Archivio tag: Taron Egerton
Tetris, la recensione
Il videogame Tetris mi ha rovinato la vita.
Ancora oggi non riesco a mettere la spesa sul nastro scorrevole prima di pagare senza riempire tutti gli spazi vuoti.
Quello che fa bene il film di Jon S. Baird, presto distribuito per la piattaforma Apple TV+, è soprattutto nella prima parte spiegare precisamente qual è l’attrattiva di un gioco come Tetris. Perché ha fatto così presa, tanto da diventare il videogioco rompicapo per antonomasia e allo stesso tempo qualcosa di bigger than life. Ovvero, come la sua semplicità si colleghi direttamente a meccanismi ancestrali di gratificazione: ogni fila che eliminiamo è una dose di dopamina nel nostro cervello.
Rocketman, la recensione
Cosa si nasconde dietro gli occhialoni stravaganti, ai glitter e agli eccessivi lustrini dei costumi di Elton John? Il piccolo e introverso Reginald Dwight o un uomo infelice, eccentrico e impegnato nella costante ricerca d’amore e affetto?
Ce lo racconta nel modo più coinvolgente e originale possibile il regista Dexter Fletcher, affiancato proprio dal produttore Elton John e dallo sceneggiatore Lee Hall in Rocketman. Il biopic sulla rockstar inglese ci riporta un periodo movimentato della sua vita, da quando frequentava da piccolo la Royal Academy of Music fino ad arrivare ai primi anni ‘90.
Robin Hood e Un piccolo favore arrivano in home video
Qualche settimana fa 01 Distribution ha portato in home video due titoli molto ambiziosi usciti in sala sul finire dello scorso anno. Due film decisamente differenti, nel genere e nel linguaggio, accomunati però da uno stesso desiderio di “strafare” che purtroppo non viene perseguito fino in fondo. Vi parliamo di Robin Hood, la nuova trasposizione cinematografica di uno dei personaggi più influenti nella Storia della letteratura britannica, e di Un piccolo favore, la comedy-thriller con Blake Lively e Anna Kendrick.
Robin Hood – L’origine della leggenda, la recensione
A metà strada fra storia e leggenda, Robin Hood è uno dei personaggi più influenti nella Storia della letteratura britannica. Per alcuni bandito e per altri nobile sassone decaduto. Stando ad alcuni credi leggendari, invece, si è arrivati persino ad identificarlo come l’incarnazione del dio della foresta capace di assumere le sembianze di una volpe (vi ricorda nulla?). Oltre ad aver ispirato tantissima letteratura, il mito di Robin Hood ha generato un numero inquantificabile di trasposizioni cinematografiche che si sono succedute, quasi ad intervalli di tempo regolare, dagli inizi del novecento (il primo adattamento per il cinema risale al 1908 per la regia di Percy Stow, Robin Hood and his Merry Men) fino ad oggi. Ultimo di questa lunga lista di opere cinematografiche è Robin Hood – L’origine della Leggenda, esordio sul grande schermo per il regista Otto Bathurst e attualmente nelle nostre sale.
Kingsman – Il cerchio d’oro, la recensione
Nel 2014 una nuova tipologia di agenti segreti si è affacciata sul grande schermo guadagnando, immediatamente, una poltrona d’onore nella sconfinata galassia cinematografica delle spy stories. Sono i Kingsman, organizzazione super-segreta anglosassone contraddistinta da una rigida etica professionale ed un’eleganza – tanto nel vestiario quanto nei modi – decisamente fuori dal comune. Liberamente tratto da una miniserie a fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons, diretto da Matthew Vaughn e interpretato da un inedito Colin Firth, Kingsman – Secret Service è stato subito lodato da pubblico e critica per le meravigliose sequenze d’azione e la capacità di riuscire a trovare quel giusto ma difficile equilibrio tra action e ironia. Una rivelazione che non poteva certo restare un unicum ed ecco che a tre anni di distanza arriva nelle sale Kingsman – Il cerchio d’oro, seconda adrenalinica avventura che permette agli eleganti agenti segreti in doppiopetto di tornare sul campo per fronteggiare una nuova minaccia ancora più pericolosa della precedente.
Sing, la recensione
Attenuata l’ondata Disney che ha portato in vetta alle classifiche d’incasso italiane Oceania, il cinema d’animazione riapre le porte alla Illumination Entertainment e al suo nuovo lungometraggio, Sing.
Curioso constatare come lo studio statunitense fondato da Chris Meledandri sia ormai diventato il vero terzo polo dell’animazione internazionale, insieme alla Disney e alla Dreamworks, imponendosi, con una manciata di titoli, come campione al box office di tutto il mondo. Così, dopo il grande successo di Pets – Vita da animali e in attesa di Cattivissimo Me 3, che sicuramente avrà un’ottima accoglienza come i precedenti, eccoci immersi nel mondo di Sing, una commedia musicale popolata da animali antropomorfi vogliosi di esprimere se stessi e il loro talento canoro.
Kingsman – Secret Service, la recensione
Che il cinema d’azione spionistico sia andato incontro, negli ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione è sotto gli occhi di tutti, basti guardare gli ultimi film della saga “spy” per eccellenza 007, rebootata con Casinò Royale nel 2006 e adeguata ai gusti dello spettatore moderno. Linea, del resto, intrapresa già da produzioni precedenti come Mission: Impossible e la saga di Jason Bourne e che non è stata esente di parodie (o quasi) con i due Johnny English e Agente Smart: Casino Totale. In questo pantheon di agenti speciali e missioni segretissime, si va a inserire in maniera collaterale Kingsman – Secret Service, l’ultima fatica di quel geniaccio di Matthew Vaughn, tratta da una miniserie a fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons e debitrice a tutto questo immaginario spionistico che ha alimentato tanto cinema e letteratura del 900.