Archivio tag: recensione in anteprima
Mary Shelley – Un amore immortale, la recensione
“Non ho mai letto una così perfetta sintesi di cosa si prova ad essere arrabbiati. Ho vissuto la rabbia del tuo mostro, ho bramato la sua vendetta. Perché era la mia.”
È così che Claire, sorella di Mary, descrive Frankenstein dopo averne letto il manoscritto. Uno dei passaggi più belli e significativi di un film che, altrimenti, ha il sapore amaro dell’occasione sprecata.
KVIFF 2018. Crime latino, tra realismo magico e period drama
Si è da poco conclusa la 53° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Karlovy Vary, in Repubblica Ceca. La storica e prestigiosa rassegna è stata aperta quest’anno dal classico Gli amori di bionda (1965): un doveroso omaggio al maestro ceco, adottato da Hollywood, Miloš Forman, scomparso lo scorso aprile; ma anche una celebrazione del Festival stesso, che proprio a metà degli anni sessanta – nella breve stagione della Nová vlna, la nouvelle vague cecoslovacca – ha vissuto un momento di grande esuberanza artistica e popolarità internazionale. Momento interrotto dall’intervento militare sovietico del 1968, con il ritorno a un più ortodosso ruolo di vetrina ufficiale del cinema dei paesi del blocco socialista.
The Zero Theorem, la recensione
L’introverso Qohen Leth vive all’interno di una fatiscente chiesa abbandonata, costantemente in attesa di una telefonata misteriosa che gli rivelerà il senso della sua vita.
Strenuo lavoratore di una bizzarra società capitanata dall’eccentrico Management, Qohen viene incaricato di provare il Teorema Zero, una formula matematica secondo la quale l’Universo presto terminerà, rendendo futile ogni singola esistenza in esso contenuta.
Relegato nella sua abitazione, l’uomo comincia a isolarsi completamente, ma riceve costanti visite da una escort virtuale, Bainsley e dal figlio del suo boss, Bob. Entrambi si riveleranno essenziali nel comprendere perché il significato della vita sembra così strettamente collegato allo zero totale.
Under the Skin, la recensione
Impossessatasi di una pelle dalle fattezze umane, un’aliena dalle origini sconosciute comincia a scrutare le periferie scozzesi in cerca di prede maschili umane. Accompagnata da un misterioso motociclista e sempre a bordo di un grosso van, l’aliena comincia a raccogliere vittime, ma lungo la strada rimarrà sorpresa dalla natura umana che la sua pelle le sta donando.
Dopo un travagliato percorso produttivo, Under The Skin raggiunge finalmente la luce grazie alla regia di Johnathan Glazer, già eclettico regista di Sexy Beast – L’Ultimo Colpo Della Bestia e Birth – Io Sono Sean.
Dark Skies – Oscure presenze, la recensione
Certo non è il massimo dell’originalità, e la trama si svela a tratti prevedibile, ma Dark Skies: Oscure Presenze risulta essere un film che tratta di rapimenti alieni meglio riuscito degli ultimi anni.
Più proiettato verso il sottogenere Home Invasion che verso il filone fantascientifico, la pellicola ci regala un mix indubbiamente interessante tra diversi generi cinematografici adoperando, spesso, anche uno sfrenato citazionismo dedicato alle situazioni più classiche del cinema horror. Lo schema standard dei film dell’orrore, infatti, non cambia di una virgola; abbiamo la tipica famigliola medioborghese, formata da padre, madre (Josh Hamilton e Keri Russell) e due figli, che sta attraversando un periodo difficile, soprattutto sul versante economico, e che cerca di salvare le apparenze affidandosi al modesto lavoro da agente immobiliare di lei. Man mano, però, i loro problemi diventano di ben altra portata.