The Young Pope: Jude Law, Paolo Sorrentino e tutto il cast a Roma

Presentato alla 73^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, da cui vi abbiamo già fornito un’impressione critica (qui per leggere la recensione), The Young Pope sta per esordire su Sky Atlantic, infatti la serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino arriverà sul canale Sky dedicato alla serialità televisiva il 21 ottobre con due episodi a settimana. 

Co-prodotto da Sky con Canal+ e HBO, The Young Pope è articolato in 10 episodi, interpretato, tra i molti, da Jude Law, Silvio Orlando, Diane Keaton e Cécile de France, e racconta il pontificato di Lenny Belardo/Pio XIII, un giovane Papa americano fortemente voluto dal cardinale Voiello e pronto a rivoluzionare la Chiesa. In bene o in male, solo l’avanzare degli episodi ce lo potrà dire.

Questa mattina a Roma tutto il cast del film, il regista e i produttori hanno presentato alla stampa i primi due episodi della serie e poi si sono intrattenuti per una corposa conferenza che ha affrontato molti aspetti di questa interessante opera.

In che modo Paolo Sorrentino si è mosso dal cinema alla televisione?

La televisione, in questo specifico momento storico, consente di fare un cinema d’autore poderoso, lunghissimo che oggi non è più possibile fare. Questo oggi è possibile grazie all’intelligenza dei committenti, che in questo caso specifico sono Sky, HBO e Canal+. Poi è fondamentale la libertà creativa ed economica, anche i tanti soldi che ci hanno concesso.

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Intervengono i produttori Lorenzo Mieli di Wildside a Andrea Scrosati di Sky, che riflettono sulle difficoltà produttive che un prodotto di questo tipo, costato ben 40 milioni di euro, può comportare.

La nostra è stata un’ambizione molto grande – inizia Mieli – con una struttura produttiva importante e un grande budget che consentisse anche un cast interessante. La prima cosa era trovare i partner giusti; Sky non bastava e così abbiamo cercato tra altri grandi internazionali. HBO è la prima volta che sostiene un prodotto italiano. Il 20% del budget è italiano, il resto straniero, ma è stato realizzato qui in italia.

Scrosati aggiunge.

Quando produciamo direttamente una cosa vogliamo che lasci il segno, che sia diversa da quello che c’è già e The Young Pope è un qualche cosa di unico e lo abbiamo capito già quando ci hanno esposto l’idea.

Jude Law è protagonista della successiva domanda e gli viene chiesto in che modo è riuscito a costruire il suo personaggio e la sua gestualità e come ha lavorato con Sorrentino su tale personaggio.

Ho avuto l’idea di studiare la storia del Vaticano e gli effetti che i diversi pontefici hanno avuto sulla fede cattolica. La prima reazione è stata di panico, vista la mole di informazioni che ho trovato a riguardo; nonostante ciò, non riuscivo a trovare un’indicazione chiara su chi dovesse essere Lenny esplorando la Storia. Mi sono fatto guidare dal mondo di Paolo e dalla sua regia, era la strada migliore per creare un personaggio come Lenny, quindi ho seguito la sceneggiatura e le indicazioni di Paolo. Ho cercato di creare un uomo credibile, di 47 anni che diventa Papa, ho creato una serie di regole da applicare al personaggio. Tutta la mia fiducia è stata riposta nel personaggio in odore della rivelazione finale. Riguardo la gestualità e la postura, tutto è condizionato dall’abito, i papi tengono le mani conserte perché non sanno dove metterle. Essenzialità dei gesti, che conferiscono maggiore potenza e significato.

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Silvio Orlando, che interpreta il Capo di Stato Voiello, prende la parola:

Alla fine mi sono sentito come la Cristoforetti reduce da una missione nello spazio. Nessuno si aspettava niente dal mio inglese. Appartengo a una generazione a cui la ricerca della bellezza è un po come la ricerca della volgarità, invece Paolo riesce a creare la bellezza al di fuori di questo, una ricerca estetica pura.

Cécile de France, che interpreta Sofia, addetta all’area marketing del Vaticano, ci tiene soprattutto a condividere la bella esperienza professionale:

Mi sono dovuta impegnare sul fronte linguistico. Sono orgogliosa di aver partecipato a questo film, sono partita con uno stato di tensione passato grazie alla generosità di Paolo. Jude è stato una fonte d’ispirazione infinita. Quella di The Young Pope è stata una delle sceneggiatura più belle mai lette.

