The Hateful Five: 5 insopportabili eroine delle serie TV

Hanno volti incantevoli, capelli perfetti e carattere da vendere.
Quante protagoniste del piccolo schermo potrebbero rientrare in questa descrizione?
La quasi totalità delle serie TV che hanno raggiunto una solida popolarità vanta nel cast almeno una ragazza bella e tosta. Oggi, a circa tre anni dallo scandalo Weinstein e sull’onda dirompente del movimento culturale #MeToo, questa costante è più che mai una certezza, grazie anche alla crescente presenza dietro le quinte (e non solo) di sceneggiatrici e showrunner donne (un esempio su tutti, la Phoebe Waller-Bridge di Fleabag).
I prodotti seriali sono da sempre una fucina di ritratti femminili destinati a imprimersi nell’immaginario collettivo. Esilaranti reginette della commedia o spietate muse del dramma, capaci di tracciare, ciascuna a suo modo, un affresco non convenzionale della sensibilità femminile. Anche per i consumatori meno assidui di piattaforme streaming non sarà difficile disgiungere una Rachel Green (Jennifer Aniston) di Friends da una Cersei Lannister (Lena Hedley) di Game of Thrones.
Il nostro approfondimento, tuttavia, non vuole concentrarsi su dicotomie nette e inequivocabili. Vogliamo, piuttosto, soffermarci su sfumature labili e soggettive. Vale a dire: che succede quando la protagonista di una serie dovrebbe chiaramente calamitare la simpatia del pubblico… e invece suscita un’antipatia epidermica tale che le spalmeremmo volentieri una torta in faccia?

Attenzione, non abbiamo usato il termine protagoniste a caso. Non si allude ad antagoniste spregiudicate né a godibili personaggi secondari. Bensì, per tirare in ballo il titolo del dossier, alle eroine che, spesso e volentieri, danno il titolo allo show in questione.
Insomma, per tracciare un parallelismo cinematografico, quante aspiranti Holly Golightly, nella nostra percezione, sono delle mancate Regina George?
Ne abbiamo selezionate 5 e scelto, per ciascuna, un’etichetta volontariamente ‘popolare’.

The Gilmore Girls

5) La Smidollata: Rory Gilmore (Alexis Bledel) – Una Mamma per Amica (2000-2007; 2016)

Apriamo le danze con un personaggio old-school, ma non troppo.
Nell’immaginaria cittadina di Stars Hollow, i cui bizzarri abitanti si contendono il primato in patologie mentali, la trentaduenne Lorelai Gilmore (Lauren Graham) cresce la figlia adolescente Rory contando solo sulle proprie forze. Quest’ultima è un angelico modello per la comunità e chiunque non fa che sottolineare quanto sia speciale. La serie, è superfluo ricordarlo, è una miscela esplosiva di mordace ironia, trovate originali e interpretazioni per lo più brillanti. Il tutto al servizio di una scrittura stravagante e ricchissima di stimoli.

Però, siamo onesti, chi avrebbe voluto avere Rory ‘per amica’?
Probabilmente nessuno. Forse, inizialmente, abbiamo provato persino una sorta di ammirazione per quella sedicenne così graziosa, colta e piena d’interessi.
Col progredire della storia, a emergere è una figura tutt’altro che irreprensibile.
Non che la volessimo inverosimilmente esente da difetti ma, in questo caso, resta ben poco di salvabile.
Rory è il classico esempio di prima della classe che, al di fuori dei successi scolastici, è assolutamente incapace di fare i conti con la vita reale.

La giovane Gilmore è una snob mascherata da proletaria e, quel che è peggio, non ha spina dorsale. Lo dimostra tanto nei rapporti di coppia che in quelli interpersonali. Un esempio eclatante? Le basta ascoltare un parere negativo sulle proprie doti da giornalista per decidere nientemeno che di mollare l’università.
Nel recente revival la ritroviamo campionessa olimpionica di autocommiserazione e sull’orlo del fallimento.
Alzi la mano chi non ha pensato: “Ben le sta!”

