Archivio tag: torino film festival 2015

TFF33: John From

Unico film in concorso al 33° Torino Film Festival che potesse considerarsi festivaliero, in quanto oggettivamente l’unico con un’impronta autoriale, cosa che mancava a tutti gli altri film in concorso.

John From è il secondo lungometraggio del portoghese João Nicolau, dopo A espada e a rosa.

John From è la figura centrale di un culto del cargo diffuso sull’isola di Tanna, nello stato oceanico di Vanuatu. Divinità vulcanica adorata localmente, il cui nome viene probabilmente da “John From America”. Quindi uno sconosciuto tenebroso, proveniente da qualche luogo oscuro che viene adorato come oggetto di culto irraggiungibile.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF33: High Rise

Regno Unito in quelli che possiamo supporre essere gli anni ’70. Il Dottor Robert Laing (Tom Hiddleston) si è appena trasferito in quello che appare, a ragione, come un grattacielo avveniristico e tecnologico, dove il futuro, secondo le stesse parole di Laing, è già arrivato.

Robert viene presto inglobato in quella che è la quotidianità del condominio e deve imparare quelle che ne sono le leggi non scritte. Lui, psicologo affascinante e scapolo, occupa uno dei piani più alti ma comunque ben al di sotto di quella che è l’élite dello stabile, formata da professionisti vanesi ed egocentrici, come conduttori televisivi, avvocati, medici affermati, attrici che fanno il bello e il cattivo tempo nel condominio, godendo di privilegi pressoché illimitati.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF33: Gold Coast

Arriva dalla Danimarca Gold Coast, il bel lungometraggio di Daniel Dencik. Un film sottovalutato. Poco apprezzato forse perché è stato visto come un film (l’ennesimo) coloniale poco riuscito nella trattazione dell’argomento. Gold Coast è, invece, qualcos’altro. Film cristologico, in stile quasi documentaristico e intriso di simbolismo. Fortemente influenzato dallo stile di Werner Herzog, ispirato in particolare da Fitzcarraldo, il protagonista di Gold Coast compie una sorta di rito di espiazione come il Rodrigo di Mission di Roland Joffé, destinato a concludersi con un traguardo analogo a quello di Apocalypse now di Francis Ford Coppola. Ma l’approccio registico di Dencik sembra a metà strada tra il Terrence Malick di The New World – Il nuovo mondo e la Jane Campion di Lezioni di piano.

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TFF33: Sopladora de hojas

Tre ragazzi stanno ritornando da una partita di calcetto, ridono, scherzano, si fanno dispetti.  Ad un certo punto un telefono pubblico squilla. Dopo un attimo di esitazione i tre proseguono. Rubén, Lucas e Emilio sono amici per la pelle anche se non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Rubén ha sempre la sigaretta in bocca ed è il fighetto della compagnia, il capo, quello che sa sempre cosa fare e cosa dire. È anche quello ricco, con due genitori che lo vorrebbero laureato e con un buon lavoro da architetto. Lucas è quello scanzonato e un po’ trasandato, quello divertente senza volerlo, quello furbo, quello che ci sa fare con le ragazze, e infatti lo vediamo sempre al telefono con la sua “Uvetta”. Emilio è paffuto e timido, quello che più si fa trascinare dagli altri due, quello che non si oppone mai e che non sa farsi rispettare ma anche quello gentile e con un gran cuore. I tre stanno andando a casa per cambiarsi e ritrovarsi per un evento che è tutto fuorché piacevole: un loro compagno di squadra è morto in un incidente stradale e quella sera ci sarà la veglia.

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TFF33: The Assassin

Da Cannes al Torino Film Festival. Se l’anno scorso la kermesse cannense segnalava il grande ritorno di Jean-Luc Godard, dopo anni d’assenza, con Adieu au langage, il 2015 ha visto invece il ritorno di Hou Hsiao-hsien, assente dal concorso dal circa quattordici anni.

The Assassin era, a detta di molti, il principale favorito per la corsa alla Palma d’oro, vinta a sorpresa da Dheepan – Una nuova vita, ma è comunque riuscito a portarsi a casa il Prix de la mise en scène.

