessuno ha capito nulla.

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