Zooey Deschanel - New Girl

4) La Sciroccata: Jessica ‘Jess’ Day (Zooey Deschanel) – New Girl (2011 – 2018)

Jess, frizzante maestra dagli occhioni azzurri, cerca una nuova casa dopo aver scoperto i tradimenti del suo storico fidanzato. Sceglierà una stanza nel loft abitato da Nick (Jake Johnson), Schmidt (Max Greenfield) e Winston (Lamorne Morris). La bizzarra convivenza è il motore che dà origine a situazioni improbabili e sopra le righe, all’insegna dell’ottimismo e della voglia di ricominciare.
Lungi da noi pretendere che una sitcom, la cui cifra stilistica è l’esasperazione abbinata alla risata facile, presenti ruoli di spessore o minuziosamente sfaccettati. Tuttavia, a onor del vero, la nostra Jess pecca inesorabilmente nell’eccesso opposto.
Nei primi episodi di New Girl difficilmente siamo riusciti a resistere ai sinuosi battiti di ciglia, agli outfit coloratissimi e alla spumeggiante personalità della protagonista.
Nondimeno scommettiamo che, nel corso delle serie successive, vi siate arresi all’evidenza che la fanciulla di Portland è fin troppo naive, svampita e giuliva.
In parole povere, è irritante.
Verrebbe voglia di prenderla da parte e raccontarle tutte le efferate tragedie che si consumano nel mondo.
Che dite, la smetterebbe di cinguettare canzoncine?

Guinevere Beck - You

3) La Radical Chic dei poveri: Guinevere Beck (Elizabeth Lail) – You (2018 – in produzione)

You, fortunata produzione attualmente sotto l’egida di Netflix, pur presentandosi come thriller di largo consumo, racconta una storia emotivamente ingombrante, lucidamente crudele e ossessivamente complessa.
Nella prima stagione Joe Goldberg (Penn Badgley), bel libraio perseguitato da oscuri fantasmi del passato, intravede la bionda Beck assorta tra gli scaffali. Decide immediatamente di conquistarla e mette in atto un piano perverso per trasformarsi nel ragazzo perfetto per lei.
Lo abbiamo già accennato: la violenza sulle donne in ogni sua forma è, attualmente, il trend topic della serialità. You potrebbe allora rappresentare un manifesto ideale sul tema; un’estrema eppure non così inverosimile fenomenologia della relazione tossica.
Beck, esteticamente, è la fusione tra Naomi Watts e Evan Rachel Wood. È una poetessa incompresa; una gran lavoratrice dal futuro incerto.
Dopo aver incontrato Joe, diabolico burattinaio della sua sorte, diventa anche un’inconsapevole vittima.
Coscienti di camminare su un terreno scivoloso, premettiamo che non è affatto nelle intenzioni di chi scrive giustificare ciò che le accade. Si entra esclusivamente nel merito delle peculiarità caratteriali di Beck e del perché, ai nostri occhi, non è la piccola fiammiferaia indifesa che la sceneggiatura vuole venderci.
Prima di tutto, vive di false apparenze. Pur non avendo le possibilità economiche per stare al passo con le sue amiche benestanti, si ostina a mostrarsi loro per quella che non è. Non solo: si atteggia a bohémien emancipata, ma coi soldi di papà sempre a portata di mano. Quando Joe la corteggia fa la puritana, salvo, nello stesso tempo, concedersi maratone di incontri online da una notte. Ancora, ricordate quando tradisce e lascia il suo futuro aguzzino? Allora rammenterete anche che, quando lo scopre felice con una nuova partner, decide che lo rivuole per sé.
Petulante, viziata e narcisista: ma ha anche dei difetti!

Rebecca Bunch (Rachel Bloom) - Crazy Ex-Girlfriend

2) La Stalker: Rebecca Bunch (Rachel Bloom) – Crazy Ex-Girlfriend (2015 – 2019)

A proposito di women’s empowerment, Rachel Bloom è una delle indiscusse rivelazioni degli ultimi anni. La dramedy musicale in questione, da lei ideata e interpretata, le è valsa nel 2016 il Golden Globe come miglior attrice in una serie o commedia musicale.
In questa sede non parliamo di Rachel, bensì del suo alter-ego Rebecca: avvocato di successo a New York che, per inseguire un infantile sogno romantico, molla impulsivamente tutto e si trasferisce a West Covina, California.
Oggetto della sua ossessione è Josh Chan (Vincent Rodriguez III), belloccio senza arte né parte felicemente impegnato con un’altra.
Rebecca è un compendio di disturbi psichici da manuale, e non si fa per dire (nella terza stagione le viene clinicamente diagnosticato un disturbo borderline di personalità).
Crazy Ex-Girlfriend, dal canto suo, ha il pregio di affrontare scrupolosamente il tema della salute mentale attraverso il tortuoso percorso della protagonista. Rebecca imparerà a camminare a testa alta, non più vittima consenziente di obsoleti pregiudizi ma fiera di essere “un po’ matta”. Dopotutto cos’è la tanto ambita normalità se non la maschera di un’atavica paura di essere se stessi senza inibizioni?
Tutto molto edificante, ma non dimentichiamo le nefandezze che le abbiamo visto compiere, soprattutto all’inizio della propria personale epopea. La sua mania di controllo non conosce limiti (e, più di una volta, si serve di escamotage ai limiti della legalità); il più alto scopo che la anima è essere oggetto del desiderio maschile ed è talmente egocentrica che è difficile credere che abbia degli amici.
Se incontrassimo una Rebecca nella vita reale, è semplice, la eviteremmo come la peste.