Ludivine Sagnier, invece, interpreta Ester, una donna sterile ed estremamente devota che cerca in tutti i modi di avere un figlio.

In Vaticano è pieno di anime perse che non hanno vissuto, questa è la descrizione di Ester, non è integralista ma vuole avere una cosa che non può. Quando ascolta l’omelia del papa, qualche cosa cambia in lei e pensa di non meritare un figlio. Forse è un caso che io abbia una profonda fede religiosa, quindi sono in sintonia con il personaggio, sono andata a scavare nel profondo e allo stesso tempo ho preso distanze dalla fede, ho pregato molto, anche per ottenere la parte, e quindi non posso che ringraziare Santa Maria per averla ottenuta!

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Scott Sheperd, che interpreta il Cardinale Dussolier:

Per me una battuta in particolare è stato il punto di partenza per il mio personaggio, ovvero quando Suor Mary chiede al mio personaggio se gli piace vivere li e io dico che all’odore di incenso e morte preferisco quello di merda e vita. Il mio personaggio vede la Chiesa come un qualche cosa di più umile dalla grandezza in cui vive Lenny, quale sia il progetto che vuole portare avanti. Questo tema è stato centralizzato da me e Suor Mary perché abbiamo conosciuto noi il Papa quando era solo un bambino. In una delle scene si vedono i due da ragazzi che escono di nascosto dall’orfanotrofio e io suggerisco di tornare indietro, invece Lenny vuole seguire la sua strada. Due personaggi che hanno una fede profonda, ma la affrontano in modo diverso.

Infine Javier Càmara, che interpreta il Cardinale Gutierrez, conclude:

Essere qui e parlare tante lingue senza parlarne nessuna è già un miracolo, poi essere al centro della spiritualità, in una città come Roma, con artisti di questo calibro, ne è un ulteriore dimostrazione. Paolo non lavora solo con l’estetica ma anche con l’emozione, Jude è un attore incredibile e professionale.

Jude Law riprende la parola e risponde a chi gli ha chiesto se per prepararsi al suo personaggio ha ascoltato i discorsi di Papa Francesco.

Ho ascoltato una volta Papa Francesco, ma così come tanti buoni propositi che mi ero preposto, come imparare l’italiano, non sono riuscito a tornare una seconda volta a sentirlo come avevo pensato perché c’erano troppi impegni.

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La parola passa di nuovo a Sorrentino che approfondisce la sua visione della fede e della Chiesa.

Volevamo dire qualche cosa di diverso dal solito sull’argomento perché il clero, di solito, è raccontato al cinema per i suoi meriti o per la malvagità, come spesso accade nei film americani; noi invece abbiamo voluto vedere l’umanità delle persone che ci sono, la fallibilità. La mia opera non vuole essere provocatoria e non abbiamo seguito i luoghi comuni perché la rappresentazione della chiesa è solitamente falsa. Per la postura di Pio XIII Ci siamo rifatti a quella di Pio XII e a Rooney, il calciatore, che quando segna assume quella postura lì che avete visto.

Riguardo una ipotetica rinascita delle serie tv italiane, Andrea Scrosati spiega:

Oggi siamo qui a presentare una serie perfetta per parlare di rinascita, già se pensiamo al budget è stato speso quasi tutto in Italia ma arriva per lo più dall’estero, quindi vuol dire che ci sono mercati che hanno voglia di investire sul nostro talento. C’è un sistema produttivo che consente a un talento come Sorrentino di realizzare e investire questo budget qui e non portarlo fuori. L’elemento culturale italiano sicuramente è stato fondamentale per parlare di un argomento come la Chiesa e il Papa, fortemente ancorato alla nostra cultura.

Dove è stato girato The Young Pope? Paolo Sorrentino risponde.

Non abbiamo mai girato al Vaticano, ci siamo solo fatti una passeggiata lì io e Jude. Gli interni sono per lo più girati a Cinecittà, i giardini vaticani sono stati ricostruiti in diverse ville di roma e nei giardini botanici di Trastevere.

Ad un certo punto, uno dei personaggi del film dice che “i capelli mi fanno male”, una citazione dal cinema di Michelangelo Antonioni…

Una battuta che mi ha sempre divertito – dice Sorrentino – ha un effetto comico involontario e l’avevamo già messa in un altro film e poi tagliata, ma visto che non si butta via niente, qui l’abbiamo riciclata.

A cura di Roberto Giacomelli

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