The Irishman: quattro chiacchiere con Martin Scorsese [Video]
Roma, 21 ottobre – L’evento più atteso della 14^ Festa del Cinema di Roma? Senza ombra di dubbio The Irishman, il film diretto da Martin Scorsese e prodotto e distribuito da Netflix che ha realizzato il tutto esaurito la mattina stessa dell’apertura delle prevendite e congestionato l’Auditorium nelle prime ore della mattina del 21 ottobre, quando si è svolta la proiezione dedicata agli accreditati e alla stampa, costringendo lo staff ad aprire eccezionalmente una seconda sala. Martin Scorsese stesso, in compagnia della produttrice del film Emma Tillinger Koskoff, ha incontrato la stampa in conferenza, arricchendo la visione del bellissimo The Irishman (qui la nostra recensione) con aneddoti e utili informazioni. Ecco un sunto dell’incontro.
Io e Robert De Niro, nel corso degli anni, abbiamo cercato l’argomento e il personaggio giusto per fare un altro film insieme.
Esordisce Martin Scorsese…
Robert ha ricevuto il libro The Irishman e si è lasciato molto coinvolgere, mi ha chiesto di leggerlo e così ho capito il motivo della sua reazione: dovevamo andare a fondo.
Il film è stato rallentato da diversi problemi – continua il regista – e così abbiamo capito che il nodo ti tutto era proprio quello, il tempo che passa, e il tema che abbiamo scelto è la mortalità dell’essere umano.
Continuando ad esplorare i temi trattati dal film, Scorsese chiarisce:
I temi affrontati nel film hanno una rilevanza in ogni epoca, quella di The Irishman è una storia che parla a tutti. Un film non deve essere ambientato per forza in un contesto contemporaneo per essere contemporaneo, perchè contemporanei sono i conflitti umani, le esperienze. Gli argomenti devono essere comprensibili anche a chi non vive il periodo raccontato.
La discussione continua passando ai personaggi, criminali che però non sono tratteggiati con quel riflesso cool che solitamente hanno i gangster movie.
Non c’era bisogno di esaltare il criminale, come accaduto in certi film del passato, in cui però il gangster cade nella fine per una questione catartica. Stavolta non c’era bisogno di tutto questo, visto che la storia è ambientata nel passato e queste azioni ormai sono state commesse. Lo spettacolo è tutto interiore!
Poi lavorare con Robert De Niro dopo 23 anni è stato fantastico, neanche dovevamo parlare, sapevamo già cosa voleva l’uno dall’altro. Invece non avevo mai lavorato con Al Pacino, anche se l’ho conosciuto negli anni 70 grazie all’amico comune Coppola; stavamo per lavorare a un progetto su Modigliani che però è saltato. È stato De Niro a volere Al, loro hanno un rapporto molto forte e mentre giravamo questo film sapevano che stavano facendo qualche cosa di unico.
Passando alle difficoltà realizzative di The Irishman:
Ci abbiamo messo tanto a finire The Irishman, soprattutto per gli effetti digitali che hanno richiesto molto impegno, in altri tempi avremmo dovuto avere altri attori giovani per impersonare i protagonisti nel passato ma io volevo lavorare con i miei amici, con persone con cui mi trovo bene. Netflix è stata una manna dal cielo, con un’altra produzione non avremmo avuto questo budget (160 milioni di dollari ndr) e questa libertà creativa. Ci hanno anche dato sei mesi in più per ultimare il film, cosa impensabile con un altro Studio.
Poi è stato chiesto a Martin Scorsese per quale motivo non avesse sentito la necessità di inserire un personaggio femminile di rilievo, caratteristica che spesso si nota nella sua filmografia.
Se la storia non richiede un personaggio femminile non c’è bisogno di inserirlo forzatamente! Mi fanno spesso questa domanda e non tengono presenti alcuni miei film come L’età dell’innocenza o Casinò… ho 76 anni, non ho voglia e tempo di pensare a queste cose!
Immancabile l’approfondimento su Netflix e sulle nuove tecniche distributive.
Per vedere distribuito un film devi prima farlo e il tipo di film che faccio io non si possono fare più come li facevamo una volta! Netflix e lo streaming sono un’opportunità, nessuno ci ha dato i soldi per fare The Irishman, loro non solo ci hanno dato un finanziamento, ma anche completa libertà creativa, l’unica condizione richiesta è che il film potesse essere in streaming contemporaneamente allo streaming. Per me è stato ok. Alcuni miei film sono durati solo due settimane al cinema, questo già è stato contrattualizzato per quattro settimane e continuerà ad essere proiettato anche dopo che è andato in streaming. Le possibilità oggi sono infinite sul modo come un film può essere visto, certo la soluzione migliore è sempre vederlo al cinema, ma per arrivare in sala il film deve, appunto, essere fatto!
Oggi le sale purtroppo cercano i film che io chiamo “parchi di divertimento” ma non è solo quello il cinema, i giovani devono saperlo, devono avere scelta su cosa guardare!
Un ultimo appunto sull’uso della tecnologia in The Irishman.
L’esperimento per ringiovanire digitalmente i volti degli attori eravamo proprio noi! Passavano le settimane e la tecnologia migliorava, cose fatte all’inizio le abbiamo rifatte alla fine perchè si potevano fare meglio. Subito dopo Silence, nel 2015, abbiamo fatto un test su De Nero: abbiamo preso una scena di Quei bravi ragazzi e l’abbiamo rifatta in CGI, una procedura complessa incredibile. Il film è stato girato dal vero e la post-produzione ha lavorato dopo, abbiamo visto i risultati finali solo sei settimane fa. Io pensavo che Bob e Al non avrebbero fatto un film con caschi e cose del genere che solitamente vengono utilizzare per catturare le espressioni e i movimenti, così ho chiesto qualche cosa di meno invasivo e abbiamo utilizzato dei semplici marker, così gli attori non si sono neanche accorti!
The Irishman sarà distribuito in alcun cinema selezionati grazie alla Cineteca di Bologna dal 4 al 6 novembre e sarà disponibile su Netflix dal 27 novembre.
Di seguito potete vedere il video integrale della conferenza stampa.
A cura di Roberto Giacomelli
Foto e video di Rita Guitto
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