Sabrina Spellman - Le terrificanti avventure di Sabrina

1) La Saputella: Sabrina Spellman (Kiernan Shipka) – Le terrificanti avventure di Sabrina (2018 – in produzione)

Le coinvolgenti oscillazioni tra teen drama e riferimenti esoterici hanno consacrato Chilling Adventures of Sabrina (tratta dall’omonima serie a fumetti) nell’olimpo dell’entertainment contemporaneo. La rilettura in chiave infernale della serie cult degli anni Novanta con Melissa Joan Hart ha conquistato nostalgici e non, in virtù della capacità di intrattenere senza impegno ma efficacemente. Ma la Sabrina Spellman 2.0 è davvero l’emblema del girl power?
Su una cosa non c’è dubbio: alla novella Platinette non spetta solo la corona di Regina degli Inferi, ma anche quella di intollerabile saccentona.
La sua vita a Greendale scorre tra civettuoli ammiccamenti, testarde prese di posizione e iniziative disastrose in cui s’imbarca senza minimamente riflettere sulle conseguenze. Quando queste ultime puntualmente arrivano, Sabrina non ne fa mai le spese: ha una famiglia pronta a farle da paracadute e amici mortali che la seguono fin nell’Oltretomba per assecondarne la tigna.
Dopo tre stagioni è cambiato qualcosa? Neanche per sogno! Semmai, gli immaturi deliri di onnipotenza della mezza strega sono più esorbitanti che mai.

Sabrina ‘so-tutto-io’ Spellman si sente più furba anche dei paradossi temporali e la cerimonia d’incoronazione (all’insegna della sobrietà) del season finale ben rappresenta l’ego spropositato della nostra reginetta.
Sabrina è leggenda, recita il titolo dell’episodio in questione. Esatto: una leggendaria presuntuosa!

Quelli appena suggeriti sono poco più che spunti; una panoramica dei sentimenti contrastanti che, nello spettatore, possono suscitare protagoniste confezionate ad hoc per piacere e per cui si presuppone che tiferemo incondizionatamente.
Sono opinioni più o meno condivisibili. Per fortuna ciascuno ha i suoi gusti e una testa con cui trarre conclusioni personalissime da ciò che vede.
Suggeriscono, tuttavia, quanto il pubblico possa essere ribelle e impietoso, tutt’altro che incline a lasciarsi incantare da una scrittura che aspira a pilotare le sue preferenze. Al contrario, è pronto a smascherarla e metterla in discussione.
Forse queste eroine, ineluttabilmente spezzate tra l’amore della penna da cui sono nate e le idiosincrasie di chi le ha fruite, rappresentano l’affermazione di uno sguardo critico e rigorosamente non passivo.

Noi, nel dubbio, continuiamo a (s)parlarne!

Chiara Carnà

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2 Responses to The Hateful Five: 5 insopportabili eroine delle serie TV

  1. Lena ha detto:

    Mi trovo d’accordo anche su protagoniste che in effetti mi piacevano ma non al 100% e ora capisco il perché. Nella vita non le vorrei come amiche. La peggiore di tutte per me… Sabrina!!!

    Articolo molto divertente!

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  2. Sandro ha detto:

    Scorrevole e piacevole il tuo articolo e divertente il tuo punto di vista.
    Non si può piacere a tutti e questo è qualcosa con cui anche le eroine prima o poi devono misurarsi. E se è vero, come spesso accade, che antagoniste perfide scalano le vette delle classifiche di gradimento dobbiamo anche noi rassegnarci al fatto che le ben costruite protagoniste finiscano prima o poi con il venirci a noia.

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