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TFF33: La felicità è un sistema complesso

Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) è uno specialista ma definire quello in cui eccelle è un po’ più complesso. Questo perché Enrico lavora per una particolare società che si preoccupa di togliere dalle mani di egoisti e scansafatiche figli di papà le loro aziende che hanno portato sull’orlo del fallimento. Enrico li chiama le locuste ed è proprio lui il grande professionista che grazie a raggiri e dolci parole riesce nell’impresa impossibile. Non c’è nessuno come lui.

Ed Enrico, paladino giustiziere, ha una forte morale e una forte etica al riguardo: fa quello che fa per evitare che tantissime persone perdano il lavoro, per creare un futuro migliore, per fare la differenza. Ha un bell’appartamento moderno e conduce una vita metodica e rigida, con orari assurdi ben calibrati, tutto è organizzato alla perfezione, niente sorprese.

Questo fino a quando si ritrova Achrinoam nel soggiorno.

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TFF33: Love & Peace

Terzo film Out Competition al 33esimo Torino Film Festival per Sion Sono, dopo Tag e Shinjuku Swan. Love & Peace è il film più atteso del regista, un film che originariamente avrebbe dovuto essere a Venezia e che sembrava tristemente destinato a non passare per il nostro paese.

Sion Sono, si sa, è un regista che ama strafare e non si smentisce mai. Stavolta decide di fare qualcosa di completamente diverso dalle sue corde: niente yakuza, niente arti marziali, niente personaggi tutti d’un pezzo. Love & Peace è una favola toccante, un film pieno di buoni sentimenti, che condensa tutto quanto è stato già fatto e visto sull’argomento.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF33: Shinjuku Swan

Kabuchiko, quartiere a luci rosse. Un gruppo di uomini, chiamati “procacciatori”, adesca delle seducenti ragazze per strada, promettendo loro protezione.

Il biondo ossigenato Tatsuhiko Shiratori è un giovane della metropoli senza un soldo che si imbatte nella gang capitanata da Hideyoshi Minami, il quale dice di averlo conosciuto in un lontano passato. Ma Tatsuhiko non sembra ricordarsene e viene, allora, pestato a sangue. Viene, poi, trovato e addestrato dal procacciatore Matora. Tatsuhiko si accorge così di quanto sia facile adescare ragazze in cerca di fortuna e scopre di essere piuttosto bravo: le ragazze si fidano di lui, conquistate dalle sue maniere gentili. Tra queste spicca Ageha, l’unica che riesce a far breccia nel cuore di Tatsuhiko.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF33: The Lady in the Van

Alan Bennett (Alex Jennings), ironico commediografo, si trasferisce nel quartiere di Camden Town, una zona residenziale londinese elegante e in crescita.

Ma il nostro protagonista non è il solo ad apprezzare la location. Presto la sua strada diventa anche la “residenza” di Miss Sheperd (Maggie Smith) una senza tetto acida e scorbutica che non si muove senza il suo amato furgoncino, che sembra accompagnarla da tutta la vita.

Ben presto fra questi improbabili vicini si instaura una qual sorta di legame anche perché Alan sembra il solo ad avere una specie di attenzione per l’anziana e ingombrante donna.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF33: The Dressmaker

Dopo Creature del cielo e Holy Smoke – Fuoco sacro, Kate Winslet torna a farsi dirigere da un regista dell’Oceania, e stavolta tocca all’australiana Jocelyn Moorhouse nell’adattamento del romanzo di Rosalie Him.

Sono tornata, bastardi!

Questa è la prima battuta che apre il film The Dressmaker, stravagante commedia sentimentale con venature thriller. Sembrerebbe quasi una sfida lanciata dalla stessa attrice con la sua impeccabile entrata in scena, degna di Marilyn Monroe. E infatti, stavolta Kate Winslet veste un ruolo che sembra, a tratti, sospeso tra quello interpretato dalla Monroe in Niagara e quello interpretato da Rita Hayworth in Gilda.

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